LUISA CHIUMENTI

Si è aperta recentemente alle “Scuderie Aldobrandini” di Frascati una Mostra molto affascinante e dal taglio originale: originale “Tazio Secchiaroli. Storie di cinema”. L?intento della mostra, come ha sottolineato la curatrice Giovanna Bertelli, è stato di quello di esporre e far comprendere al pubblico, il vero spirito, che ha animato il lavoro del fotografo: la motivazione delle scelte, che faceva prediligere una foto piuttosto che un?altra, da una serie di stampe-contatto effettuate durante la lavorazione di un certo film, quando lavorava non già usando la pellicola fotografica, ma servendosi di quella stessa con cui lavorava Fellini ( con le stesse gelatine e la stessa reazione della pellicola alla luce ).
Nato a Roma nel 1925, dopo aver cominciato la sua vita professionale in modo “non ufficiale”, come sottolinea il Direttore delle Scuderie, Giovanna Cappelli, come semplice “scattino” ( fotografo ambulante) lungo la spiaggia di Ostia, nel primo dopoguerra, Tazio Secchiaroli, conosciuti anche altri fotografi, Tazio Secchiaroli cominciò ad incentrare i suoi scatti sulla cronaca romana, sui grandi scioperi e le manifestazioni di piazza e la sua maestria fu tale che erano sempre sue le foto che venivano scelte dai giornali. E poco dopo ecco nascere la prima sua “Agenzia” ( fondata con un socio ), per continuare poi a dar vita a servizi di cronaca sempre più importanti. Basti pensare che a volte le sue foto venivano perfino scelte dal Tribunale, come “prova processuali” ( e si trattava di una circostanza piuttosto rara per quei tempi! ).
Egli inseguiva e trovava con grande abilità la “fotografia-notizia”, sapendo coglier e”il caso” nella sua essenza. Così ad esempio, egli seppe cogliere un caso che si era verificato in una latteria in una piccola località vicino a Terni, in cui alcuni bambini avevano dichiarato di aver visto la Madonna ed i flash del fotografo valsero a sottolineare tale sensazione, ad ampliarla sempre più, richiamando molta gente sul posto, finchè non fu necessario richiamare l?intervento della Chiesa.
Abitava a Centocelle, ma aveva lo studio nel centro di Roma, in via Pie? di Marmo, nel medesimo luogo in cui ora è organizzato il suo Archivio.

Fotografo di cronaca egli fu in grado di realizzare alcuni notevoli “scoop”, con grande abilità, interessandosi a tematiche sociali, politiche e religiose.
Tra il ?56 e il ?58 si trovò a seguire, in Russia, il Festival della Gioventù; e trovandosi là il caso volle che in un ricevimento ufficiale, avesse modo di avvicinare e fotografare Pontecorvo, con il quale avrebbe poi continuato a lavorare su temi di interesse scientifico.
Ma in questa continua ricerca di notizie “scoppiò” la “Dolce Vita”, resa famosa da Fellini, ma fu Secchiaroli il primo che intuì l?importanza di scattare alcune foto che avrebbero certamente incontrato le esigenze di notizie dei quotidiani dell?epoca.
In tal modo, con Tazio Secchiaroli, sarebbe cominciata la fotografia non più “posata” ( come quella delle presentazioni ufficiali o delle cerimonie), ma “immediata”, capace di cogliere nel movimento naturale anche per strada, la società di un?epoca. Anche con altri fotografi dell?agenzia, Secchiaroli inizia così a seguire i personaggi, ma in modo attivo, rendendoli in un certo modo “partecipi” e se gli attori e i grandi personaggi della Dolce Vita sostavano nei grandi alberghi di Via Veneto, egli era pronto ad accoglierli, con i suoi “scatti” prodigiosi, quando scendevano per la via.
E tali vicende sono così legate alla memoria romana, che un grande architetto e designer americano, che ha il suo studio a New York, ma lavora in tutto il mondo e particolarmente a Roma ( Hotel Exedra ; Hotel Aleph, etc. ) rendesse vivo l?ambiente del Bar “Tazio” del prestigioso Hotel Exedra, proprio con gli scatti di Tazio Secchiaroli a Via Veneto. Inoltre, nel progettare il Ristorante, non solo egli ricordasse Fellini con la mitica “frusta”, che ha dato il nome allo stesso locale, ma arredasse anche le sue pareti, con le affascinanti gigantografie di Fellini stesso e di momenti assai noti de “La Dolce Vita” ( cfr. anche “Hotel Exedra” in “AR”, bimestrale dell?Ordine degli Architetti di Roma, Roma, nov.-dic. 2003 ).

Era il momento in cui veramente Roma sembrava essere la “Hollywood sul Tevere” , ma in effetti Roma ha continuato a costituire un “set” sempre in allestimento, con il fascino , fra storia e attualità, delle sue strade, le ville i parchi, le piazze e i monumenti, con un rapporto stretto fra il grande schermo e i grandi maestri della fotografia italiana e la mostra inedita “Storie di Cinema” mette proprio in evidenza questo rapporto, puntando su una definizione molto precisa della personalità di Tazio Secchiaroli, data da Achille Bonito Oliva: “un fotografo di strada o d?azione” ? “che diventa fotografo di scena” ( cfr. Stefano di Tommaso , Assessore alle Politiche Culturali del Comune di Frascati in Catalogo a cura di Giovanna Bertelli ? Ed. Contrasto).
Ma l?originalità della mostra consiste nel fatto di presentare, oltre ad una realtà “ufficiale”, una realtà “fra le quinte” con le foto scattate “durante” la lavorazione, o nelle pause, in attimi veramente “rubati” nella straordinaria esposizione di un vero e proprio “documento” di sensazioni inafferrabili, che sarebbero andate perdute, senza la sensibilità e la curiosità di questo grande Maestro dell?Arte fotografica.

Per informazioni:
Comune di Frascati
Archivio Tazio Secchiaroli

“Scuderie Aldobrandini di Frascati” – tel. 06 9417195

( fino al 2 maggio 2004 )
Catalogo a cura di Giovanna Bertelli ? Ed. Contrasto