PAMELA MCCOURT FRANCESCONE



Tre lodge Sabi Sabi, tre stili diversi, per chi vuole avvicinarsi alla savana africana e ai safari all?insegna del lusso, scegliendo di vivere nel passato, nel presente o nel futuro.

 

Vi è  un modo unico, impareggiabile per vivere il safari, l?esperienza più selvaggia ed emozionante che offre il Sud Africa.  Un modo che trasporta il viaggiatore in tre realtà temporali e stilistiche profondamente diverse.  Ognuno con un appeal e un fascino capace di suscitare profondi sentimenti, come profondi sono i sentimenti risvegliati da un soggiorno nel cuore del bush africano a contatto con gli animali e con il loro habitat naturale che, è proprio il caso di dirlo, fanno la parte del leone di un qualsiasi viaggio in Sud Africa.


Ci troviamo nella savana, ai confini del Kruger National Park che si estende per oltre 2 milioni di ettari tra le province del Limpopo e del Mpumalanga. Il Kruger ormai fa parte del Parco della Pace dove gli animali hanno la possibilità di migrare liberamente tra il Sud Africa, lo Zimbabwe e il Mozambico e che annovera un parco faunistico impressionante.  Infatti si stima che nella zone ci siano oltre 100,000 impala,  30,000 zebre, 15,000 bufali, quasi 8,000 elefanti, 5.000 giraffe, 2.500 ippopotami, 2.000 rinoceronti e 2.000 leoni, 300 ghepardi e quasi mille leopardi.

 

Siamo precisamente nella riserva privata di Sabi Sands, lungo il confine sud-occidentale del Kruger, dove sorgono lo ieri, l?oggi e il domani di un soggiorno nella savana africana: il Selati Camp, il Sabi Sabi Bush Lodge  e l?Earth Lodge.


Nelle tre strutture del gruppo Sabi Sabi la giornata ruota intorno ad una disciplina scandita da tempi rigorosamente prestabiliti.  In piedi prima dell?alba per prendere tè,  caffé e cornetti sulla terrazza prima di partire per il safari di prima mattina su comode jeep insieme al proprio ranger e tracker.   Alle 10.00 si fa ritorno al campo per la prima colazione, mentre durante le ore calde  ci si dedica al relax intorno alla piscina, e poi al pranzo.  Dopo il tè del pomeriggio, servito alle 16.00, si parte per il safari pomeridiano che si conclude al buio alle 20.00, lasciando giusto il tempo per un aperitivo al bar prima di cenare sotto  il magnifico baldacchino stellato del cielo del sud. 
Ma andiamo per ordine, iniziando questo nostro viaggio nel Selati Camp, il lodge di ieri di Sabi Sabi, dove le otto suite individuali con tetti in paglia,  per un totale di 16 ospiti,  si sviluppano in un semicerchio intorno all?unità principale. Più che piccolo il Selati Camp è intimo, con un?atmosfera poco formale e con la particolarità di avere un?illuminazione sia esterna che interna fatta di lampade a paraffina, anche se nelle suite, per chi lo desidera, c?è la corrente elettrica con tanto di aria condizionata e ventilatori a soffitto. Ma sono pochi gli ospiti che, al tramonto e durante le ore notturne, sanno rinunciare all?atmosfera creata dalle vecchie lampade ad olio che regalano al complesso un bagliore caldo e suggestivo che fa sognare di essere ancora ai tempi in cui i white hunters, i cacciatori bianchi, giravano la savana a caccia di emozioni forti e di trofei da riportare a casa, testimonianza della loro prodezza davanti ai pericoli del Continente Nero e agli animali selvaggi che abitavano le vaste estese del bush africano.


Batte un cuore d?altri tempi al Selati Camp, un cuore che risale a quegli anni in cui a Selati c?era una stazione ferroviaria. Erano gli anni 1870  quando  l?oro fu scoperto nella catena montagnosa del Drakensberg e il governo della Repubblica del Transvaal  fece costruire una ferrovia per portare il prezioso metallo verso la costa del Mozambico da dove le navi con il loro carico salpavano verso i mercati occidentali. 


I cimeli di questi tempi si trovano dietro ogni angolo nel Selati Camp: sulle pareti della zona soggiorno le targhe originali delle vecchie locomotive a vapore sono appese accanto a fotografie d?epoca, mentre nelle suite, illuminate dall?esterno dalle lampade originali dei vecchi deviatori, si trovano bauli antichi e un mobilio in perfetto stile ?vecchio Inghilterra?. Accanto alla piscina e sul terrazzo in legno dove gli ospiti possono pranzare o sorseggiare un aperitivo, si trova la Boma, (dall?inglese British officers? mess, ossia l?area della mensa degli ufficiali britannici) dove la sera vengono allestiti i tavoli per una cena romantica all?aperto.  

Lasciando il passato di Selati si passa all?oggi del Bush Camp,  il più classico dei tre lodge. Un lodge che sembra uscito dal film ?La mia  Africa?, essendo quello che ognuno sogna come il tipico lodge da safari con i suoi grandi spazi e  25 lussuose suite,  ognuna con un cortile privato e un terrazzo in legno con comode poltrone.  


Le suite, anche qui con tetti di paglia, sono  ammobiliate in stile etnico contemporaneo con opere di pittori e scultori africani e sono dotate di grandi bagni con vasca e doccia, minibar e un soggiorno con una scrivania e zona relax. 


Nella Bush Nature Spa vengono offerte una serie di trattamenti e massaggi che vanno dai tradizionali massaggi svedesi e indiani a quelli con le pietre calde, alle erbe orientali e africane  a pacchetti disintossicanti, rilassanti, anti-fuso orario, anti-stress e Camelot.  

 

Come in tutti i campi Sabi Sabi anche al Bush Lodge la cucina è una sapiente fusione di sapori africani e internazionali, una vera  ?gastronomia arcobaleno?.   Quindi niente di strano trovare sul menu springbok, impala o coccodrillo accanto a pietanze più vicine ai gusti occidentali come il tenero agnello del Karoo e l?ottimo manzo sudafricano; mentre troneggiano sui tavoli a tutte le ore le verdure e i frutti locali,  con grande mostre di avocado, mango,  papaya e banane mentre le cantina offre una scelta di grandi vini sudafricani bianchi e rossi.

 

 

Poi la proiezione verso il futuro. Anzi dentro il futuro, con l?Earth Lodge che, come il Bush Lodge e il Selati Camp, si trova nella riserva privata di Sabi Sands (le tre strutture distano tra i 20 ed i 40 minuti l?una dall?altra).  Il primo impatto con l?Earth Lodge è molto forte perché arrivati sul luogo non si vede nessuna struttura.  Solo la savana africana che spazia a vista d?occhio a destra e a sinistra tra bassi rilievi nel territorio. 


Poi si scorge un viottolo di terracotta che scende fino a sparire sotto la savana.  Percorrendo questo breve tratto sotterraneo si passa poi  attraverso una porta massiccia in legno per trovarsi in un ambiente futuristico ma allo stesso tempo in piena simbiosi con la natura. 


Lo scenario che si apre davanti agli occhi sembra quasi proiettato su uno schermo a 180°, visto dall?atrio enorme che invade lo spazio esterno, spingendo lo sguardo oltre le rocce e i corsi d?acqua in primo piano verso il bushveld fatto di cespugli, alberi e tronchi d?albero morti, grandi vasi di terracotta e, spesso, la sagoma ingombrante e inconfondibile di un elefante.  


Marrone, ocra, bruno seppia, tek e tutta la gamma delle tonalità brunite sono gli unici colori all?Earth Lodge; dalle pareti rifinite con fango dalle quali spuntano fuori pietruzze e paglia, ai pavimenti in cotto e legno, ai giganteschi resti di alberi, sapientemente trasformati in lunghi tavoli, panche e sedie, e che sono stati recuperati dai fiumi dopo la disastrosa alluvione del 2000. Scolpite dalla natura e raccolte amorevolmente dall?architetto che ha voluto dare a questo lodge un?impronta fortemente ecologica senza nulla trascurare a livello di lusso e comfort.  
Nelle 13 suite mimetizzate nel territorio, ognuna con il proprio maggiordomo,  ritroviamo le stesse pareti di fango, grossi tronchi d?albero come spalliere dei letti, un  patio e piscina individuale (dove spesso gli elefanti e altri animali vengono per abbeverarsi) e  un grande bagno (c?è anche una doccia esterna)  dove troneggiano massicce vasche e lavandini in granito.


Anche qui, come al Bush Lodge e al Selati Camp si possono fare safari in jeep in compagnia dei bravi ranger e tracker e lunghe passeggiate nella savana  sempre accompagnati da questi esperti della savana africana. 


Suggestivamente elegante la cantina, dove possono essere serviti pranzi e cene per 18 persone,  con migliaia di bottiglie di vino allineate nelle nicchie lungo le pareti e dove, ancora una volta, il tavolo è un unico lunghissimo tronco di legno. Completano il complesso l?Earth Nature Spa e palestra, una galleria d?arte e boutique il Giardino della Meditazione e la Boma, una conca scavata nella savana, con pareti di cespugli, radici e rami secchi e che, di notte, illuminata con bracieri e candele, cattura la drammaticità della notte africana abbracciando tutta la magia che scaturisce da questo luogo solitario – il più esoterico, il più audace e il più rigoroso dei lodge del gruppo Sabi Sabi.


Che certamente piacerà a chi sa apprezzare uno stile disadorno giocato, con geniale estrosità, sulle forme spoglie e contorte e sulle tonalità sobrie della savana africana.