PAMELA MCCOURT FRANCESCONE



Foto di Pamela McCourt Francescane<BR>e di altre fonti

 

 

Ad Alghero, nell?ambito della manifestazione ?Epifanie del Cap d?Any a L?Alguer 2005?,  è stato organizzato un ?Momento di-vino?,   il  convegno ?La tipicità dei vini isolani?, promosso dalla Città di Alghero in collaborazione con la Regione Autonoma Sardegna, moderatore la giornalista Ornella d?Alessio, autore di libri su turismo e sui vini.

 

A dare il benvenuto  ai relatori, ai produttori e al pubblico presente nella Sala Conferenze di San Francesco ad Alghero è stato l?assessore  allo sviluppo economico della città di Alghero, Ninni Picinelli, che ha auspicato, data l?importanza della viticoltura nella provincia e in particolare nella zona di Alghero, che questa manifestazione dedicata al vino possa in futuro diventare un appuntamento fisso nel calendario algherese. 

Ninni Picinnelli assessore allo svilupo economico,
commercio, attività produttive, lavoro
della Città di Alghero con Giorgio Macciocu, presidente
dell?associazione degli albergatori di Alghero

?Negli anni ?70 nella  nostra area oltre 70.000 ettari  erano dedicati alla viticultura, oggi sono appena 35.000?.  Una decrescita, ha spiegato Picinnelli, dovuta ad annate difficili a causa della siccità, alla difficoltà del prodotto a fare presa sui giovani (in proporzione con il numero degli abitanti la Sardegna è la prima regione italiana per il consumo della birra)  e per la concorrenza di vini a prezzi inferiori, sia italiani che da altri paesi.  ?Attualmente,? ha continuato Picinnelli, ?il consumo pro capite annuo è di 56 litri, per un consumo interno totale  di 900.000 ettolitri, circa il 4% della produzione totale nazionale.  Ora stiamo assistendo ad un cambiamento, con una tendenza verso un maggior consumo di vini di qualità?. 

 

 

Una  qualità che porta il nome di tanti piccoli e medi produttori sardi, grazie anche, come ha ricordato Paolo Pampiniello, enologo della Cantina S. M. La Palma di Alghero  ?alle caratteristiche uniche della Sardegna che danno prodotti di altissima qualità?,  e  che trova la sua massima espressione nella marca Sella e Mosca. L?azienda fu fondata nel 1899 da due piemontesi, l?ingegnere Sella e l?avvocato Mosca, che intuirono la potenzialità vinicola della Sardegna.  Attualmente  la Sella e Mosca dispone di 500 ettari di vigneti alle porte di Alghero e  quest?anno ha messo sui mercati nazionali ed internazionali oltre 7 milioni di bottiglie di  bianchi, rosati e rossi.

La tavola dei relatori
Mario Consorte, direttore generale di Sella e Mosca, ha aperto i lavori sottolineando come il concetto della tipicità  di un vino dipenda da vari fattori come ?l?originalità del prodotto, i valori del vitigno e del territorio, le tecniche di produzione e la qualità.  La qualità è dovuta, è compresa nel prezzo di una bottiglia di vino.?

 

Il vino è  sbarcato in Sardegna quando i primi vitigni arrivarono sulle navi dei Fenici nel 1000 a.C. seguiti da quelli portati dai bizantini nel 500 a.C., dai romani nel 200 a.C.,  dagli aragonesi  nel 1600 e dal regno Sabaudo negli anni 1800.  ?Nel  passato il vino sardo non accompagnava  il pasto, era un elemento di consumo occasionale a scopo soprattutto celebrativo, ma anche narcotizzante,? ha spiegato Consorte.  ?Questi vini  erano molto alcolici e aromatici, tenevano il posto che oggi spetta ai nostri superalcolici. Solo più tardi il vino è stato utilizzato come un alimento e un apporto calorico energetico per chi spendeva molte energie in attività quotidiane fisiche pesanti, come il lavoro nei campi e nelle miniere.    Mentre in epoca più recente il vino è diventato il complemento della tavola, assumendo  i connotati di un prodotto raffinato e oggi il vino sardo è proiettato verso l?estero, proponendosi non solo al continente italiano ma anche a paesi in tutto il mondo?.


Vini come il Vermentino e il Canonau e altri, come il Vernaccia di Oristano ? per tanti anni considerato il vino sardo per excllenza ? ormai quasi scomparso, per  colpa di attitudini di consumo mutate, ma anche della mancata capacità di  molti produttori di interventire, investire e innovare. ?E importante,? ha continuato Consorte, ?non restare dentro le denominazioni storiche.     Oggi il vino sardo non è un concetto statico ma molto dinamico.  La tradizione è un concetto che si rinnova con lo stile di vita del consumatore, e l?elemento più importante della tipicità dei vini sardi è ciò che noi abbiamo di unico,  vale a dire  il territorio?.

 

Per Paolo Valdastri, direttore Strada del Vino Costa degli Etruschi, la tipicità di un vino isolano dipende dal clima ?che vuol dire luminosità, sol e vento, poi dalla vicinanza del mare e dal mantenimento delle tradizioni.  Se molti vini passiti escono dalle isole, specialmente dalla isole piccole, questo e più un fatto culturale che colturale e oggigiorno il vino è un tassello sempre più rilevante nell?ambito del turismo culturale e, soprattutto, quello enogastronomico?. 


Quindi il vino non solo come voce nell?economia produttiva di una regione ma anche come volano per avvicinare il pubblico a un settore fino a poco tempo fa  quasi esclusivamente riservato agli adetti ai lavori e agli esperti, anche con il fine di accrescerne il prestigio e creare  ulteriori prospettive di sviluppo economico.   ?Grazie anche ad iniziative come il Movimento del Vino, nato nel 1992, che oggi annovera oltre 1.000 fra le più prestigiose cantine italiane, trasformando in pochi anni l?Italia nel paese delle Cantine Aperte?, ha spiegato Francesco Lambertini, presidente del Movimento del Vino  che ha auspicato di vedere una crescita nel numero di associati sardi. ?Attualmente le cantine sarde che partecipano all?iniziativa  delle Cantine Aperte sono solo 16. Negli anni il nostro Movimento ha aiutato il produttore a cambiare mentalità, perché  accogliere il pubblico in cantina vuol dire portare avanti un dialogo importante con il consumatore e, soprattutto, promuovere la qualità dell?accoglienza enoturistica?.


Nell?aprile di quest?anno la compagnia lowcost Ryanair ha in un certo senso rivoluzionato il traffico aereo da e per Alghero, con l?introduzione di voli giornalieri con Roma, Barcellona (storicamente e culturalmente la città catalana e quella sarda hanno sempre avuto, e continuano ad avere, legami strettissimi) e Londra mentre nel 2006 è prevista l?introduzione di voli tra Alghero e Pisa. Una nuova stagione per il turismo sardo che ora può mirare ad una maggiore destagionalizzazione, cosa da lungo tempo auspicata dal settore dell?hotellerie e non solo.  ?Il settore alberghiero ad Alghero ha sempre cercato di viaggiare mano nella mano con le cantine della zona.  Nel tempo siamo cresciuti insieme ma dobbiamo fare ancora di più per fare conoscere il nostro territorio e i nostri vini sardi?, ha detto Giorgio  Macciocu, presidente dell?associazione alberghiera algherese. 

Per estenzione quello della Sella e Mosca è il secondo vigneto contiguo d?Italia, uno dei più importanti poli vitivinicoli nazionali per  importanza del nome ed estensione dei vigneti ? 650 ettari nella località I Piani a pochi chilometri da Alghero di cui 500 ettari  sono superficie a vigneto. L?azienda è da alcuni anni la punta di diamante del gruppo Campari. Fondato alla fine dell?800 oggi la tenuta di I Piani è un azienda moderna che esprime con le sue scelte produttive i due volti della Sardegna: quello tradizionale,  profondamente legato al territorio e quello di un?isola solare e mediterraneo.     

Capo Caccia
Negli anni sono profondamente cambiate le tecniche di vinificazione. Oggi nei campi vengono adoperate macchine d?avanguardia per la potatura dei vitigni e la raccolta  dell?uva mentre i vini pregiati, prodotti esclusivamente da uve aziendali, provengono da tre linee di vinificazione capaci di trattare 500 quintali/ora di uva ciascuna, passando negli 80 serbatoi di acciaio inossidabile prima di essere messi a invecchiare in barriques o nelle vecchie, tradizionali botti di rovere per l?affinamento e l?invecchiamento di 15.000 ettolitri di vino pregiato.   Un connubio fra know-how, tecnologia e tradizione che ogni anno viene apprezzato dagli oltre 40.000 visitatori che si recano nella tenuta e nei storici locali  della Sella e Mosca. 

Alghero di notte
CAP d?ANY A  l?ALGUER

Cap d?Any a l?Alguer, ossia Capodanno ad Alghero, un ventaglio di proposte che coloreranno la città fino al giorno dell?Epifania 2006; oltre un mese di incontri culturali per i quali è stato scelto come logo un punto e virgola rosso fuoco su fondo nero.  Un logo essenziale che sollecita l?occhio e vuole dire l?attesa ?un?attesa alle diverse e multiformi epifanie che da dicembre a gennaio si riveleranno agli spettatori nel suggestivo palcoscenico dell?antico borgo catalano,? spiega Antonio Costantino, assessore al turismo, spettacolo e centro storico della città di Alghero.  ?Questa manifestazione che abbiamo intitolato Epiphaneias è un modo per fare vivere e animare tutta al città: il centro storico, le sue piazze, le stradine acciottolate, i suoi edifici storici, i suoi negozi, wine bar e ristoranti che verranno coinvolti in occasioni diverse di scoperta e valorizzazione della nostra città?.  L?obiettivo è quello di coinvolgere cittadini, turisti, artisti e gli  organizzatori stessi per creare insieme un?atmosfera di festa, ?perché crediamo che alla festa si assista solo in quanto si partecipa?.   Il programma prevede momenti di musica, danza e teatro, arte e spiritualità, degustazioni di vini, concerti in piazza e il Festival Internazionale delle Arti di Strada con la partecipazione di artisti  italiani ed internazionali. 

 

 

Per informazioni:

Ufficio Turismo

079-997547