CLOTILDE PATERNOSTRO

Maestoso, affascinante, imponente : Federico. Rosso di capelli, amabile nel sorriso, penetrante nello sguardo, tutto sesso nell?abbraccio. Quante ne ebbe di donne splendide, duchesse o cortigiane, serventi e principesse? Tante, tante per ognuna fu splendido amante. Ma quale la donna che amò?
Non Costanza, la prima moglie avendo lui quattordici anni e lei ventiquattro, madre tuttavia di Enrico. Figlio primo legittimo – il primo non legittimo, re Enzio, era nato da madre tedesca nobildonna di nome Adelaide – e non Isabella di Brienne, la moglie seconda avendo lei, questa volta, quattordici anni e tradita ancor prima di divenire sposa di fatto. Una improvvisa e roventissima fiammata di Federico per la bella Anais, il “fiore di Siria.” Come la definì l?amante, protagonista del celeberrimo canto cortese “Oi lasso…” scritto da Federico stesso per lei, per Anais, dama di corte e cugina delle piccola Isabella, fu causa di una rara “sospensione” per cui la giovanissima sposa per un discreto periodo fu ancor fanciulla. In seguito fu madre comunque di Corrado, figlio secondo legittimo di Federico e terzo non si sa di quanti poi altri fratelli e sorelle, undici pare in tutto o forse più.

Insomma vita amorosa intensa ebbe Federico lo Svevo. Amante appassionato, discendente diretto di Eros, Federico spandeva il suo seme ove più gli piacesse. Ma tutti li amava i figli legittimi e non, proteggendoli da buon padre “orientale”; per le femmine procurava matrirnoni d?alto rango, per i maschi creava regni e principati assicurandosi in tal maniera, fra regni e matrimoni, dominio su quasi tutta Europa e un po? d?Oriente. Ma quale fu la donna veramente amata da Federico? Fu Bianca Lancia o fu Bianca la più paziente, accondiscendente, intelligente, sposa rnorganatica, dopo un lungo periodo di concubinato e madre comunque dell?amatissimo Manfredi e di Costanza, tutti e due legittimi nati ancor prima del matrimonio di Federico e Bianca? Fu lei la donna alla quale egli diede il suo cuore o fu solo lei ad avere la tempra eroica per far durare questa relazione ben sedici anni? Non si sa. Tanto è mistero nella vita privatissima di Federico che teneva le mogli nascoste in casa, morso sempre da gelosia, morbosa, provando gaudium magnum solo con le danzatrici arabe, fastosamente vestite che su palanchini eretti sulle gobbe dei cammelli lo seguivano anche in battaglia costituendo un harem ambulante sempre pronto alle bisogna.
Ceramiche di Anna Galluppi
Costanza morì giovane, Isabella giovanissima di parto, Isabella seconda pure, Beatrice d? Antiochia non si sa, Bianca Lancia resistette invece a due parti, infiniti tradimenti e poi e poi…

Dubitabile è la risposta amando in realtà, Federico, solo il suo regno. Con Corradino la jattura pronunciata da Innocenzo IV, papa velenosissimo, fu realtà avverata. Peccato, era una grande stirpe quella Sveva, la più insigne di tutto il Medioevo, per merito di Federico, si capisce ( macchia oscura fu solo suo padre, il grande Assassino). I susseguenti Angiò lasciarono fama dubbia e mai più nessuno fu alla pari di cotal ingegno, del padrone assoluto del potere, del legislatore da amici e nemici ossequiato, del grande statista quale Federico si rivelò nelle sua convulsa vita. Tuttavia sempre ebbe tempo per amare e giustamente; evitando agguati, battaglie, tradimenti veri o presunti, imboscate ecc.., vivendo in continua attesa di essere aggredito, si rifaceva concedendosi i più raffinati piaceri orientali e occidentali insieme. Ma quale uomo fu più completo nell?amplesso di un arabo fatto normanno? Esemplare unico fu Federico e logicamente irripetibile nei secoli.

A calde lacrime lo piansero le donne future a qualsiasi razza appartenessero e a qualsiasi ceto. Istintivo e passionale Federico le sceglieva in base ad un solo requisito ( le mogli per il potere ma è un altro discorso). Un solo requisito dunque: la bellezza; dovevano essere belle; la sua regale potenza era conquistata dallo splendore del corpo, diciamolo pure, della carne. La sua casa era l?harem, non il castello; emiro di tanti regni occidentali Federico amava profumi, aromi, fontane, piscine e carezze d?oriente erano Il suo sogno segreto. Quale impaccio dovette essere il bruto occidente per questo sovrano dell?amore, e quale raffinato amore! Amò tutte le lusjnghe dell ?harem, Federico, ed esse celebrò tutta la vita.

Federico fu dunque Condottiero, Statista, legislatore altissimo, Imperatore per valore divino e proprio, Amante per volere di natura e propria indole. Imperatore amante, quindi. Con tale appellativo doveva ancora essere onorato Federico. “Sol della Giustizia” lo pianse Manfredi ” Signore del piacere” lo piansero le concubine. Essere grande amante è dono raro per un uomo. E ben lo sapevano le tristi cinque mogli e le cento o mille esilaranti concubine.


Odalisca
litografia di Adriana Darù