LUISA CHIUMENTI


Caravaggio, Chiamata di Pietro ed Andrea
Londra, Hampton Court Palace, Royal Gallery

    

E? stato presentato in anteprima mondiale a Roma ( ?Roma, Gate? – Ala Mazzoniana-Stazione Termini), il ?Caravaggio dei Windsor? la tela de “La chiamata dei Santi Pietro e Andrea” che Horace Walpole ebbe a definire  “il più bel Caravaggio?.
Affascinante la storia che ha circondato l?opera: in realtà una tela raffigurante la “Chiamata dei Santi Pietro e Andrea” era conservata nei magazzini della Royal Gallery di Hampton  ed era attribuita ad un seguace di Caravaggio. Si trattava di un quadro ingiallito dalla vernice, sporco e poco leggibile, che  tuttavia l?eccezionale abilità di Sir Denis, intuì essere..  ?qualcosa di diverso?.  Dopo aver fatto quindi eseguire alcuni tasselli di pulitura, egli, pur con le iniziali, evidenti  difficoltà di lettura, diede inizio agli accurati studi che avrebbero infine condotto  alla attuale,definitiva, attribuzione al Caravaggio.
Ed ecco come Sir Denis Mahon, uno dei massimi esperti e studiosi dell?arte del Seicento, Ha avuto ora l?idea di realizzare a Roma la mostra “Caravaggio. Capolavori nelle collezioni private”, all?interno della quale ha pensato di esporre  per la prima volta quel ?dipinto ritrovato” (che resterà presso il ?GATE Termini Art Gallery?, fino al 31 gennaio 2007), sottolineando così il fatto che Roma fosse appunto la città che aveva visto ?la luce? di quella tela.

Caravaggio, Sacrificio di Isacco
Princeton, New Jersey
Collezione Barbara Piasecka Johnson

    
L?esposizione, che è nata sotto l?Alto Patronato di Sua Maestà la Regina Elisabetta II d?Inghilterra e della Presidenza della Repubblica Italiana, con il Patrocinio del Senato della Repubblica, Presidenza della Camera dei Deputati, Presidenza del Consiglio dei Ministri, nonché quello di numerosissime altre importanti e prestigiose istituzioni politiche e culturali italiane, è stata realizzata da RomArtificio e curata  da Sir Denis Mahon e Mina Gregori, con un  prestigioso Comitato Scientifico composto fra gli altri di esperti critici come  Sergio Benedetti, Maurizio Marini, Claudio Strinati, Vittorio Sgarbi, Rossella Vodret e  Alessandro Zuccari.
Nel saggio redatto da  Sir Denis Mahon e dal critico Maurizio Marini si possono leggere le varie fasi del lavoro svolto, da quando la tela era stata trovata da Sir Denis, : “Coperta da uno strato di nero per cui era impossibile fare una valutazione?, con tutte le motivazioni per le quali è stata varata la definitiva e indiscutibile attribuzione della tela  al Caravaggio.

Caravaggio, Il Cavadenti
Firenze, Galleria Palatina di Palazzo Pitti

    
Per quanto riguarda il lungo ed attento lavoro di restauro (durato più di due anni dopo la definitiva attribuzione  a Caravaggio),  è da sottolineare come Rupert Featherstone, Senior Painting Conservator della Royal Collection Trust, abbia trovato come il pesante strato di sporco e le vecchie aggiunte di superficie avessero reso opaca e alterata la tela.
Ma nel corso delle indagini per il restauro, sono state effettuate a mano a mano notevoli scoperte, come quella che per la prima volta ha mostrato sulla superficie le incisioni che delineavano le sopracciglia del Cristo e più in basso la linea del naso.
Fulcro sostanziale di questi studi, per il cui specifico approfondimento rinviamo al Catalogo (RomArtificio e Viviani Editore), è stata la continua verifica, attuata con il supporto prezioso di RomArtificio (che  ha avuto anche il merito di tener vivo un importante rapporto di fiducia con la Royal Collection, ed in particolare con Desmond Shawe-Taylor Esq, Sovrintendente dei quadri della Regina),

della teoria della ?ripetizione dei soggetti di Caravaggio:? “perché ora conosciamo assai più sui modi con cui dipingeva; perché si capisce che ripeteva più volte il medesimo soggetto; perché abbiamo cominciato a trovare i bozzetti: che esistessero si sapeva, ma finora non ne era saltato fuori nessuno”? ( op. cit. ).

Sant ‘ Andrea
    
Straordinario quindi è  il significato di questo progetto, mediante il quale è stato  concesso in prestito il capolavoro, prima che si concludesse il restauro,
a RomArtificio,  perché fosse presentato in anteprima mondiale a Roma, per poi tornare a Buckingham Palace,  in una mostra alla Queen?s Gallery (dal 30 marzo 2007 fino al gennaio 2008).

Molte ed  interessanti sono le annotazioni riportate nel saggio di Marizio Marini e Denis Mahon, come quella che riguarda le incisioni nella materia non del tutto rappresa, che  costituiscono un altro, significativo, espediente della tecnica caravaggesca  oppure il dettaglio molto significativo che riguarda il supporto adottato, ossia  una pregiata e raffinata canapa.

Ricordando infine, tra le numerose altre opere esposte, eccezionali tele provenienti da collezioni italiane e straniere,  il Cavadenti della Galleria Palatina di Palazzo Pitti e quadri meno visti sia per problemi logistici dei luoghi ove sono conservati sia perché in collezioni private e quindi non accessibili al grande pubblico (come le tele siciliane della Resurrezione di Lazzaro e l?Adorazione dei pastori dal Museo Regionale di Messina , del periodo tardo del maestro lombardo), o facenti collezioni private non accessibili al pubblico, come
il San Giovannino alla sorgente e il Sacrificio di Isacco della Collezione Barbara Piasecka Johnson.

 

Per informazioni: 06/44252170