LUISA CHIUMENTI



    

La grande mostra ?L?Enigma degli avori medievali da Amalfi a Salerno, allestita recentemente a Salerno, presso il Museo Diocesano, presenta al grande pubblico la più vasta e completa serie di opere eburnee del Medioevo europeo esistente al mondo,

rendendo visibile a tutti (e non più soltanto agli studiosi) una tra le più  ?grandi eccellenze? del patrimonio artistico e culturale del nostro Paese.

Prodotto di alta creatività e civiltà, gli avori  salernitani ?viaggiavano? nel Medioevo, come oggetti portatori di cultura; lavorare l?avorio, ottenere le delicate sculture che oggi ammiriamo, era un?arte, pur difficile, date le caratteristiche del materiale, che era nel Medioevo assai diffusa sull?intero territorio.

Come ha sottolineato l?architetto Giuseppe Zampino, Soprintendente BAPPSAE di Salerno e Avellino, è stato di grande rilevanza culturale portare avanti il progetto di  sviluppare l?idea maturata con il fondamentale e prezioso apporto scientifico del professor Ferdinando Bologna, di evidenziare  la straordinaria ricchezza di una raccolta così vasta (ben 69 pezzi conosciuti) ed originale.

Tale progetto è stato volto anche ad approfondire gli studi fin qui svolti anche sugli aspetti particolarmente legati al confronto ed al rapporto fra la produzione salernitana e quella della vicina Amalfi.  


    
E  accanto alla mostra dei preziosi oggetti, sempre sullo scenario dell?arte, dell?architettura e della cultura scientifica del territorio afferente ai due centri di Amalfi e di Salerno  che si distingueva nel medioevo come protagonista insigne  nell?ambito della più vasta cultura europea (si pensi anche soltanto all?alto livello della notissima  Scuola Medica Salernitana), sono stati anche individuati due percorsi all?interno della città: uno sulle tracce del tessuto architettonico medievale, attraverso stradine, passaggi e slarghi e l?altro attraverso la grande ?stagione normanna?, particolarmente testimoniata dalla cattedrale  Salernitana.

La mostra, curata da Ferdinando Bologna, su progetto allestitivo dello scenografo Mauro Carosi e di Caterina Carosi, presenta il prezioso complesso degli avori figurati, costituito da bassorilievi risalenti  al primo quarto del secolo XII, conservati nel Museo Diocesano di Salerno, facenti parte dell?arredo liturgico, eseguito per la cattedrale di San Matteo. Di funzione tuttora non ben certa e discussa, la raccolta delle 69 opere è costituita da elementi di misure diverse; 37 sono le formelle rettangolari e di esse 18 raffigurano episodi dell?Antico testamento e 19 del Nuovo, mentre gli altri elementi sono frammenti di cornici, colonnine binate, medaglioni di apostoli e simboli degli Evangelisti. Molte delle tavolette testamentarie che sono oggi custodite in Musei stranieri, sono rientrate a Salerno, per essere esposte in occasione di tale importante evento.

Ed eccoci, in mostra, di fronte alla bellissima ?Cassetta?, conservata presso l?Abbazia benedettina di Farfa? a cui era stata donata da un ricco mercante amalfitano. Questo preziosismo oggetto in effetti testimonia ciò che gli studiosi hanno messo in evidenza, ossia che la vicina Amalfi avesse iniziato a produrre avori finemente lavorati molto tempo prima della produzione salernitana.


    
La mostra ha anche evidenziato quali siano le vere radici da cui ha avuto luogo il ciclo salernitano, riscontrando molte interessanti analogie  iconografiche  con la ?Cattedra di Grado?.

Ma vorremmo ancora segnalare come la lavorazione degli avori prodotti nel territorio tra Amalfi e Salerno, si sia rivolta  anche a soggetti profani, come nel caso degli ?olifanti? e delle splendide pedine da gioco degli scacchi. Eseguiti con materiale di straordinaria qualità, gli scacchi risultano intagliati in massicci blocchetti di avorio d?elefante ed ogni pezzo è stato ricavato dalla metà di un tronco di zanna di rilevante altezza (in alcuni casi fino a 15 cm.). Un vero e proprio ?set da re?, se si pensi alla preziosità di un materiale ben difficilmente reperibile ed inoltre usato in spessori molto inferiori a questo: lo spessore medio, ad esempio, delle placchette con ?Storie vetero e Neotestamentarie? del ciclo salernitano non supera mai il centimetro.

Ricordiamo infine come molti dei pezzi esposti provengano da musei ed istituti stranieri, di grande prestigio, quali il Museo del Louvre, il Victoria and Albert Museum di Londra, il Metropolitan Museum di New York, il Museum of Fine Art di Boston  e molti altri.