LUISA CHIUMENTI


da sinistra Pierfrancesco Prosperi,
Michele Giuttari e Manuela Clerici

?La manifestazione del ?Premio Camaiore Letteratura  Gialla? sta crescendo negli anni?, come ha sottolineato Manuela Clerici, presidente della Fondazione Città di Camaiore, che ha  consegnato il premio a Michele Giuttari,  ?il noir appassiona un numero sempre crescente di lettori e noi ci sentiamo in dovere di dare una vetrina sempre più prestigiosa a questi autori. Ci auguriamo di portare fortuna ai nostri finalisti così come è avvenuto in passato con De Cataldo, Carofiglio. Perissinotto e Roversi.?

Ma come si colloca la letteratura gialla in Italia? Accanto alla grande scuola americana, si è avuto in Italia, negli ultimi anni, uno sviluppo piuttosto interessante perchè ha visto la trasformazione da un semplice ?genere?, ad una corrente letteraria capace anche di ?comunicare alcuni importanti messaggi?.
Ciò si è potuto riscontrare particolarmente nei testi dei due finalisti di quest?anno che, non solo sono stati in grado di avvincere il lettore per la ?suspense?, ma anche di immergere la sua mente e il suo cuore tra le pieghe di un tema appassionante di cui si sono entrambi occupati: l?Islam appunto. Ambientati inoltre entrambi in Toscana, potrebbero in effetti   avviare una vera  e propria ?scuola? in grado di calare storie avvincenti in luoghi ben conosciuti.

Ed è così che Michele Giuttari,  con il romanzo noir  “Il basilisco” (Rizzoli) ha vinto  la quinta edizione del Premio Camaiore di Letteratura Gialla organizzato dalla Fondazione Città di Camaiore. Nel corso della  serata infatti svoltasi il 29 agosto, nella deliziosa cornice del Teatro dell?Olivo di Camaiore,  la giuria popolare ha assegnato a Giuttari 18 voti contro i 10 andati a Pierfrancesco Prosperi autore de “La Moschea  di San Marco” (Bietti). 

La serata, condotta da Claudio Sottili,  ha visto la partecipazione della lettrice Iolanda Sarzi Amadè e del Trio Lumiere con con tanghi e valzer di Astor Piazzolla, eseguiti dai bravissimi danzatori di tango Silvina Aguera e Sebastian Romero. E? stato così possibile per gli spettatori godere della interpretazione di quelle eccezionali melodie che sono date dal tango, una musica ?di sintesi?, scaturita  dall?incontro di più culture (fino al tango elettronico del XXI secolo).
Ricordando  come   il romanzo di Giuttari sia  stato scelto dalla giuria delle librerie, mentre quello  di Prosperi sia stato indicato come finalista dalla giuria degli esperti (di cui fanno parte sia docenti universitari sia cultori del genere letterario), vorremmo segnalare il grande interesse che ha suscitato (esplicitato da molti lettori componenti la giuria popolare),  anche il secondo classificato, l?architetto Pierfrancesco Prosperi (urbanista, nato ad Arezzo), con la sua “La Moschea  di San Marco”. Ambientata a Firenze, in un mondo di fantascienza  tuttavia assai vicino (si tratta dell?anno 2015), la storia narrata nel testo denuncia fortemente le tematiche che si stanno evolvendo in difesa della Donna, con un accento forte sulla rilevanza che la donna dovrebbe avere nell?ambito della vita pubblica contemporanea. Per  Prosperi ?architetto?, ?scrivere una storia che immagina il futuro?, è stato  ?come un lavoro in prospettiva che progetta qualcosa che non c?è: in tal senso architettura e fantascienza si equivarrebbero !?

Ed è soprattutto interessante in proposito sottolineare la curiosa, ma importante circostanza per cui  entrambi i finalisti abbiano ritenuto, nel proprio testo, di doversi calare nelle problematiche della società contemporanea, scegliendo il tema pregnante ed attualissimo del fondamentalismo islamico.

“Sono felice di questo premio?,  ha detto Giuttari dopo la premiazione, ?che conferma la validità di questo libro, tra l?altro il più letto tra quelli italiani pubblicati all?estero. Anche la Rizzoli è  felice di questa partecipazione ad un premio molto ambito per noi giallisti?. 

Ne ?Il basilisco? inoltre Giuttari presenta il tema difficile della mafia nuova nei suoi contrasti, analizzati con la meticolosità che gli deriva dalla professione di ?poliziotto? e investigatore con più di trent?anni di esperienza.


Nato a Messina, Michele Giuttari, giallista ormai di fama internazionale, confessa la propria passione (forse anche alimentata dalla lettura di gialli fin dalla giovane età), dapprima per la professione di ?poliziotto? e in seguito, dagli anni ?90, per ?raccontare il metodo investigativo seguito per arrivare a certi risultati reali?. In tal modo l?amore per la scrittura, dapprima represso, si è poi manifestato prepotente e continuo, fin quasi ad avere ?funzioni terapeutiche?. E nel corso dell?intervista a lui fatta da Enrico Nistri, Giuttari ha anche annunciato che dal suo libro sarà tratto un film.




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