Testo e Foto di Luisa Chiumenti



La ?Ruta de la Plata? è uno degli itinerari più importanti e colmi di interesse in Europa e si sviluppa nella parte occidentale della Penisola Iberica.

Fin dal primo secolo ebbe inizio, per opera del console Quinto Servilio Caepio, la costruzione della via lastricata che si innestava su un percorso naturale nell?ovest della Penisola Iberica. La ?ruta? venne poi  molto potenziata dall?imperatore Augusto e  ben presto divenne una delle principali vie di comunicazione peninsulari, cui  avrebbero continuato a dare impulso i successivi imperatori: da  Tiberio a  Traiano e poi Adriano, che avrebbe conferito alla via l?assetto definitivo.

Bejar
Un tratto delle mura

Durante il Medioevo la via rese più facile la penetrazione araba verso il nord del Paese, ma al tempo stesso determinò l?incunearsi capillare della cristianità secondo un collegamento ideale della popolazione da nord a sud. E fu allora che la via acquistò la sua denominazione attuale di ?Ruta de la Plata?, derivando il nome dal termine arabo ?balath? o ?BaLaTa, che significa pavimento o percorso lastricato. Da una graduale modificazione della parola da ?balata? a ?palata? e poi ?plata? , che nella lingua spagnola vuole dire ?argento?, derivò l?attuale denominazione di ?Via dell?argento?.


Il suo tracciato, con le numerose infrastrutture di cui venne dotata (città, teatri, templi, acquedotti, terme, ponti e fortezze,  ancor più che connettere fra loro importanti centri, servì quale mezzo di diffusione della cultura e della civiltà romana, identificandosi, dopo la Via Augusta, come ?seconda via?, per importanza, in tutta la Penisola Iberica, da Gijòn a Sevilla.

Ma percorriamo un tratto della via, partendo dalla splendida città di Salamanca, che festeggia quest?anno il XX anniversario della iscrizione nell ? elenco delle Città Patrimonio dell?Umanità, con la sua famosa Università e le cattedrali (la ?vieja? e la ?nueva?), che con le guglie svettanti e la pietra bellissima che cambia colore a seconda delle ore del giorno e dell?intenso cromatismo del cielo, caratterizzano il profilo del centro storico.

Casar de Càceres
Museo del formaggio

Le torri medievali  sono infatti uno degli emblemi più importanti di Salamanca, ma particolare è anche il percorso interno della cattedrale nuova, che dà la possibilità di contemplarla, grandiosa ed immensa, dall?altezza del suo corridoio interno, cogliendo appieno ciò che la distingue dalla ?cattedrale vecchia, ossia il suo ?senso dello spazio cerimoniale, l?importanza del coro, il ruolo delle cappelle?, facendo anche comprendere le varie tappe della sua costruzione attraverso i motivi iconografici del soffitto a cassettoni.
Ed ecco Bejar, con il suo suggestivo centro storico e la Plaza de Toros più antica della Spagna.
Càceres
Panorama dall’alto

Ma prima di entrare in città, si possono osservare, accolti da un Museo locale, i cippi miliari della via romana e poi, dall?alto una gran parte del percorso delle due cinte muraria medievale. Ma in particolare si possono ricostruire i tracciati di ben due cinte murarie medioevali, della fine del secolo XII e gli inizi del XIII che circondavano la città dalla attuale Plaza Mayor, in due linee parallele che si concludevano a ovest  nella ?Puerta del Pico?, con le coeve ?Puerta de San Pedro?e la scomparsa ?Puerta de la Traiciòn?e ad est nella Puerta de la Corredera, oltre ad altre porte lungo il percorso, ormai scomparse, alla fortezza, che era situata in alto e ad altre torri (alcune conservate) ed ai poderosi torrioni cilindrici. Bejar vide successivamente  l? ampliamento realizzato dal re Alfonso VIII, con nuove porte ed una ristrutturazione dell?assetto urbano, che a tutt?oggi ha lasciato visibile la sua impronta.
Banos de Montemayor :
l’antica Via romana

E, visitata Plasencia, con le due cattedrali, la stupenda cinta muraria ancora con le sue numerose torri cilindriche e l?affascinante centro storico,  puntando verso Càceres, oggi  gemellata con Norba, un centro in provincia di Latina, cui è collegata la sua origine, quale ?Norba Caesarina? (fondata dai romani nel 33 a.C.), ci si può fermare, per uno sguardo alle più antiche attività della pastorizia (peraltro tuttora vive),  a visitare il Museo del formaggio di Casar de Càceres. Ed è lo stesso centro che ha accolto comunque, recentemente, anche un ottimo esempio di architettura contemporanea nella struttura della nuova Stazione degli autobus.

Ed ultima tappa del nostro itinerario, nella ricchezza del suo centro monumentale, che fa perno sulla splendida Plaza Mayor da cui partono le intricate viuzze del suo nucleo più antico, ecco Càceres, patrimonio Unesco dal 1986.