VALERIO S. PROVVEDI



    

Davvero piacevole e accattivante questo pratico e tascabile testo, fresco di stampa, che oscilla garbatamente tra storia e sana alimentazione, tutte di casa nostra; una felice scelta nel vasto panorama editoriale di settore.

Indovinata una frase del prefatore, Luca Zanini, che, sinteticamente, parla de ?l?avventura e l?impresa di nutrirsi bene e con coscienza? mentre, la stessa autrice, ci ricorda come ?tutto ciò che oggi ammiriamo e gustiamo sulle nostre tavole, cioè quei cibi di qualità riconosciuti anche a livello internazionale, proviene da una storia di sacrifici e di dedizione, di terra e di mare, di conventi e di corti?Storie di cibi ma, soprattutto, storie di uomini giunte fino ai nostri giorni perché tramandate Di bocca in bocca?.

Il sommario che, quanto meno, incuriosisce, si condensa in otto Capitoli suddivisi, a loro volta, in ulteriori dettagliati ragguagli, tutti dalle folgoranti definizioni:

Gustosamente l?Italia; Assaporando qua e là; Cibi di terra; Sapore di mare; Bicchieri di bontà; Dolci e delizie; Natale in tavola; L?estetica del piatto.

Titoli che si direbbero suggeriti, anche, da una indiscutibile sottile venatura elegantemente poetica.


    
Allo scopo di far comprendere al meglio lo spirito con cui è stato redatto il libro, proponiamo alcuni stralci che riteniamo esemplificativi.

Cogliendo da fiore in fiore, a cominciare dal primo sotto titolo: ?Uno stivale di sapori?, il volume si dedica a considerare le ?produzioni? tralasciando il capitolo ?gastronomia?, sempre alla ricerca di prodotti tipici della tradizione agricola e contadina centrando sapori forse meno noti, più di nicchia, ma che ancora conservano quella cultura e quell?amore per la terra che, infine, hanno costruito la nostra storia.

E, qui, si passa ad esaminare, appunto, alcuni prodotti tipici locali.

In Valle d?Aosta, la fontina, il toma, il lardo di Arnaud; il Piemonte, con  il tartufo bianco di Alba e patria del riso (ben cinque qualità); in Liguria non parliamo del pesto né dell?olio o del basilico ma della Testa in cassetta, particolare prodotto della salumeria ligure; in Lombardia, citando il gorgonzola, il taleggio, lo stracchino, la bresaola; in Veneto, la luganega, il radicchio rosso di Treviso, lo speck; in Friuli il formaggio montasio, il frico friulano, l?asparago bianco di Grado; in Emilia Romagna, sorvolando su mortadella, parmigiano reggiano, scquacquarone, coppa, prosciutto, salame felino, zampone e cotechino, si arriva al formaggio di fossa, al culatello di Zibello, all?aceto balsamico;


    
in Toscana: il lardo di Colonnata, i fagioli, i funghi porcini della Garfagnana; nelle Marche: il ciavuscolo e le olive ascolane; in Umbria: le lenticchie di Castelluccio di Norcia, lisce e zigrinate; il Lazio con il pecorino romano, le castagne, le fave, il vino dei Castelli; in Abruzzo con il parrozzo o pan rozzo (amato da Gabriele d?Annunzio), l?aglio rosso di Sulmona; nel Molise la Campanella di San Martino, le costarelle; in Campania la mozzarella di bufala, il pomodoro di San Marzano, la pizza napoletana, la mela arrunca; la Puglia con la burrata, il canestrato pugliese, il lampascione; in Basilicata la salsiccia lucanica, il formaggio padraccio del Pollino, il peperone di Senise; in Calabria il caciocavallo silano, la ?nduja di Monte Poro, la cipolla rossa di Tropea; la Sicilia con la tipica ricotta, i capperi di Pantelleria, il pistacchio, gli agrumi; in Sardegna il pecorino, il fiore, i canestrati, la bottarga di muggine, il pane carasau, le sebadas, il miele di corbezzolo.


    
A questo punto segue il capitolo ?Assaporando qua e là?, con i sottotitoli: Tipicità d?Abruzzo, All?ombra del Vesuvio, Il lustro di Enotria, Roma caput tavola.

Ecco, poi, ?Cibi di terra? con: Sua maestà la pasta; Il riso, un chicco prezioso; Si fa presto a dire olio; Peperoncino, il piccante della vita;Il castagno, l?albero del pane; I misteri del tartufo.

E, ancora, ?Sapore di mare? con: Pesce azzurro e Omega 3,;Il merluzzo diventò stoccafisso;

?Bicchieri di bontà? con: Vite e Vino sangue della terra; Birra una spumeggiante miscela.

Si conclude con ?Dolci e delizie?: Cioccolato il cibo degli dèi; Brividi di piacere in un cono gelato; Il fascino della marmellata; Dolce come il miele.

Fino a ?Natale in tavola?: Ad ognuno il suo;  e ?L?estetica del piatto?: Dalla messa in scena alla sostanza.

Riteniamo, qui giunti, di aver fornito una panoramica sufficientemente dettagliatata di un?opera che si propone, e ci riesce, il compito di migliorare la vita a ciascuno di noi grazie ad un consumo consapevole e coerente.  Una specie di ?Istruzioni per l?uso? assai utile a districarsi in quell?immensa tavolozza di offerte che ci perseguita spesso con subdoli inganni e infinite ?convenienti e utili (?) proposte?. Un?opera che attrae, incuriosisce e stimola ad approfondire la materia, sia per semplice curiosità che per raziocinante interesse specifico.      

In conclusione, sia le due mezze giornate necessarie ad una attenta lettura e sia l?importo per l?acquisto rappresentano un sicuro intelligente investimento.

Un testo che, certamente, resterà sempre a porta di mano e di occhio e, perché no, di ?bocca?.