CLOTILDE PATERNOSTRO


Crocifisso
(National Gallery of Art Washington).

    

Nell?antico convento di San Francesco a Carrara, del Centro Internazio­nale delle Arti Plastiche,è in atto la grande mostra interamente dedica­ta a Pietro Tacca, una delle figure di maggior rilievo del Manierismo e del Barocco. Dal ?500 al ?600.

Pietro Tacca (Carrara 1577- Firenze 1640),allievo del Giambologna, per lungo tempo fu obliato dalla critica essendo oscurata la sua fama dalla figura insigne del suo maestro. Con la presente mostra viene fatta piena luce sull?arte di questo artista proponendo opere, sculture, disegni, bozzetti della sua tipologia manieristica ed anche (per certa parte) barocca.

Partito giovanissimo dalla sua terra d?origine, Carrara, detta all?epo­ca “terra di confine?, si trasferì a Firenze entrando nella “bottega” ( di carattere gotico, ossia lavoro d?équipe) del Giambologna, scultore famosissimo nella Firenze del ?500, divenendone poi aiuto e col1aboratore di grande talento. Se Manierismo fu la riproposta di famose opere del passato considerate irripetibili, il Barocco fu il superamento di tale momento con una nuova interpretazione della linea ( morbida e a volute), del chiaro-scuro, delle forme arrotondate e a conchiglia- due epoche e due stili-. Manierismo fu dunque classicismo e memoria del passato, Baroc­co invece invenzione, teatralità, scenografia, gusto per l?eleganza, del­la recita, del grandioso e spettacolare. Ambedue gli stili furono patri­monio del Tacca ( soprattutto manierismo – fu considerato infatti protago­nista dell?eclettismo manierista fiorentino) e ben presto si distaccò dallo stile del maestro per conseguire una propria linea plastica non di­mentica del passato ma già portata al nuovo.

Le corti europee furono le grandi committenti dello scultore, non solo la Toscana ma Piemonte, Francia e Spagna. Fu autore di monumenti celebri, fontane, sculture di forte rilievo e la Mostra presenta esempi del suo

lavoro per se moltissime opere, data la collocazione in piazze di  città, sono state ovviamente inamovibili, tuttavia presentate con disegni e bozzetti dello stesso Tacca e di suoi contemporanei.

Filippo di Spagna IV
(Madrid – Plaza de Oriente)

    
Tacca fu uomo ?moderno? grazie al suo spirito cosmopolita. Il suo ?far scultura” fu per “via di porre” e non? di levare” come in Michelan­gelo; predilisce al marmo la fusione in bronzo. La sua scultura fu per il “far grande? e in tutta Europa fu celebrato per i suoi monumenti soprattutto, equestri. Se l? arte del Giambologna aveva carattere di forte intellettualismo ed era strutturata come produzione di più arti­sti della ? bottega?  il Tacca fu invece estremamente individualista imponendo un proprio stile ed una propria personalità di indiscusso valore e temperamento. Alle grandi produzioni di famose statue e monumenti, aggiunse poi la propria spirirualità e trascendenza con i superbi Cro­cifissi e paramenti sacri; la monumentalità laica e l?iconografia sacra furono dunque i due aspetti fondamentali della sua valenza artistica ed anche etica. Opere celeberrime I Quattro Mori di Livorno, (1620?1626); Il Porcellino (1633-1639) di Firenze, le due fontane gemelle di piazza della SS. Annunziata a Firenze, quattro ritratti equestri monumentali tra i quali il famoso Monumento a Filippo IV di Spagna  , sua ultima e gran­diosa opera,una delle maggiori realizzazioni tecniche nella storia del­la scultura occidentale di tutti i tempi.

Le mostra si articola in tre sezioni ed ospita circa trenta opere. Si apre con uno spazio dedicato ai “monumenti simbolo?, i più noti al mon­do dell?artista: i già nominati Quattro Mori, due figure fantastiche (1620 ca.), il Ritratto del Giambologna (1608), Cavallo rampante (1615 ), ecc. ecc. ; opere dove si nota un connubio tra naturalismo e sperimen­talismo seicentesco che talvolta si spinge fino al grottesco e alla curio­sità di natura ( tanto in voga presso i sovrani di tutta Europa) e il vecchio gusto manieristico per l?eccentrico e il mostruoso. Tacca fu dunque veramente l?artista di passaggio fra due epoche.

Fontana in Piazza SS. Annunziata
(Firenze,1629ca.

    
La seconda sezione ospita testimonianze iconografiche dei Medici per i quali il Tacca fu chiamato a realizzare le due statue bronzee di Ferdi­nando I e Cosimo II site nella Cappella dei Principi annessa alla Basilica di San Lorenzo a Firenze.

La terza è dedicata alle grandi imprese dei monumenti equestri, documen­tati da disegni, bozzetti e dipinti del Tacca, di Stefano della Bella, il Susini, Ludovico Cigoli: Luigi XIII di Francia a cavallo (1615 ca.), Ritratto equestre di Carlo Emanuele I duca di Savoia (1621-1622). La quarta ed ultima  sezione illustra la produzione nel campo dell?arte religiosa. Nel Tacca dominano due spiriti: l?esaltazione della gloria dello spirito umano e del potere ( il potere temporale di principi e re) realizzato attraverso i grandi monumenti celebrativi, quindi lo spirito devozionale, temi che richiamano sotto il profilo politico la formazio­ne dei moderni stati sovrani e sotto il profilo religioso gli effetti della controriforma. Nell?ambito religioso ricordiamo il dono del Cro­cifisso in bronzo a grandezza naturale donato dall?artista a Filippo II di Spagna.

Una mostra eccelsa questa di Carrara, documento storico oltre che ar­tistico di assoluto pregio.