LUISA CHIUMENTI


Cristo apocalittico

La Firenze del Trecento fa da sfondo alla bella mostra allestita alla Galleria dell?Accademia dando vita all?immagine della città trecentesca ricostruita attraverso la figura di un artista, Giovanni da Milano (1320 ca. – 1375 ca), che fu attivo nella seconda metà del XIV sec. nella capitale toscana, con un corpus pittorico che è stimato in 25  opere.

Ed ecco tra i  suoi maggiori capolavori (tutti presenti in mostra) il  Polittico Ognissanti, gli affreschi della Cappella Guidalotti-Rinuccini in Santa Croce, e la famosa Pietà, firmata e datata 1365.

Con quarantaquattro opere di grande bellezza, di cui ventuno  del maestro lombardo, la rassegna esplora l?intero percorso di questo artista che seppe ?coniugare la lezione giottesca con le influenze gotiche di provenienza transalpina?.

Come sottolinea la Soprintendente Cristina Acidini, nella introduzione al prezioso Catalogo  (?Giovanni da Milano. Capolavori del gotico fra Lombardia e Toscana? a cura di Daniela Parenti, ed. Giunti, 2008), la mostra, ?partendo da opere presenti nelle collezioni permanenti della Galleria dell? Accademia?, porta avanti ?approfondimenti e ampliamenti che si traducono in una sostanziale valorizzazione in termini di crescita scientifica e di rinnovata attrazione per il grande pubblico?.

Cristo in Pietà
Sostenuta dall? Ente Cassa di Risparmio di Firenze e curata da Daniela Parenti, la mostra accompagna il visitatore attraverso quello che è stato frutto di  una lunga e attenta serie di studi specialistici coordinati dalla Direzione della Galleria nella persona della direttrice Franca Falletti.

Così, fra i diversi saggi presenti in catalogo, è particolarmente interessante, dal punto di vista delle conoscenze tecniche (peraltro generalmente poco note al grande pubblico), quello firmato da Roberto Bellucci e Cecilia Frosinini: ?Tecnica di Giovanni da Milano. Note di metodo per la conoscenza?. Vi si legge fra l?altro come, analizzando oggi le opere più significative di Giovanni da Milano, con i nuovi strumenti disponibili con i metodi attuali, sia possibile, sulla base di nuove ricerche, porsi nuovi interrogativi e comprendere meglio lo sviluppo della sua arte.

Gli autori del saggio ricordano in particolare come venticinque anni prima Carlo Volpe avesse sottolineato come la ricerca storico-artistica potesse essere definita ?disciplina assai giovane tra le discipline storiche? e, se ciò è pur sempre vero, ancor più si presenta difficile e ?giovane? l?indagine sulle ?tecniche artistiche?.

Polittico d’Ognissanti
particolare

Ma ancor prima delle domande che gli studiosi si sono poste a proposito della tecnica artistica di Giovanni da Milano, è interessante notare come sia stata importante una analisi molto attenta  della casistica culturale e geografica molto ampia, che ha portato a raffronti significativi con la produzione artistica contemporanea, partendo naturalmente dall?esaminare l?eredità derivante dalla sua formazione in area lombarda, non solo milanese, ma anche comasca , da cui egli stesso avrebbe poi coniato l?appellativo ?da Melano?, con cui risulta firmata la ?Pietà? della Galleria dell?Accademia.

In tal senso è di estremo interesse quanto si può leggere in catalogo, sia nel saggio di Annamaria Bernacchioni su : ?Documenti e committenza per la ricostruzione del percorso di un artista forestiero a Firenze nel Trecento?, che nel saggio di Carlo Travi ?Johanes de Mediolano, Justus de Florentia e la pittura su tavola in Lombardia nel XIV secolo?.

Invitiamo quindi i lettori a non perdere una mostra così affascinante ed originale e molto bene accompagnata  anche dai saggi di grande spessore di Mina Gregori ?Angeli e diavoli: genesi e percorso di Giovanni da Milano?; Daniela Parenti ?Giovanni da Milano a Firenze? ed Erling S. Skaug ?Siena, e non la Lombardia: Giovanni da Milano tra il 1346 e il1363.