« Melusina » della scultrice lussemburghese Bettina Scholl-Sabbatini e « Urbs  – Fragmenta romana del fotografo Phil Deken.

di Luisa Chiumenti

Due interessanti mostre si sono aperte recentemente in occasione dell’inizio del Semestre della Presidenza lussemburghese del Consiglio dell’Unione europea, inaugurate dal Direttore dell’Academia Belgica a Roma, Wouter Bracke e di S.E. l’Ambasciatore del Lussemburgo Janine Finck. Si tratta dell’ artista Bettina Scholl Sabbatin e del  fotografo Philippe Deken. Due Melusine, che  appaiono come vero e proprio “simbolo” dell’amore della libertà e dell’indipendenza dei lussemburghesi nei confronti dell’occupazione nazista con il loro richiamo d’immagine alle Sirene, simbolo di prosperità e abbondanza, nel succedersi della loro trasformazione fra donna e pesce, hanno ispirato fra l’altro il critico d’arte Stefania Severi, nella sua illustrazione (in un saggio in Catalogo) proprio del pregante significato di tale, particolare figura immaginifica, nello sviluppo  dell’ arte italiana. Le Melusine nel loro simbolismo variamente accolto dall’immaginario medievale, sono state oggetto di approfondimento anche nel saggio di Maria Luisa Caldognetto, curatrice del Catalogo. Ed ecco i piccoli bronzi patinati, con alcune superfici a squame che simulano il pesce e le  Melusine dorate che veleggiano nell’aria, ma anche il  bronzo riprodotto in dimensione gigante, che campeggia per  sulla terrazza sovrastante l’edificio dell’Academia Belgica.

L’edificio in stile razionalista, in cui ha sede l’Accademia,  progettato negli anni Trenta dagli architetti Gino Cipriani e Jean Hendrickx a Valle Giulia in via Omero (la via delle Accademie) è stato recentemente  ristrutturato. Il catalogo della mostra, curato da Maria Luisa Caldognetto (Editions Convivium, Luxembourg, 2015, ISBN 978-99959-785-7-0, € 25,00 – www.convivium.lu), si apre con una prefazione di S.E. l’Ambasciatore Janine Finck. Le foto dei bronzi creati da Bettina Scholl-Sabbatini  e illustrati dall’analisi critica della storica dell’arte Marion Vogt. Seguono altri saggi che esplorano il tema della sirena nell’arte italiana (Stefania Severi), nonché l’immagine di Melusina nel mito, nel folklore, nella letteratura (Maria Luisa Caldognetto) e nell’araldica (Jean-Claude Muller). I diversi testi sono in versione italiana, francese, inglese e tedesca. Molto interessante la mostra del fotografo lussemburghese, che è riuscito a proporre una visione insolita di Roma « che trova pieno riscontro nei testi in versione trilingue (francese, italiano, inglese) che l’accompagnano. Accantoai piacevoli tratti poetici si colgono anche velature di umorismo, con qualche vago riferimento anche al fenomeno assai vivace dei « fotografi di strada », con una presenza continua di interessanti e vivi rimandi culturali. “Phil Deken, giocando con le parole e catturando immagini, si aggira per Roma, l’Urbs eterna. Da una prospettiva rigorosamente verticale si propone di svelare la poesia delle piccole cose che si nascondono all’ombra delle grandi e che aspettano solo uno sguardo non convenzionale, un po’ provocatorio, e un pizzico di fantasia, per sedurre e farsi amare…” E’ da ricordare anche come il progetto, che  ha richiesto fra l’altro, ben due anni e mezzo di lavoro, si sia potuto sviluppare nel cuore di due città: Roma (riprese fotografiche) e Lussemburgo (realizzazione), che pur lontane hanno trovato un comune filo conduttore. Segnaliamo ancora come, « La ventina di fotografie in esposizione rappresenti una scelta ragionata tra le 115, tutte in formato rigorosamente verticale, pubblicate nel volume dallo stesso titolo edito recentemente » (208 pagine, formato 35 x 22 cm, ISBN 978-99959-785-5-6, € 57,00 – www.phil-deken.com).

 

Academia Belgica

Roma – Via Omero 8

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