ANGELO LO RIZZO



     Gli italiani, ma non solo, indirizzano sempre più spesso la loro domanda verso il turismo enogastronomico. Nell?opinione collettiva, in particolare all?estero, il nostro Paese e la nostra gastronomia sono percepiti in un profondo intreccio con il territorio, i valori paesaggistici, l?arte e la cultura. Ed ecco, quindi, che il turismo enogastronomico contribuisce alla creazione di una nuova figura di consumatore, quella del turista che viaggia non soltanto per motivi di conoscenza, di riposo, di divertimento, ma anche per la ricerca delle prelibatezze che l?intero territorio nazionale è in grado di offrire.
      Da qualche tempo è in continua ascesa la domanda di turismo verso il Friuli Venezia Giulia. Una terra che da sempre è il regno del buon vino, la cui produzione sintetizza una storia fatta di passione e di professionalità, di profondo amore e di rispetto per il territorio. La cultura del vino e della buona tavola, che di certo in quest?area non mancano, possono dare un valido contributo a questo nuovo modo di fare turismo. Nuovo per il mercato a cui si rivolge e per la particolarità del prodotto offerto, un insieme di fattori che sintetizzano la cultura di un territorio la cui diffusione non viene più affidata soltanto alle attrattive naturali ed artistiche, ma anche alle atmosfere, ai sapori ed ai colori del paesaggio.


Infatti in questa terra si è sviluppata una gastronomia composita, punto di incontro ? quasi di sintesi ? tra le tradizioni venete e quelle della Mitteleuropa, una cucina diversificata tra montagna, pianura e litorale.

     Molto interessanti le peculiari sfumature della gastronomia di montagna, dove confluiscono e trovano una loro sintesi la tradizione friulana, austriaca e slovena. Qui è possibile gustare i tradizionali piatti locali come i ?cjarsons? ( sorta di ravioli col ripieno dolce), ?frico con polenta? ( fragrante frittata a base di scaglie di formaggio di malga), costine con le verze, ?muset e brovade? (cotechino accompagnato da rape inacidite nella vinaccia), gli gnocchi  di zucca conditi con burro fuso e ricotta affumicata, gli gnocchi di patate, le minestre a base di ortaggi e di erbe, i funghi preparati in mille maniere diverse, la selvaggina cucinata secondo tradizioni che realmente affondano nella notte dei tempi. Da non dimenticare poi gli altri prodotti locali come gli insaccati, il burro ed il latte di malga, il miele e, per finire, le grappe aromatizzate con i frutti di bosco. Deliziosi sono anche i formaggi, spesso insaporiti con spezie ed erbe montane. Per assaggiare affettati e formaggi basta ordinare il ?Bretteljause?, piatto del contadino, gustosissimo piatto unico, ma che da solo è sufficiente per un pranzo veloce: salami, speck, pancetta, formaggi molli e stagionati serviti su grandi piatti di legno, accompagnati da fette di pane nero, salsa al cren, cetrioli, riccioli di burro. Una vera e propria montagna di sapori, tutta da scoprire!    


Il tutto naturalmente accompagnato dai vini rossi (Merlot, Cabernet, Refosco dal peduncolo rosso) e dai profumati bianchi (Tocai, Sauvignon, Ribolla, Traminer, Pinot Bianco e Grigio) delle rinomate zone del Friuli, dal Collio ai Colli Orientali.

     Insomma una tradizione culinaria secolare che riflette l?anima, la storia e la cultura di questa terra, veri gioielli, non solo ambientali, incastonati fra vette e boschi dell?arco alpino. Gustare i piatti di queste terre significa conoscere una tradizione gastronomica dalle radici remote, a cui si affianca la creatività degli chef, che non mancano a volte di darne un?interessante e creativa interpretazione.

    Una terra  dove si arriva da turisti e dopo il primo contatto con l?ospitale tradizione di una popolazione semplice e genuina, spesso riservata, ma sempre sincera e fiera delle sue peculiari identità, alla fine si diventa amici.
    Qui, più che in altri posti, semplicità fa rima con autenticità!