Testo e Foto di SERGIO ZANARDI



    

La vallata detta anche Vallata Bizantina dello Stilaro, dove si trova l?antico  monastero di San Giovanni Theresti, è sovrastata dalle ripide pareti del Monte Consolino e il monastero rientra fra gli insediamenti ascetici posti sulle pendici di questo monte e sparsi anche nelle colline circostanti. Luoghi che un tempo erano abitati da monaci dalla cultura, dalla spiritualità e dall?ascetismo così elevati, da far definire questa zona la “Terrasanta de Basilianesimo“. Infatti, per un lungo periodo storico, le regioni dell?Italia Meridionale appartennero all?Impero Romano d?Oriente  e in Occidente, cioè in Calabria, sopravvissero altri cinque secoli al crollo del Mondo Classico e a varie ondate nel tempo, giunsero numerose comunità di monaci, per sfuggire alla pressione degli arabi.  Mentre si sale lungo la strada piuttosto tortuosa, dopo avere lasciato alle spalle Bivongi, osservando il panorama, tutto conduce a pensare che l?area circostante è stato luogo di monachesimo e di un mondo tutto bizantino, un mondo particolarmente adatto ad essere ciò che  poi in realtà fu, la palestra spirituale di molti monaci basiliani e tra questi, i santi  Ambrogio e Nicola, vissuti verso la fine del primo millennio. Il ristretto pianoro dove sorge questo edificio monastico, è compreso tra le fiumare dello Stilaro, che è in provincia di Reggio Calabria e quella dell?Assi, che invece è in territorio catanzarese. Già all?ultima curva il monastero si mostra nella sua suggestiva interezza.


    
Superato un portale di granito, si entra nel cortile. Il monastero è piccolo, con alcune celle e una cappella che rimangono alla sinistra; in fondo al cortile i ruderi del vecchio monastero basiliano; alle destra si trova la basilica dedicata a San Giovanni Theresti, risalente alla fine dell? XI secolo. In questo luogo religioso, che appartiene alla diocesi Ortodossa, dal 1994, vivono alcuni monaci greco-ortodossi, provenienti dal Monte Athos, che conducono una vita di studio e lavoro. La basilica costituisce una chiara testimonianza architettonica di transizione, tra l?epoca bizantina e quella latina ? molti gli elementi architettonici frammisti bizantini e normanni -. Si presenta con uno stile bizantino, ma con dimensioni normanne. Lo stile dell?architettura normanna si nota bene all?interno, soprattutto nei quattro pilastri angolari che sorreggono la cupola. Lo stile bizantino, invece, è piuttosto evidente all?esterno, dove i muri perimetrali sono costruiti con strati di pietra alternati a manufatti di cotto. In alcune parti, negli archi ogivali, ci sono evidenti motivi dell?architettura araba. Molte tracce di affreschi, ancora visibili, portano a ritenere che siano stati affrescati già dai tempi della sua edificazione e il più notevole tra questi è quello che raffigura proprio San Giovanni Therestis. All??interno, che oggi si presenta nuovamente ricco di icone, pitture, affreschi e ammirevoli arredi sacri, fa bella mostra di sé un enorme lampadario in oro appeso alla navata centrale, che ha una grande base con dodici lati, su ognuno dei quali è raffigurato un apostolo.
    

    
La storia di San Giovanni Therestis

Quegli anni di fine e inizio millennio, erano caratterizzati da frequenti incursioni saracene lungo le coste della Calabria e durante una di queste, il padre del futuro santo, venne ucciso e la madre, incinta, condotta come schiava fino a Palermo, dove partorì il bambino, che crebbe nella fede cristiana. All?età di 14 anni la madre lo fece fuggire verso il suo paese natìo, dove venne battezzato, nella località di Cursano. La storia racconta che il giovane ragazzo, munito di una piccola croce, attraversò in barca lo stretto di Messina, per poi giungere sino a Stilo. Gli abitanti del luogo, vedendolo vestito da moro, lo condussero presso il vescovo Giovanni, che lo interrogò per sapere da dove fosse venuto e cosa cercasse. Il ragazzo rispose che chiedeva il battesimo, ma il vescovo, prima di conferirglielo e di imporgli poi il proprio nome, lo sottopose a dure prove. Crescendo sentì sempre più forte l?attrazione per la vita condotta dai monaci e due di essi, Ambrogio e Nicola, due asceti che vivevano nelle grotte che erano nei dintorni di Stilo, furono i suoi modelli da imitare. Nonostante la sua ancor giovane età, dopo non poche insistenze, fu ammesso nella comunità, dove si distinse per le virtù che aveva, tanto che venne anche nominato abate. Non lontano dal monastero dove viveva, c?era una grotta dalla quale scaturiva una sorgente e d?inverno, col permesso del superiore, Giovanni usava pregare con i piedi immersi nelle acque gelide. Il miracolo lo compì un giorno di giugno quando, recatosi a Monasterace, per fare visita ad un cavaliere che aveva provveduto al vitto del monastero, mentre attraversava i fondi Marone e Matuavolo, cominciò ad imperversare un furioso temporale che rischiava di distruggere tutto il raccolto di stagione. Le intense preghiere di Giovanni, fecero si che il grano poté essere ugualmente mietuto e ammonticchiato in covoni. Il padrone dei campi, sbalordito per quanto era accaduto, li donò al monastero. Questo e altri episodi testimonianti l?aiuto soccorrevole ai contadini, gli valsero l?appellativo di Therestis, cioè il Mietitore. Giovanni morì nel 1054 e fu sepolto nel Monastero della Madonna del Maestro, poi detto di San Giovanni Theresti vecchio, o del Bosco.

 

INFO

per una visita guidata al monastero, si può contattare direttamente una guida del posto, Francesco Passarelli, tel. 349.2195301, oppure la Cooperativa Dafne 0964.342229 info@dafneservizi.it , che fornisce anche altri numerosi servizi di assistenza ai turisti.