di Luisa Chiumenti

San Daniele, uno dei centri principali del Friuli, é una bella cittadina adagiata su un colle, lungo il maestoso fiume Tagliamento, da cui si possono cogliere panorami sconfinati su altre dolci distese collinari che nel loro complesso costituiscono il territorio ideale per dare vita alla famosissima produzione del  prosciutto San Daniele, frutto di una tradizione millenaria e di un microclima unico. Ed é significativo, avvicinandosi alla cittadina, rendersi conto di quanto sia appropriata  la sua appartenenza a quella  Associazione delle “Città slow”, che, nata con lo scopo di “promuovere e diffondere la cultura del buon vivere”, animata da uno spirito attento alla curiosità verso “il tempo ritrovato” ed il “lento, benefico succedersi delle stagioni”, allarga l’attenzione dalla buona tavola, alla qualità dell’accoglienza e dei servizi, alla bontà degli stili di vita e di una serie di impegni il cui rispetto viene verificato periodicamente.E se il termine “slow” sta ad indicare “lento”, nella accezione positiva di contrapposizione ad uno stile di vita “fast”, che negli ultimi decenni è stato in voga nelle grandi metropoli, essere parte dell’associazione significa impegnarsi a rispettare i parametri in materia urbanistica e ambientale, a guardare avanti senza dimenticare le tradizioni e i valori di riferimento impegnandosi a salvaguardare gli aspetti storici, artistici e naturali di pregio della propria città, pur mettendo la tecnologia innovativa a servizio della qualità della vita.

L’impegno per il Comune riguarda tutti gli aspetti della città: infrastrutture, qualità urbana (recupero dei centri storici e degli edifici di pregio, bioarchitettura, piste ciclabili, abbattimento delle barriere architettoniche, etc); politica ambientale (lotta all’inquinamento, promozione di una mobilità sostenibile); difesa delle produzioni autoctone e consapevolezza, ovvero la crescita della coscienza di essere città slow. Due dei principi emanati dallo statuto delle città slow, sono esattamente legati alla produzione tipica del prosciutto: quello della “salvaguardia delle produzioni autoctone che hanno radici nella cultura e nelle tradizioni e che contribuiscono alla tipizzazione del territorio mantenendone i luoghi e i modi e promuovendo occasioni e spazi privilegiati per il contatto diretto tra consumatori e produttori di qualità”  e quello  di promuovere  la qualità della ospitalità come momento di reale collegamento con la comunità e con le sue specificità”, con ”l’utilizzazione piena e diffusa delle risorse della città”.Per quanto riguarda il prestigioso prodotto di questa terra, é doveroso ricordare come la qualità del prosciutto San Daniele sia stata riconosciuta dallo Stato Italiano fin dal 1970 e come, dal 1996, il Prosciutto di San Daniele sia stato riconosciuto dall’Unione Europea come prodotto DOP, le cui caratteristiche distintive contemplano la zona di origine, esclusiva e rigorosamente delimitata, con l’obbligo, per l’intera filiera produttiva, di rispettare le norme  del Disciplinare di Produzione, realizzato da un Istituto  autorizzato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Ed é del 1961 la costituzione del “Consorzio dei produttori del prosciutto di San Daniele.

Origine e qualità certificate”, nato con lo scopo di “tutelare e diffondere il nome del prosciutto tipico e di stabilire delle regole per le materie prime e per la lavorazione del prodotto”. Ma facciamo una passeggiata all’interno di questa città slow che è anche conosciuta a livello internazionale come  una “perla” del Friuli Venezia Giulia, dal punto di vista del suo tessuto storico architettonico e monumentale. Ecco ad esempio il Duomo settecentesco, con gli affreschi dell’ex Chiesa di Sant’Antonio Abate, il più bel ciclo rinascimentale della regione, tanto da far guadagnare a San Daniele l’appellativo di “piccola Siena del Friuli”, né é da dimenticare  la presenza della Biblioteca Guarneriana, che conserva preziosi codici miniati, una delle più prestigiose biblioteche d’Italia e la più antica del Friuli Venezia Giulia. E che dire del ricco Museo del Territorio, collocato nel secentesco chiostro dell’ospedale vecchio, già convento domenicano, che espone preziose testimonianze: dai reperti archeologici alle oreficerie, dalle monete antiche, ai vetri, alle ceramiche, terrecotte e dipinti. Il museo é articolato infatti in tre sezioni fondamentali: archeologia, arte sacra e etnografia. La sezione archeologica presenta reperti provenienti da ritrovamenti e scavi effettuati sul territorio, che permettono di seguire l’evoluzione della vita nella zona a partire dal periodo compreso fra l’XI e l’VIII sec. a.C. fino al periodo medioevale. Completa l’esposizione la sezione etnografica con reperti relativi alle arti ed ai mestieri della civiltà friulana.

Ufficio Turistico Pro San Daniele

Piazza Pellegrino, 4

33038 San Daniele del Friuli (UD)

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Consorzio del prosciutto di San Daniele

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San Daniele del Friuli  (UD)

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