CLOTILDE PATERNOSTRO

Quando il collezionismo privato fa omaggio alla cultura. Provenendo da Rovereto (Trento),la collezione di opere di Albrecht Durer – xilografie e bulini – è in esposizione alla Mole Vanvitelliana di Ancona ( sino al 6 giugno 2004, catalogo Arthemisia), con numerosissimi fogli comprendenti le maggiori opere incise del Maestro.
La mostra, a cura di Vincenzo Sanfo, presenta i più cicli a carattere religioso realizzati dal Durer : Vita della Vergine ( 1502 – 1510) , Grande Passione xilografica (1496 – 1499), il cui titolo originale è Passione Domini Nostri Jesus, pubblicata nel 1511, Piccola Passione xilografica (1509 – 1511), Passione incisa (1507 – 1513), cicli che consentirono la massima diffusione del messaggio cristiano in tutto il nord dell?Europa. Albrecht Durer (Norimberga 1471 – 1528), figura di massimo rilievo della rinascenza germanica, fu pittore e soprattutto incisore di grande valore e fu innovatore anche presentando una visione più umanizzata e popolare del testo religioso, visione che ben si differenziava dalla maniera tardo-gotica allora in uso. Tale innovazione fu dovuta alla commistione del linguaggio germanico con la tradizione rinascimentale italiana; trovò infatti, il Durer, motivi di vitale rinnovamento nel Rinascimento italiano, commistione che gli consentì di arricchire ( addolcire) il linguaggio aspro e secco dell?incisione nordica ammorbidendo la scena, la figura.

Durer deve molto infatti all? influsso italiano; viaggiò più volte in Italia fu per ben due volte a Venezia; studiò Leonardo, approfondì lo studio della prospettiva, del nudo, delle proporzioni del corpo umano in movimento e in relazione allo spazio. Fu influenzato dal Mantegna, dal Bellini ( evidente tale influenza nel dolcissimo foglio la Vergine con la scimmia (bulino 1498) suggerì pose e atteggiamenti che pur non rinnegando la tradizione germanica la fusero, in parte, a quella italiana plasmando la scena, rendendola quindi più accessibile alla gran massa dei fedeli. Vastissima eco ebbero le sue incisioni in tutta l?area del nord divenendo quindi messaggio di fede e di arte.
vergine
Particolare di tutte le incisioni del Durer è la profonda attenzione alla realizzazione dei particolari ( evidente retaggio fiammingo). Esemplare in tale senso è la notissima opera Sant?Eustachio (bulino 1500 – 1501) rappresentante la figura in ginocchio colpita dallo croce apparsa tra le corna del cervo a cui farà seguito la conversione di Eustachio. Stupisce la incredibile molteplicità dei particolari ad iniziare dai cinque cani in primo piano, poi il grande cavallo, gli alberi, le rocce, la vegetazione fitta e il castello in alto a sinistra della scena. Non esiste spazio vuoto in questo foglio come in tutti, o quasi, i fogli del Durer; un universo di particolari: piante, arbusti, fogliame del bosco, stagni, cigni ecc. ecc.

Numerosissimi anche i personaggi come, ad esempio, nel Tradimento di Cristo ( Grande Passione, 1510, xilografia); una straripante folla di personaggi in uno spazio minimo. Sovente la scena è chiusa in una architettura semplice e volutamente povera – es. La nascita di Cristo (l509 xilografia) altrove, pur se con particolari gotici, ripresa è la grande scenografia rinascimentale italiana – es. Lo sposalizio della Vergine (1504 xilografia). Le scene sono ripetute nei più cicli, esempio classico l?Ecce Homo, pur variando l?angolazione dei personaggi. Fra le tante opere esposte ammiriamo la celeberrima Melancolia (bulino 1514), testo alchemico in realtà mai decifrato e l?esemplare Il Cavaliere la Morte e il Diavolo (bulino 1513), forse l?opera che più di tutte affascina per la fantasia della composizione, la possanza del Cavaliere e la solennità dello splendido Cavallo. Spicca piI il Grande Carro Trionfale di Massimiliano I. (l5l8 – l522) costituito da otto fogli che riuniti compongono il carro trainato da sei coppie di cavalli e circondato da ventidue allegorie femminili.

Molto bella , ma non latina.., La Madonna con il Bambino sotto la muraglia (bulino 1514); tenero è lo sguardo di Maria ma l?insieme, la muraglia, le torri in prospettiva, il panneggio della veste, sono testo nordico. E certamente. La tradizione e la cultura autoctone, pur se rivisitate, impossibile è annullarle del tutto.

Una mostra di grosso interesse storico questa di Ancona e non solo; interessante per la perfezione delle tecniche xilografiche e, soprattutto dei bulini, arte difficilissima e di raffinatezza assoluta. Una conoscenza, diremmo, necessaria, per tutti gli estimatori dell?arte.