VALERIO S PROVVEDI



In occasione dell?anteprima nazionale del suo film, realizzata a Firenze nella splendida sala del Cinema Gambrinus Cinehall, Sergio Rubini ha tenuto a precisare di aver voluto, fortissimamente voluto, girare questa pellicola nella sua terra d?origine, la Puglia, confortato anche dal solidale sostegno del conterraneo

L?argomento (le difficoltà e gli inevitabili contrasti tra quattro fratelli) non è certo nuovo sugli schermi, essendo stato già affrontato, tra gli altri, da Francesco Rosi e da Abel Ferrara, due nomi da far tremare i polsi a qualsiasi regista. 

Sergio Rubini propone un film corale nel quale il ruolo del protagonista è, sì, affidato al personaggio di Luigi, coperto da Fabrizio Bentivoglio, unitamente, però, a quello della propria terra, la Puglia, la cui presenza, con i suoi arcaici riti, le curiose consuetudini, i suoi a volte roventi segreti, è di continuo immanente e, quasi, opprimente.

Docente universitario di filosofia a Milano, dove è stato confinato fin da ragazzo per robusti conflitti familiari, Luigi, il Professore, come viene comunemente chiamato, torna nel paese natale, convocato dai fratelli per risolvere un apparentemente semplice problema di vendita della comune proprietà fondiaria.

Poco alla volta, all?inizio inconsapevolmente, Luigi si trova avviluppato giorno per giorno in una situazione complicata e appesantita da antichi rancori, da sfiducia, da subdoli rapporti esistenti sia tra consanguinei che con pseudo amici, fino a giungere all?inevitabile, risolutivo fatto di sangue.


A questo punto la personalità del Professore, nonostante avesse già deciso, infastidito da tutto, di tuonarsene a casa propria abbandonando ogni questione familiare e locale, si risveglia con inesorabile prepotenza. Essendo egli il più maturo e più cosciente di tutti, riuscirà a risolvere, con pratico buonsenso e con acuta intelligenza, l?ingarbugliata situazione evitando ulteriori guai ai suoi fratelli e facendo loro scoprire, meglio, riscoprire, l?importanza e il valore degli affetti reciproci.

Vicenda complicata dalle non semplici individualità dei singoli partecipanti ma con ruoli ben attribuiti e ben disegnati, a cominciare dallo sgradevole Tonino, piccolo ras locale e sordido usuraio, perfettamente ritagliatosi dallo stesso Rubini, fino al giovane Mario, di Paolo Briguglia, impegnato nell?assistenza ai ?down? della parrocchia, e ben centrati Massimo Venturiello ed Emilio Solfrizzi nel ricoprire i ruoli fraterni più estremi.

Positive le presenze di Giovanna di Rauso e di Claudia Gerini, che ben assolvono ai compiti, non sempre facili, loro assegnati

Interessanti e decise le musiche di Pino Dosaggio, abituato da decenni ai successi delle sue colonne sonore; ottimo il lavoro alla fotografia di Fabio Cianchetti e quello di Giogiò Franchini al montaggio.