LUDOVICO ANTINORI



    

Negli anni Trenta ne parlavano solo gli specialisti,negli anni Sessanta la percentuale era del 10-15%,oggi la meteoropatia incide per il 25-30%. E negli anni avvenire le statistiche potrebbero essere ancora più allarmanti se è vero che c?è una stretta relazione tra questa sindrome e due dei flagelli più temuti dell?era moderna: lo stress e l?inquinamento.Finora questo fenomeno è stato preso in minima considerazione o,forse,poco sul serio,specialmente da familiari o amici di chi si dimostra “disturbato” dal cambiamento del tempo.Spesso non gli danno retta o lo giudicano un esagerato,o,peggio ancora,lo deridono per il suo atteggiamento da divinatore che prevede l?arrivo di un temporale.Quante volte si sente qualcuno dire:”Mi fa male il ginocchio,secondo me cambia il tempo”.E quante volte una frase del genere ci strappa un sorrisetto tra lo scherno e il divertimento! Ma,scienza alla mano,da ridere c?è ben poco.La meteoropatia,lo dice la parola stessa (dal greco pathos=sofferenza)è considerata dalla medicina ufficiale come una vera e propria malattia,anche se i sintomi insorgono solo se stimolati da fenomeni esterni.E visto che negli ultimi tempi, complice il famigerato “buco d?ozono”,le condizioni meteorologiche sembrano avere un andamento più mutevole che nel passato,con punte quasi eccessive,sarebbe auspicabile una maggiore attenzione verso questo fenomeno.Dal canto suo,la medicina sta facendo il possibile.


    
INTERVISTA AL DOTT. ANGELICO BRUGNOLI

 

Abbiamo chiesto delucidazioni a un esperto, il professor Angelico Brugnoli, specialista in meteoclimatologia medica presso l?Istituto di Climatologia Medica dell?Università di Milano

 

- Cos?è la meteoropatia?

-Si tratta di una sindrome, cioè di un complesso di sintomi o di reazioni patologiche, che si manifestano quando c?è una variazione graduale oppure repentina di uno o più fattori meteorologici su un dato territorio. Per fattori meteorologici, noi intendiamo la temperatura dell?aria, l?umidità relativa, la forza del vento, la pressione atmosferica, le precipitazioni e i temporali con il loro corredo di  ionizzazione negativa dell?aria, stato elettrico e turbolenza anche a quote elevate, perfino sopra i 10.000 metri. Queste variazioni possono presentarsi in modo brusco, durante il passaggio di fronti freddi, con i temporali o con le linee di groppo, o in modo graduale, quando aria calda scorre su quella fredda preesistente. Quando,per esempio sul continente europeo,dopo un periodo di bel tempo, arriva una perturbazione atlantica, si determinano alcuni effetti sull?organismo con manifestazioni a carico dei vari organi o dei vari apparati o dei vari sistemi. E il fenomeno è tanto più importante quanti più fattori atmosferici sono coinvolti nello stesso momento.


    
-Chi soffre di meteoropatia?

-Anzitutto i neurolabili, cioè quei soggetti che affrontano con una certa emotività, anche ingiustificata, tutti i momenti della vita, inoltre gli ansiosi e i depressi. In pratica, coloro che hanno delle turbe a carico del sistema neurovegetativo. Oggi la neurolabilità è in continuo aumento proprio per la frequente concomitanza di fattori negativi come l?iperstress, la perdita dei valori, la difficoltà di trovare lavoro o il disagio del pensionamento, la continua competizione per poter emergere e ,non ultimo, l?inquinamento,atmosferico e acustico. I soggetti definiti neurolabili spesso sono dunque anche meteorolabili

 

Scientificamente, come reagisce l?organismo al cambiamento del tempo?

-Di norma, all?incirca 48-24 ore prima dell?arrivo di una perturbazione, la persona particolarmente sensibile di cui abbiamo parlato può avvertire vari sintomi il cui insieme costituisce proprio la sindrome meteropatica. I disturbi più frequenti sono:aumento della depressione, psichica e fisica, astenia, ipotensione, cefalea, voglia di rimanere chiusi in casa, aumento della dolorabilità a livello articolare e muscolare soprattutto per diminuzione della soglia del dolore, difficoltà nel respirare con sensazione spiccata di ?respiro corto? e un senso di peso allo stomaco. In più si possono osservare vari  disturbi dell?umore, irritabilità e sintomi che si evidenziano a carico dell?apparato cardiocircolatorio con palpitazioni, cardiopalmo, dolorabilità retrosternale.


    
-Quanto durano questi disturbi?

-Uno o due giorni. Cominciano a diminuire una volta che la perturbazione è in atto, ma ritornano se ce n?è un?altra in arrivo. Tuttavia,nel caso in cui le perturbazioni siano una di seguito all?altra, ogni volta i sintomi diminuiscono di intensità, perché si verifica una sorta di adattamento. Naturalmente,anche se i tipi di perturbazione sono diversi, a fronte caldo (d?inverno),a fronte freddo (d?estate), più o meno, i disturbi avvertiti sono uguali. C?è però da considerare che le perturbazioni non passano soltanto al suolo ma anche in quota. All?istituto di Climatologia medica di Milano, già da qualche anno ci stiamo interessando anche alle perturbazioni in quota a livello dei 500 hpa (circa 5500 metri), che finora sono state molto trascurate. Ci sono le cosiddette gocce di aria fredda in quota che possono perdurare, per esempio sul bacino mediterraneo,anche 7-10 giorni consecutivi. Esse disturbano molto il tempo a bassa quota con temporali, rovesci e forti colpi di vento e l?organismo umano ne risente per un periodo più lungo delle normali 48-24 ore, anche per una settimana. Quando invece si forma una cupola d?aria calda in quota, per esempio un anticiclone estivo che determina una zona di alta pressione, può durare anche 15-20 giorni. Nel mese di agosto del 1998 o durante la famosa estate del 2003 la cupola d?aria calda è durata per più di un mese  e ha fatto , come abbiamo sentito, notevoli danni sull?organismo umano, con un aumento in percentuale delle morti tra gli ultrasessantacinquenni di circa il 30 %.


    
-Cosa può succedere in questi casi?

-Si possono avere i cosiddetti colpi di calore (da non confondersi con i colpi di sole!),che si verificano in presenza di un grado molto elevato dell? umidità relativa dell?aria e della temperatura,di solito sopra i 35°C,e di calma totale di vento. In queste condizioni l?organismo si riscalda molto e, soprattutto se si beve poco, entra in disidratazione e subisce manifestazioni che vanno dal collasso a disturbi ancora più gravi. Il colpo di sole,invece,si può prendere anche se la temperatura non è molto elevata, ma se ci si ferma al sole per molto tempo. Se il grado di umidità relativa è bassa è anche peggio perché il cielo è molto più limpido e la radiazione solare è particolarmente intensa tanto che vengono poco filtrati non solo i raggi ultravioletti (a causa del buco d?ozono) ma anche i raggi infrarossi.

 

 

- Si può fare qualcosa per prevenire la meteoropatia?

-Ci sono alcuni accorgimenti. Anzitutto, leggere il bollettino delle previsioni meteorologiche specifiche per i meteoropatici, che si può trovare sul nostro sito dell?Università di Milano www.naturmed.unimi.it/meteolab.html  , cliccando su Bioprevisioni. Qui si trova  un servizio di previsione utilissimo per tutti, a tal punto che abbiamo una media elevatissima di accessi, 30.00 al giorno.  Cliccando poi su altri è possibile avere notizie di tutti i tipi sull?influenza delle condizioni atmosferiche sull?organismo umano per più di mille pagine. Ci sono poi anche i dati online di molte stazioni meteorologiche automatiche per conoscere il tempo attuale delle regioni italiane.


    
In che cosa consiste la terapia farmacologica?

-Si consiglia di assumere,48 o 24 ore prima dell?arrivo della perturbazione, un antiallergico associato a un sedativo vegetale come biancospino,tiglio o valeriana(mai benzodiazepina!).Questo <BR>perché i meteropatici,come i neurolabili,spesso soffrono di allergopatie, soprattutto da smog e da polveri sottili. E purtroppo le allergopatie sono in aumento perché è aumentato l?inquinamento atmosferico. Un?altra forma di prevenzione della meteoropatia è quella di curarne la causa, cioè la depressione o la neurolabilità. Inoltre,da uno studio a livello internazionale è emerso che vivere in ambienti molto luminosi, grazie anche a lampade molto forti, aiuta a vincere quella parte della depressione che influenza la meteoropatia e viceversa. Soprattutto a fine inverno, in un ambiente molto luminoso si soffre molto meno della cosiddetta depressione primaverile la SAD, Seasonal Affective Depression, cioè del passaggio da una stagione all?altra

 

- Potrebbero essere meteoropatiche anche persone perfettamente sane?

- Sì, ma con disturbi molto più attenuati. Noi le chiamiamo neurostabili e di conseguenza meteorostabili. Si verifica in questi casi una sindrome “borderline”,cioè poco evidente, al limite della normalità


    
-Si può essere meteoropatici in modo episodico o diventarlo solo in un certo momento della vita?

-Si diventa meteropatici,in genere, dopo i 50 anni. Perché le difese dell?organismo cominciano a rallentare e anche perché di norma si è più sottoposti a stress.

 

Per gli anziani c?è una particolare terapia o prevenzione?

-Dopo i 60 anni la prevenzione più utile è prendere un antiallergico(meglio la sera perché può dare sonnolenza e quindi funge anche da leggero sedativo) con i fans (farmaci antinfiammatori non steroidei),che aumentano la soglia del dolore. Mai prendere il cortisone che diminuisce ancora di più le difese immunitarie, che oltre i sessantanni iniziano a scarseggiare.

 

-La meteoropatia è un fatto genetico?

 No. Però, siccome dipende dalla neurolabilità si può trasmettere la costituzione neurolabile e quindi,di conseguenza,la predisposizione a quella patologia che viene individuata anche come meteoropatia.

 

- Stare al chiuso può aiutare?

-L?ambiente chiuso,che noi chiamiamo microclima confinato, è più dannoso dell?ambiente esterno. Noi oggi sappiamo quanti virus, batteri e polveri sottili si annidino negli ambienti chiusi. Quindi sarebbe meglio uscire all?aperto, anche se gli abitanti delle grandi città devono poi fare i conti con l?inquinamento atmosferico, lo smog e le polveri sottili.