LUISA CHIUMENTI


L’itinerario si ispira alla recente grande mostra “Arte francescana tra Montefeltro e Papato. Committenze artistiche 1234-1528”, prodotta e organizzata da Arthemisia ed allestita, a cura di Lorenza Mochi Onori, nelle due sedi della Chiesa di San Francesco e di Palazzo Berardi Mochi-Zamperoli a Cagli.

Ma in concomitanza con tale esposizione la cittadina di Cagli ha potuto mostrare al pubblico  lo straordinario ritrovamento del vasto ciclo di affreschi (per un totale di 100 mq) datati alla quarta decade del Trecento, conservato nella Chiesa di San Francesco, la più antica chiesa francescana delle Marche che, dopo un lungo restauro, ha riaperto i battenti  in questa occasione.

Per quanto riguarda gli affreschi dell’abside, va sottolineato come il recente smontaggio del catino ottocentesco abbia in effetti  consentito di riportare alla luce il sottostante catino medioevale con gli affreschi che erano ancora in larga parte ricoperti da uno strato di calce che vi era stato disteso nel 1579 per le pressanti motivazioni sanitarie dettate dai timori della  peste. Delicata la decisione della Soprintendenza di Urbino, che, sulla base dei documenti citati, non solo ha portato avanti la ricerca attraverso saggi sulla muratura della calotta absidale, ma ha poi  deciso di eliminare appunto la calotta in gesso e di restituire alla vista, restaurati come oggi appaiono,  i bellissimi affreschi che rappresentano Apostoli, Angeli, Santa Maria Maddalena, Santa Margherita, San Francesco ed altre figure  frammentarie.