Testo e Foto di TERESA CARRUBBA



Un tempo erano fortezze armate. Macchine da difesa.

Fu alla fine del Quattrocento che i mastodontici castelli francesi costruiti lungo il fiume Loira, rudi ed essenziali, possenti e trincerati, cominciarono a snellire le gravi strutture a favore di ornamenti, fregi, mollezze d?architettura. L?influenza italiana aveva operato la trasformazione. Carlo III, Luigi XII e Francesco I  dovettero capitolare di fronte ai più convincenti costumi del Bel Paese che privilegiava l?arte di vivere persino nel concetto di potere. Ecco arrivare dall?Italia artisti del calibro di Laurana e Spinelli, chiamati da Luigi XII che abbandonava la reggia del Louvre per Plessis-lès-Tours. E , rubato alla corte di Napoli, Pacello da Marcogliano, architetto d?esterni, il quale sublimò le geometrie dei verdi mediterranei in quelli che poi sarebbero diventati i ?giardini alla francese?, come nei suoi progetti per Blois ed Amboise. Persino Leonardo da Vinci degnò dei suoi tratti geniali spunti notevoli per i castelli francesi, come, così sembra, la superba scala a doppia vite di Chambord.

Chateau d’Amboise Duriez
I castelli della Loira disegnano, nel cuore della Douce France, un percorso che nell?immaginario collettivo nasce e si snoda in un?atmosfera fiabesca. Veri e propri palazzi reali di cui è lecito immaginare lo sfarzo e l?eleganza già dalle belle strutture turrite con cupole coniche o a pagoda, abbaini e lucernari; dai decori delle facciate; dagli immensi giardini esaltati da sculture, fontane e giochi d?acqua per stupire.

 

 

 

Una realtà per un viaggio sognato. Se poi si dà voce alla possibilità di soggiornare, di castello in castello, in dimore d?altra razza ma di uguale fascino tutto francese, quali sono i Relais du Silence, il progetto si fa davvero interessante. ?Relais du Silence?. Non un semplice nome, ma una promessa di quiete e intimità. Ricercatissimi alberghi che offrono un mondo esclusivo in cui ci si possa rigenerare, ma anche l?estrema attenzione per il cliente che viene coccolato di tutto punto, a distanza, con discrezione.

Sinequanon lo ha sperimentato per voi, questo itinerario dalla suggestione davvero indimenticabile.

Chambord
Siamo partiti da Parigi, alla volta del castello di Chambord. Già per la colazione, la scelta caduta su  La Solognote , ha dato al viaggio  un primo impatto di qualità. Relais du Silence a Brinon sur Sauldre, lungo la strada per Orleans, La Solognote è un momento di tranquillità da consegnare a una vacanza o a un week-end. Elegante e riservato, caldo e curatissimo. Un?atmosfera creata dal gusto e dall? entusiasmo di Andrèe e Dominique Girard , affabili ospiti de La Solognote. Andrèe, chef de la maison , ammannisce menu che uniscono, in matrimonio riuscitissimo, l?eleganza della proposta, ai margini della nouvel cuisine, e la prelibatezza della sostanza, carica di sapori genuini, a ricordo dell?origine del relais, un tempo fattoria. La buona cucina, dunque, unita alla possibilità di dormire in camere raccolte, fanno di questo Relais du Silence un  interessante punto di partenza per conoscere la zona, a partire dalla foresta Solognote, e per visitare i castelli della Loira. Anche noi siamo qui per questo.

Particolare dei tetti di Chambord
Chambord. A voce di popolo, uno tra i castelli più rappresentativi del Rinascimento francese. Fu Francesco I  a volerlo. Residenza di campagna, riserva di caccia. Molti, nel progetto strutturale, i segni del pensiero di Leonardo da Vinci, che il re volle in Francia. Specie nei grandi terrazzi articolati e nella magnifica scala a vite posta al centro delle sale a croce e divisa in due scalee concentriche. La silohuette sontuosa del castello si sfrangia verso l?alto in elaboratissimi tetti, con torrette, abbaini , sovrastrutture classicheggianti all?italiana, padiglioni, comignoli colonnati, intarsi d?ardesia. L?interno, spoglio d?arredamento ma non d?architetture, mostra gli appartamenti di Francesco I e di Luigi XIV e le sale settecentesche, rimaneggiate secondo il gusto e i criteri dell?epoca.

Cheverny
La notte può prevedere il Relais du Silence Le Rivage , in riva al fiume Loiret. E? proprio lungo quel fiume, dopo un?elegante cena nella sala tutta vetri dell?hotel, che l?atmosfera languida invita a passeggiate intime, nel perfetto silenzio di una zona residenziale selezionata.

Il castello di Cheverny. Ancora meno usuale rispetto ai nostri canoni dei manieri merlati del Medioevo. Uno splendido palazzo reale, dalla ricchezza nitida nel mastio simmetrico, nelle cupole a pagoda, nei busti scultorei delle nicchie di facciata che stemperano gusto classico in  un?impronta decisamente rinascimentale. Il raro privilegio di essere sempre stato proprietà della stessa famiglia, ha permesso al castello di mantenere una grande unitarietà di stile negli arredi, che trionfano in una magnifica e intatta decorazione di epoca luigi XIII. Splendida la Sala dei Trofei, ricca di oltre duemila corna di cervo. Segno di una forte vocazione alla caccia, mantenuta viva anche dagli attuali proprietari di Cheverny , che organizzano spesso battute venatorie.

Particolare di un mobile
al castello Cheverny

Un altro castello, Beaulieu,a Joué-lès-Tours,acquistato nel 1648 da Jacques de Bussy, consigliere del re, appartenuto al conte di Rochefort e al barone Margaron, ora è un ricercatissimo Relais du Silence. Tracce di nobiltà ovunque in questo maniero registrato nell?inventario dei monumenti storici: nei voli architettonici delle suites, nella ricercatezza di drappeggi e punti luce, nell?inappuntabile table habillé. Merito di Loraine e Jean-Pierre Lozay, compiti quanto amabili padroni di casa. Dall?elegante creatività di Jean-Pierre, maitre cuisinier, nascono gourmandises di altissimo livello, servite con superbi vini francesi.

Beaulieu
Sembra davvero uscito da una favola questo castello interamente poggiato sull?acqua, Chenonceau. Di un nitore straordinario, il profilo del castello disegna il nucleo di un  complesso che snocciola perle di bellezza naturale. Il palazzo, ma anche la geometria dei magnifici giardini di Caterina dé Medici, il placidissimo fiume Cher, il fitto bosco tutt?intorno. Proprietà, nel Cinquecento, di Bohier, intendente delle finanze per la Normandia, il castello fu poi espropriato da Francesco I che, assecondando le tendenze dell?epoca, vi promosse battute di caccia a cavallo, feste, incontri intellettuali. Tradizione ripresa dal ricco finanziere Claude Dupin, che nel Settecento acquistò il palazzo. Chenonceau divenne un famoso salotto borghese frequentato anche da Montesquieu e da Jean-Jacques Rousseau che  del castello scrisse:? Ci si divertiva molto in quel bel luogo e vi si mangiava bene; diventai grasso come un frate?.

Una camera del Castello Beaulieu
Ci trasferiamo al castello La Tortiniere un  bellissimo Relais du Silence proprietà di Xavier Olivereau, peraltro nominato successore di Pierre Monthule alla presidenza internazionale della prestigiosa catena alberghiera. I blasoni aristocratici, qui, sono degnamente sostituiti dalla  frequentazione di ospiti di rango come Georges Pompidou e Chirac : suite numero 12, suggestiva già nella sua forma circolare, da torre del castello, sulla valle e sulla piscina. Ma intriganti anche le camere-abbaino, da dove l?ospite irrequieto si inoltra tra angusti tetti di ardesia  e guglie, per strappare uno sguardo da portarsi nei ricordi.
La tavola, un tempio della raffinatezza. Servizio inappuntabile. Per non commettere errori della memoria il cameriere annota, con discrezione, gli ordini su una piantina che riporta la disposizione dei commensali. Un?attenzione tutta francese.

Chenonceau
Ultimo invito alla bellezza: i giardini del Castello di Villandry.L?arte del verde d?autore, nata con il Rinascimento italiano per armonizzarsi con l?architettura, giunge anche in Francia traducendosi nei celebri giardini alla francese, più ampi e senza muri perimetrali. Splendidi, i giardini di Villandry, sono emblematici di questo stile e ne ricalcano tutta la suggestione, nella struttura a grandi terrazze che ne consentono incredibili, cangianti visioni.

La Caillere
Ultima tentazione: un pranzo al Relais du Silence La Caillere. L?ala più antica risale a prima della rivoluzione francese, il resto fu costruito nel 1850, già con destinazione locanda.

Oggi è un delizioso Relais du Silence. Nessun dubbio sul suo merito nel trovarsi citata nelle più prestigiose guide internazionali come Michelin, Gault et Millau, Bottin Gourmand, Touring Club e molte altre.  Vi si gusta un eccellente fegato d?oca fresco, tra i migliori. Oltre ad altre superbe ghiottonerie. Per finire con il caffè da sorbire nell?intimo giardino spilluzicando irrinunciabili frutti glassati.