Testo di ANNA MARIA ARNESANO e Foto di GIULIO BADINI



Sarà perché ubicata agli antipodi nell?altro emisfero e dall?altra parte del pianeta, ma l?Oceania costituisce il continente meno conosciuto. Se sappiamo poco dell?Australia, ancor meno conosciamo della Nuova Zelanda, tanto che pochi saprebbero ubicarla con precisione su una carta geografica muta. Invece si tratta di un paese prospero, progredito e di grande civismo, con paesaggi assai vari di straordinaria bellezza, e con un livello sociale e di qualità della vita da fare invidia. Grande poco meno dell?Italia ma con appena 4 milioni di abitanti, e una delle densità più basse al mondo, risulta composto da due isole che quasi si sfiorano nello stretto di Cook, di analoghe dimensioni poste in verticale due mila km a sud-est dell?Australia. Anche se quella australiana appare la terra più vicina, la differenza tra le due risulta davvero rilevante. Queste isole costituiscono la sommità emersa di imponenti rilievi marini che affondano nell?oceano per parecchie migliaia di metri, frutto di notevoli movimenti tettonici ed orogenetici recenti e di intensa attività vulcanica, in parte ancora in atto. L?isola settentrionale, North Island, concentra la maggior parte della popolazione e offre un clima temperato e mediamente piovoso. Presenta baie protette lungo la costa, adatte a porti, con belle spiagge e un altopiano centrale punteggiato da coni vulcanici inattivi superiore ai 2.500 m, con frequenti manifestazioni vulcaniche secondarie come geyser, fumarole, fanghi e sorgenti termali. L?isola meridionale, South Island, poco popolata, piovosa e fredda, è interamente percorsa da una catena montuosa di tipo alpino, capace di superare ben 27 volte i 3.000 m, circondata da imponenti nevai e ghiacciai che scendono fino a 300 m di quota, e un paesaggio alpestre con valli e laghi glaciali, fiumi e cascate. Sul lato occidentale le montagne scendono a picco, solcate da immani fiordi che penetrano in profondità, generando ambienti selvaggi di grande suggestione. Ovunque un paesaggio splendido e riposante, con mille tonalità di verde, grandi spazi e ottima ricettività turistica, tanto da giustificare l?appellativo di Paese benedetto da Dio.

La storia della Nuova Zelanda risulta piuttosto breve. Attorno al 900 vi approdarono i primi maori polinesiani provenienti da Tonga e Samoa, ma occorre attendere la metà del 1300 per registrare una consistente immigrazione maori, arrivati con loro esili canoe da 2.000 miglia di distanza. Era un popolo primitivo che non conosceva i metalli e viveva di agricoltura elementare, caccia e pesca in piccoli villaggi fortificati di legno, in perenne lotta con gli altri clan per procurarsi il cibo e catturare schiavi. Uomini e donne, tatuati su tutto il corpo, si coprivano con mantelli e gonnellini di fibre vegetali e fino al 1800 praticavano il cannibalismo rituale. Per l?Occidente venne scoperta dal navigatore olandese Tasman nel 1642, poi esplorata dall?inglese Cook nel 1769, ma l?afflusso massiccio di coloni europei, soprattutto britannici, cominciò soltanto nel 1840, provocando scontri sanguinosi con i locali fino al 1870, quando iniziò una lenta integrazione tuttora in atto. Da sempre ha mantenuto uno stretto legame economico, politico e culturale con l?Inghilterra, anche dopo l?indipendenza conseguita nel 1947. Si presenta come una nazione assai progredita socialmente:: è stata una delle prime a concedere il voto alle donne nel 1893, vanta una delle più basse mortalità e uno dei maggiori livelli di istruzione e di previdenza sociale. I neozelandesi amano parecchio praticare sport, anche estremi, di terra e di mare, e contano la maggior densità di barche al mondo. L?economia si basa principalmente sull?allevamento di ovini (56 milioni di pecore, 16 per abitante) e bovini, l?agricoltura, la lavorazione del legname e i servizi; è il maggior esportatore al mondo di carni ovine e di prodotti caseari, secondo per la lana.

Lago Wakatipu
In Nuova Zelanda la natura regna quasi ovunque sovrana, grazie ad una attenta gestione del territorio per tentare di preservare i resti di una ricca biodiversità, frutto di milioni di anni di isolamento. Fino all?arrivo degli occidentali era interamente ricoperta da foreste con palme, felci arboree e conifere; per fare spazio a campi e pascoli i coloni hanno abbattuto gran parte delle foreste primarie di conifere e latifoglie autoctone, che ora sopravvivono in aree protette (il 25 % del territorio), introducendo nuove specie vegetali e animali capaci di portare all?estinzione oltre 150 piante e animali endemici. Tra questi è scomparso il moa, un enorme uccello corridore considerato il maggiore al mondo (3 m di altezza e 240 kg di peso), estinto per l?eccessiva caccia esercitata dai maori, e il kakapo, il maggior pappagallo al mondo, notturno e incapace di volare. Resta invece ancora, ed è divenuto simbolo nazionale, il kiwi, un curioso uccello silvano notturno grande come un pollo, con gambe corte e becco lungo e aguzzo, privo di coda e di ali e coperto di peli, capace di dormire 20 ore al giorno e di sfornare uova enormi, poi covate dal maschio che si occupa anche dello svezzamento. Tra gli altri uccelli si incontrano curiosi pappagalli e cigni neri, in mare albatros, cormorani, procellarie, sule e pinguini; in acqua si trovano balene, delfini, squali e foche. 

 

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