TERESA CARRUBBA


Un suggestivo scorcio della Daunia

Ben 784 chilometri di costa disegnano i confini di questa straordinaria regione, frutto della stratificazione di grandi civiltà. La geografia e soprattutto le storia dividono la Puglia in grandi aree, ognuna ricca di bellezze particolari. La Capitanata o Daunia, al Nord, cioè la provincia di Foggia, grande produttrice di vino e frumento e ospite delle meraviglie del Gargano; la terra di Bari, nota per lo splendore delle cattedrali romaniche, per i castelli che si affacciano sul mare e per il vicino altopiano delle Murge, sul quale si appoggiano villaggi dalle tradizioni antichissime come il suggestivo Alberobello; il Salento, che copre la provincia di Lecce, col suo prezioso Barocco e quella di Brindisi; la provincia di Taranto, testimonianza di un mitico passato, quella dell?era magno-greca. Dalla costa pescosa e mossa da aspre scogliere, dirupi mozzafiato e grotte marine che si distendono dolcemente in tranquille spiagge sabbiose, si sale sino ai colli attraverso uliveti millenari, vigneti e il Tavoliere, che della Puglia fece il Granaio d?!talia.

Lecce, particolare della
Chiesa di S. Croce

Impressionante la sequenza dai valloni di tufo che scandiscono le pendici delle Murge verso il mare, a cui si abbarbicano singolari paesini di case bianche, a cubo, con tetto piano, tipiche del­l?architettura orientale. E? la cosiddetta civiltà rupestre della Puglia, traccia di un impero,  quello di Federico II, teso verso Costantinopoli e Gerusalemme. Un legame ancora saldo, con l?Oriente, grazie ai sempre fiorenti porti di Bari, Brindisi e Taranto che confermano alla Puglia il suo ruolo europeo di tramite tra le due civiltà. La Daunia, i monti della Daunia, con le vallate che si aprono verso il Tavoliere con i  villaggi arrampicati sulla roccia hanno l?impronta dell?Italia appenninica mitigata da un alone mediterraneo e orien­tale e dalla nobile traccia dei Dauni che qui lasciarono molti segni della storia, come le stele, lastroni di pietra incisi con scene di vita quotidiana. Prima ancora, abitarono questa zona i nostri progenitori del Paleolitico, a giudicare dai resti delle palafitte e dai reperti rinvenuti nelle caverne lungo la costa, come la Grotta di Paglicci a Rignano Garganico. Gli stessi monti che conservano il segreto di un mondo antico e irripetibile, corrono lungo la costa e si stagliano a strapiombo sul mare verso lo ?Sperone d?Italia? :il Gargano.
    
Grotte lungo la costa del Gargano
    Se la natura, qui, ha voluto giocare sull?effetto-sorpresa, non avrebbe potuto fare di meglio. Chi si avventura per il Gargano, vive uno spetta­colo indimenticabile, fatto di immagini che si susseguono in un crescen­do di emozioni. Un paesaggio mutevole ad ogni tornante, tra i monti che si aprono al mare e alla costa, una fuga tormentata di promontori roccio­si che all?improvviso si addolciscono in placide caletta orlate di agrumeti. L?itinerario parte dalla marina di Chieti, quasi al confine del Molise, costeggia i laghi di Lesina e di Varano, antichissime saline, e si protende sullo sperone, su Rodi Garganico, Peschici, Vieste, Pizzomunno, Pugnochiuso, Mattinata, Siponto. Imprescindibili dal paesaggio del Gargano, le isole Tremiti, mitiche per la loro bellezza e per la leggenda che vuole sia sepolto qui Diomede, eroe della mitologia greca. San Nicola, San Domino e Capraia, le Tremiti appunto, sono le uniche isole superstiti dopo lo sconvolgimento geologico cha accorpò alla terraferma tutti gli atolli della Puglia. Una costa, quella del Gargano, disegnata dunque dai cataclismi e da secoli di lotta con il mare e con il vento. Un?azione lenta e continua che ha intagliato in queste rocce un vero scenario teatrale. Ambienti progettati da un?architettura bizzarra frammentano la costa garganica in multiformi voragini, caverne, tunnel, rientranze a grotta con una sorta di lucernario naturale, archetti rocciosi, faraglioni. Singolare il faraglione di Pizzomunno, orgogliosamente detto la punta del mondo, che si erge del mare alla fine di una sottile lingua di sabbia, sotto il tornante che porta e Vieste. E? proprio da Vieste che si può partecipare a un giro organizzato con un barcone lungo la costa. Si arriva fino alla deliziosa baia di Pugnochiuso passando davanti e dentro suggestive grotte come quella di S. Nicola o del Saraceno, la grotta dei Colombi, la grotta delle Sirene, la grotta dei Sogni. Qui si scoprono i giochi della natura che si è divertita a disegnare sulla roccia calcarea facciate di cattedrali gotiche e graffiti d?autore. La mano dell?uomo compare a tratti, nelle torri doganiere angioine e aragonesi, nei fari abitati e nei ?trabucchi?, fascinose strutture da pesca in legno, di origine fenicia.
Un tipico trabucco del Gargano
    
Alle suggestioni marine del Gargano si aggiungono quelle selvagge della Foresta Umbra, un enorme quadrato verde da Vico a Monte S. Angelo, da San Marco in Lamis a Cagnano, nel cuore del promontorio, fitto di boschi e di vegetazione mediterranea animati dell?agile salto dei caprioli. Più all?interno, vive le sua atmosfera di spiritualità San Giovanni Rotondo, meta di fedeli internazionali sulle tracce di Padre Pio.
La Terra di Bari. Superato il fiume Ofanto, ecco aprirsi la Terra di Bari, costruita con la pietra e sulla pietra che conferisce quel tipico colore grigio-verde a tutto l?entroterra barese. Quella stessa pietra che fu utilizzata nel passato per le case rurali, i trulli, le specchie e le caselle, ma anche quella che diede gloria all?architettura di cattedrali e castelli. La magnificenza del romanico pugliese, che ebbe il suo più alto fautore in Federico II, ha dato a questa regione dei veri capolavori artistici. La cattedrale di Ruvo, interessante esempio di arte romanico-contadina, quella di Molfetta e quella di Bari, nate dal nobile connubio tra la chiesa di Roma e l?influenza bizantina. Sorti sotto Federico II anche i notevoli castelli, primo tra tutti il Castel del  Monte. Tutta la zona è punteggiata da manieri in cui  regnarono Svevi e Normanni e che furono poi sede degli Angioini e degli Aragonesi. Da Bari a Lucera, Da Gioia del Colle a Manfredonia.

Tremiti parco nazionale
del Gargano

        
 L?estremo lembo della Puglia, bagnato da due mari, l?Adriatico e lo Ionio, è il Salento, famoso per la costa straordinaria, con fondali rocciosi e acqua cristallina, specie nel tratto che va da S. Cataldo al­la punta di Leuca. Alla bellezza suggestiva del mare si affianca l?impor­tanza del Barocco salentino. La basilica di Santa Croce a Lecce è il primo monumento barocco del Salento sulla cui scia nascono numerose altri monumenti.  Non solo l?arte del passato prossimo vive in questa penisola salentina, ma anche quella dell?uomo primitivo che qui viveva già nel Paleolitico. Dolmen e menhir, misteriosi monoliti di quell?era,oggi si incontrano quasi per caso tra siepi di rosmarino e filari di ulivi secolari. Reminiscenze del passato anche nella Magna Grecia, ovvero la provincia di Taranto che inizia con le ultime propaggini delle Murge che digradano dolcemente verso il mare formando una sorta di anfiteatro.         

un esempio delle caratteristiche
ceramiche di Grottaglie

    Molti dei pre­ziosi reperti rinvenuti nelle necropoli di Taranto sono nel museo archeologico cittadino, compresi i corredi corinzi, tra i più ricchi di quelli custoditi nel resto del mondo. Caratteristica di questo territorio è il carsismo, un fenomeno naturale che nel sottosuolo forma grotte e gravine che conservano tuttora tesori d?arte bizantina. Furono infatti i bizantini ed abitare questa zone nel Medioevo dando origine e quella che viene indicata come civiltà rupestre.