LUISA CHIUMENTI



Si è inaugurata recentemente , alla presenza di Sua Maestà la Regina Margrethe II di Danimarca, nell?ambito della ?Festa di Primavera?, presso la Sala Giubileo del Complesso del Vittoriano in Roma la bella mostra dal titolo : ??800 danese. Architettura di Roma e paesaggi di Olevano Romano? a cura di Jens Peter Munk ( organizzata da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia ) .

L?attrazione verso Roma e il desiderio di compiervi il famoso ? viaggio di formazione?, se fu caratteristico della classe intellettuale europea che nei secoli XVIII e XIX affrontava il ?Grand Tour?, trova le sue radici ben più indietro nel tempo. Basti pensare alla sete di conoscenza e di visione diretta delle antiche vestigia classiche, che portarono già nel ?400 artisti come Donatello e Brunelleschi a sentire la necessità di visitare Roma e percepire la forza rappresentativa dei suoi monumenti antichi. E addirittura Francisco de Hollanda , nel ?Pinctura antigua? del 1548, scriveva: ? è i pittori e gli scultori né gli architetti possono produrre opere di molto pregio se non fanno un viaggio a Roma ( cfr. S. Barbagallo:? La scuola Danese a Roma nell?Ottocento? in Catalogo della mostra ??800 danese. Architettura di Roma e paesaggi di Olevano Romano?, Ed. Gangemi ? Roma 2006 ).


    
Ed ecco Melchior Lorck, pittore e grande viaggiatore, che già alla metà del ?500 affronta il viaggio dalla lontana Danimarca , lasciandoci una serie di bellissimi disegni, che descrivono appieno la forza del suo rapporto con Roma e la campagna romana.

Ed è forse da attribuire ad un architett, l?architetto secentesco, inviato del re Federic III,  Lambert van Haven, il delizioso, piccolo olio raffigurante il Palatino visto dal Colosseo ( prestato dal Gabinetto delle Stampe dello Statens Museum di Copenaghen ).

In ogni caso la più grande affluenza in Roma di artisti danesi si ebbe fra il ?700 e l? 800, in corrispondenza con le nuove importanti scoperte archeologiche , che aumentarono certamente il fascino degli spunti architettonici romani. E il più ?romano? degli artisti danesi si può ritenere sia stato quell? Ernst Meyer  che, dopo due lunghi soggiorni a Roma, moriva improvvisamente  ( per un colpo apoplettico ), proprio ad uno dei tavoli del caffè Greco, che l?aveva visto così spesso al centro dei cenacoli artistici e intellettuali che vi si svolgevano tanto assiduamente. Egli infatti era entrato molto bene a far parte della vita  romana del tempo incontrandosi con gli amici nelle sue varie dimore, che amava cambiare molto spesso: dal n.37 di via di Porta Pinciana ( dove ebbe il suo primo soggiorno ), al 39 di via del Babuino, al 41 di via del Pozzetto, mantenendo però sempre lo studio aVilla Malta ( cfr. Barbagallo . op. cit. ).


Segnaliamo ancora, in mostra, i bellissimi disegni, provenienti dal Museo Thorvaldsen di Copenaghen ) , che illustrano una Roma ancora molto ?leggibile? nelle vie dell?attuale centro storico, come è il caso di un disegno a penna e inchiostro marrone su carta, intitolato ?Il Corso?  ( di un pittore anonimo, ma datato a ?prima del 1820 ), in cui appare la ben nota sequenza dei palazzi e delle chiese di Via del Corso.

E il particolarissimo rapporto che si stabilì subito tra i pittori danesi e la Comunità olevanese che li accolse con tanto entusiasmo, come ha ricordato il Sindaco di Olevano Guglielmina Ranaldi, non è venuto mai meno, fino ad oggi, forse proprio per quell?incanto di colori, luci e scorci architettonici che i viaggiatori artisti dell?800 danese seppero così bene rappresentare.

E così continuando il cammino, come non segnalare  ecco la suggestiva ? Veduta di una via a Subiaco?   ( Museo Reale di Belle Arti, Copenaghen ), in cui Julius Friedlaender  rimane colpito da un?edicola sacra, alta su un pilastro che segna il passaggio della via stessa che , ad angolo , si inerpica su per l?abitato. E un viandante, preso di spalle, sosta dinanzi ad essa forse in preghiera, prima di riprendere il cammino?

Ma invitiamo ad una visita alla mostra, accompagnati dal bel Catalogo, curato con la consueta professionalità dall?editore Gangemi, sia nell?ottima resa iconografica, che nei testi, firmati da Jens Peter Munk e Sandro Barbagallo.

 

Per informazioni:

tel. 06 6780664