LAURA PATERNO

La formula delle esposizioni a confronto, ideata da Giorgo di Genova, direttore artistico del museo Bargellini di Bologna, sembra ancora una volta aver dimostrato la sua validità. Come lo testimonia il catalogo della mostra “De Sanctis, De Simone, Pasotto: tre artisti della Generazione anni Trenta”, svoltasi recentemente a Pieve di Cento. Con testi introduttivi di Giulio Bargellini e Giorgio di Genova, il curato catalogo, edizioni Bora, ci svela il mondo dell?archittetto-scultore Fabio di Sanctis, con saggio introduttivo di Guglielmo Gigliotti, e note bibliografiche, bibliografia, scritti dell?artista. I critici Sandro Parmiggiani, Hans Christoph von Tavel, Rosario Pinto hanno invece curato la parte dedicata a Vincenzo de Simone, e Luigi Lambertini quella di Paolo Pasotto. Note biografiche e scritti dell?artista corredano i saggi critici.
Un pittore, uno scultore e un operatore estetico: “essi ? scrive Giorgio di Genova ? sono tutt?e tre della Generazione anni Trenta, ma hanno storie diverse che si sono connotate, artisticamente, in ricerche e discorsi distinti e differenziati, anche nelle tecniche utilizzate. Ciascuno appartiene ad un filone espressivo di quella sterminata e variata frantumazione del linguaggio che ha connotato il XX secolo e che connota ancora l?inizio del presente secolo, con ulteriori arrichimenti, anche con connubi di ricerche, sia tradizionali che nuovi”.
Paolo Pasotto si afferma con le sue tele nella Bologna anni Sessanta, scandagliando le soluzioni cromospaziali con gli strumenti del lessico informale.

Lo scultore Fabio de Sanctis, con la sua esperienza di designer, attira l?attenzione oltralpe di André Breton e di altri sei letterati del gruppo Surrealista parigino, che inviano i loro testi di commento per la mostra di Offina Undici alla Galleria Pogliani di Roma. De Sanctis e il suo sodale Sterpini presentano all?ultima mostra ufficiale del movimento Surrealista “l?Ecart Absolu”, a la Galerie l?Oeil di Parigi (1965), due opere: “Poltrona a Mano Armata” e “Cielo-mare-terra”. L?”écart absolu”, lo scarto assoluto, era una formula prelevata dal filosofo utopista dell?Ottocento Charles Fourier, per indicare la breccia negli schemi, la frattura nell?ordine prevedibile. I mobili dell?Officina 11 entrano di diritto in questa poetica dell?inconscio.
Il percorso di Vincenzo de Simone lo porta da opere polimateriche e installazioni anche teatrali a una sua particolarissima tecnica utilizzata nella sua galleria di ritratti, realizzati senza uso di colore, ma solo attraverso stratificazioni di tele e ritagli.
Tre percorsi messi a confronto, per meglio far comprendere le motivazioni espressive e linguistiche dei discorsi portati avanti da ciascun artista.


Museo d?arte delle Generazioni Italiane del ?900 “G. Bargellini”
Via Rusticana 1/A ? 40066 Pieve di Cento (BO)

www.museobargellini.com

Catalogo ed. Bora, pp. 160, 144 ill. (64 col. ? 80 b.n.), Bologna 2003, ? 20,66