MARIO LATERZA


Veduta della città con la
Basilica Cattedrale

           FOTO TRATTE DAL SITO www.comune.oria.br.it

    

            E? diventata la città di Federico II, puer Apuliae, da quando in agosto viene rievocata proprio qui una delle pagine più affascinanti e misteriose della storia pugliese. Oria, però, ha origini che si perdono nella notte del tempi e indicarla semplicemente come una cittadina medievale sembrerebbe quasi riduttivo. Adagiata su tre poggi che dominano la pianura del cosiddetto Tavoliere e di Lecce, Qria si trova a metà strada tra Brindisi e Taranto. Fu fondata dai cretesi di Minos, sbattuti da una tempesta sulle coste joniche. Era all?incirca il 1200 a. C. . Origini ancora più antiche di Roma, dunque, per una Città che conserva intatte le memorie del passato.

Scorcio di Via Milizia
La graziosa cittadina è conosciuta in tutto il Mezzogiorno per via di un?antica leggenda legata alla costrizione dell?imponente castello o, forse, delle mura stessa della città. Gli antichi vollero consultare gli oracoli per cercare di capire per quale motivo non si riusciva a tenere in piedi le fondamenta dei monumenti. L?oracolo non ebbe dubbi: occorreva sacrificare una vergine. Lo fecero e la madre, disperata, maledì la città:?Possa tu fumare in eterno come fuma il mio cuore disperato?. Ancora oggi una leggera nebbiolina avvolge il centro storico agli occhi di chi arriva in città. È un normale fenomeno atmosferico legato all?altura e alla conformazione del territorio. Per la gente, però, «Oria fuma» per via della leggenda: ?A Oria fumosa, ccitera ?na carosa tant?era piccinnodda, ca si la mintera ?mposcia? (ad Oria fumosa uccisero una fanciulla che era così piccola che se la misero in tasca).
Chiesa della Madonna della Scala
Profondamente legata al passato, la città di Oria oggi è meta turistica tra le più ricercate per chi sceglie la Puglia per le vacanze. Non e un caso che, ogni anno, il centro storico è letteralmente invaso da migliaia di persone dal periodo primaverile fino alla fine dell?estate. Un meraviglioso centro storico, il castello federiciano, la settecentesca basilica e i santuari ne fanno un?autentica ?perla? tutta da scoprire. Ad appena cinque chilometri di distanza, poi, sorge il santuario di San Cosimo alla macchia: ideale centro religioso di tutto il Salento dove confluiscono pellegrini provenienti da tutta Italia. Un santuario inserito negli itinerari del Giubileo arricchito dall? attiguo giardino zoologico: un?autentica oasi di tranquillità, inserita in un verde rigoglioso dov?è possibile trascorrerà un?intera giornata a contatto con la natura. Poco fuori dal centro abitato anche la chiesa della Madonna di Gallana, risalente al VI secolo, con all?interno affreschi di pregevole fattura. Storia e cultura si fondono, dunque, nella terra che diede i natali a Francesco Milizia (Il più grande critico e architetto del Settecento) e che Federico II scelse per edificare uno dei suoi castelli più belli. L?imperatore svevo era in attesa della promessa sposa Isabella di Brienne.
Il Castello Svevo
IL CASTELLO

 

 

Venne costruito sul colle più alto della città. Era il 1225. Ora i il maniero è proprietà della nobile famiglia dei conti Martini – Carissimo che ne curò il restauro negli anni Trenta, dopo  averlo ottenuto in permuta dal Comune. Allora era un rudere, oggi è tornato all?antico splendore e, nel corso degli anni, è stato visitato da Capi di Stato e regine provenienti da tutto il mondo. Il castello ha la forma di un triangolo tanto da farlo sembrare un ?immenso vascello natante nell?aria?. Nell?accogliente piazza d?armi si trova la cripta dei Santi Crisante e Daria, primi protettori della città il cui patrono – attualmente – è un santo di origini arabe dal nome unico: San Barsanofio.

Il Castello Svevo visto
dal Rione Lama

IL TORNEO DEI RIONI

 

Direttamente legata al castello è la manifestazione più importante della città: ?Il Corteo Storico di Federico II-Torneo dei Rioni?, una fedele rievocazione medievale che si svolge ogni anno nel secondo fine settimana di agosto. L?imperatore svevo attendeva la promessa sposa Isabella di Brienne e per ?sollazzare? la sua corte volle bandire un Torneamento  tra le quattro antiche contrade della città: i rioni Castello, Judea, Lama e Santo Basilio. Atleti e cavalieri dei quattro rioni – dopo un corteo con oltre seicento figuranti in costume ? si contendono il palio cimentandosi in prove di stampo medievale: uno spettacolo di colori e sensazioni davvero unico che ogni anno la Pro Loco organizza con impegno e competenza per la gioia i migliaia di turisti. Non è un caso che la rievocazione sia stata abbinata ad una lotteria nazionale ed abbia avuto l?alto patrocinio della Presidenza della Repubblica e del Consiglio dei Ministri. Folklore e tradizioni, poi, si fondono in altre importanti manifestazioni come i festeggiamenti in onore dei Santi Medici (quaranta giorni dopo la Pasqua) e del patrono San Barsanofio (30 agosto ). Durante l?anno spiccano il «Presepe Vivente» (fedele rievocazione del presepe francescano che si svolge la sera del 25 dicembre nella suggestiva cornice di Colle Impisi) e la ?Passione di Cristo nella vecchia Oria? che si svolge la domenica delle Palme nel centro storico) . D? estate, poi, oltre al Torneo dei Rioni si tiene alla fine di luglio ?Teatrestate?: una rassegna di spettacoli all?aperto.

Il Torneo dei Rioni
GASTRONOMIA

Tra i piatti principali anno ricordati ?Fai e fogghji?  (una purea di fave con contorno di cicoria , ?Pizzarieddi e Ricchiteddi» (due tipi di pasta fatta in casa con farina di grano duro mista a crusca), ?Marangiani chini» (melanzane private della parte interna e riempite di carne tritata), ?Gnimmarieddi? (involtini di trippa di vitello cotti con sedano, pepe, cipolla e sale), ?Brascioli alla pignata? (involtini di carne di cavallo cotti nel sugo di pomodoro in una pentola di creta). Gustare queste delizie è possibile nei tanti ristoranti della città, alcuni dei quali si trovano nel centro storico come la ?Vecchia Oria?. In periferia, invece, ?Da Saverio? . Poi, innumerevoli bar, dove gustare eccellenti gelati (da non perdere il sorbetto e le granite di limone del maestro Mario Ferretti, al ?Bar Kenia?).


DALLE VECCHIETTE

 

Capitolo a parte merita la «Trattoria Luce». La scoprii per caso anche perché tutto sembra meno che un ristorante. Un portone e basta. Dentro, due vecchiette che ti accolgono che se fossi il figlio tornato dalla guerra. Quando si entra sei già in cucina, una di quelle che io ho visto solo nelle vecchie pellicole in bianco e nero. La cucina di Cenerentola, tanto per intendersi, con grossi pentoloni ribollenti e il gatto che si accuccia vicino al fuoco, la polvere nera della cenere. Le due vecchiette qui fanno tutto: pane, pasta (è la loro specialità), intingoli, dolci. Quattro gradini e si sale nel ristorante. Quando ci andai, il prezzo di un?abbuffata senza precedenti era di circa ventimila lire (vino sincero compreso).
COME ARRIVARCI

 

Situata metà strada tra Brindisi e Taranto, Oria è raggiungibile in aereo arrivando all?aeroporto di Brindisi e percorrendo la strada statale 7 che collega le due città Pugliesi. L?uscita consigliata e quella di Latiano, distante circa 9 km da Oria. Chi arriva da Taranto – sempre lungo la strada statale 7 – può uscire a Francavilla Fontana, distante solo 4 km. La città è servita anche da una stazione ferroviaria collegata con quelle di Brindisi e Taranto.