GIOVANNA LA VECCHIA

-Guarda attentamente intorno a te e riconosci la luminosità delle anime-

“In ogni raduno, in ogni incontro occasionale per strada, c?è uno splendore, un?eleganza che sorge”. Poche parole, semplici, umili, ma pregne di saggezza, introducono la serata organizzata dall?associazione culturale Sufiway. Burhanuddin, in questi giorni a Roma per presentare le tecniche di meditazione Sufi, ci accoglie amorevolmente e si intrattiene con noi in una chiacchierata informale attorno ad una tavola imbandita. “Per i Sufi il divino è il centro dell?esistenza, il cuore è il centro attraverso il quale possiamo contattarlo”, racconta sorridendo, “La preghiera, la meditazione, il respiro, la danza roteante, e in particolar modo la pratica dello “Dhikr” (basato sulla ripetizione dei nomi divini) sono gli strumenti principali attraverso i quali i Sufi ricercano una connessione diretta con Dio”, prosegue. “La parola Sufi deriva dall?arabo “Saf” e significa puro, limpido, adattabile come l?acqua. Il derviscio purifica il suo cuore attraverso la pratica, nel desiderio struggente di raggiungere un?unica cosa, Dio”. La preghiera è il modo più semplice e diretto per connettersi con l?Assoluto, da sempre. Burhanuddin ci spiega i suoi significati nascosti, la bellezza e la profondità, passo dopo passo, secondo la tradizione dell?Islam. La tecnica del respiro Sufi è un?altra tappa fondamentale dei suoi seminari, consiste nel combinare la respirazione con l?assorbimento della Luce di Dio e la ripetizione dei Nomi Sacri. Un modo molto efficace per riequilibrare l?intero essere, già in pochi respiri. Mistico moderno, maestro di vita devoto e appassionato, testimone della bellezza divina, Burhanuddin è un dotato lettore di anime, sensibile e capace di comprendere e aiutare le persone nei loro problemi psicologici e fisici. Da anni guida seminari di crescita spirituale in tutto il mondo. Giovanissimo ha iniziato a muovere i primi passi sul sentiero Sufi, sottoponendosi a prove durissime: giorni di isolamento, in assenza quasi completa di cibo e sonno; faticosi pellegrinaggi; lunghi periodi in uno stato di lode continua del Divino, senza pausa.

Abile nel raccontarci storie Sufi, misti ad episodi reali tratti dalla sua storia avventurosa o dagli accadimenti miracolosi di una vita a stretto contatto con il Gran Maestro Maulana Shaykh Muhammad Nazim al Haqqani, riconosciuta guida mondiale dell?ordine Sufi Naqshbandi, dotato di un grande senso dell?umorismo, ci intrattiene per oltre due ore guidandoci, senza sforzo e con cuore leggero, in uno stato d?ascolto ricettivo. Anche i più scettici alla fine cedono ed intonano, insieme ad alcuni fedelissimi presenti, canti e preghiere, man mano liberandosi di sovrastrutture, preconcetti, condizionamenti. E? un enorme senso di pace quello che proviamo, quasi un?assenza di peso, una luminosa armonia. Burhanuddin ci esorta: “Non sentirti ferito o punito da ogni cosa che ti accade, non ti focalizzare su te stesso, sii con Dio, lui può fare qualunque cosa. Dio è solo amore. Esiste solo Amore. Qualunque cosa tu faccia, falla con amore”.

Il calendario dei seminari è disponibile sul sito
www.the-sufiway.org
Per informazioni e prenotazioni tel. 06/86213278
Email:
sufiway@libero.it




STORIA SUFI

“Una mattina lo Shaykh di Istanbul, alla ricerca di un successore, manda i suoi discepoli a cercare dei fiori per ornarne la casa. Alla fine della mattinata, i discepoli fanno ritorno portando fra le braccia grandi mazzi di fiori bellissimi, tra i più esotici, spendendoci sopra la loro piccola fortuna. Soltanto un discepolo non si vede. Il sole sta tramontando ma ancora non fa ritorno. Finalmente, a notte inoltrata rientra, tenendo in mano un piccolo fiorellino appassito. Quando gli viene chiesto perché non avesse portato qualcosa di degno del suo maestro, risponde: “Beh, ho cercato e cercato, ma tutti i fiori che ho visto in giro erano occupati nel ricordo di Dio, e cantavano “La ilaha ill Allh, La ilaha ill Allah?..” Come potevo interrompere questa loro continua preghiera? Poi alla fine della giornata ho visto questo piccolo fiore appassito. Aveva finito le sue preghiere. Ed è questo che ho portato”.
Fu lui a diventare il successore dello Shaykh”.