CARMEN DEL VANDO BLANCO

Siviglia capitale dell’Andalusia, la antica Hispalis della Betica romana, accoglie nel suo cuore cittadino, la rassegna che ripercorre cinque secoli di storia tramandata da Roma secondo i collezionisti, ricercatori e studiosi della materia, avvalendosi da oltre un centinaio dei migliori reperti archeologici dell’Arte romana, venuti alla luce proprio nel territorio Andaluso, nonché quadri e ritratti degli autori del loro ritrovamento e conservazione: una serie personaggi che dimostrano l’ininterrotto interesse della società verso la civiltà romana come Archer M. Huntington; George Bonsor; Benito Arias Montano; Pierre Paris ed altri appassionati sul tema.

Nella prestigiosa sede dell’ex Ospedale dei Venerabili Sacerdoti si apre un compendio della storia del collezionismo archeologico della cultura romana, illustrato da sculture, dipinti e oggetti di arredo, onorando la memoria dei ricercatori impegnati nel loro studio.

La mostra si addentra nel percorso secolare intrapreso per il ricupero e la valorizzazione dei capolavori dell’arte classica a partire dal Medioevo fino alla fine del Novecento -che vide la creazione di numerosi musei e istituzioni scientifiche per analizzare e custodire il patrimonio ritrovato-, suddiviso in cinque importanti tappe, introdotte dalla proiezione del documentario ‘Dalla Terra al Sole’ sul giacimento archeologico della località di Sanlucar la Mayor, vicino a Siviglia.

Quindi, 150 opere, di cui alcune inedite, cedute dai più importanti musei nazionali e internazionali, da istituzioni e da collezioni private mai esposte, costituiscono un nucleo eccezionale tanto dal valore intrinseco dei reperti come dalle storie che li accompagnano, utili per ricostituire il loro processo storico. Fra di essi, spiccano le due sculture romane più rilevanti dell’Andalusia e mai riunite in una esposizione: la Venere di Italica, ritrovata per caso nel 1940 e l’Efebo di Antequera, la scultura bronzea che raggiunge la più alta qualità artistica e conservativa della Spagna, scoperta fra i resti di una villa romana nel 1955, ambedue, i principali protagonisti della mostra,  costituiscono un indiscutibile orgoglio patrimoniale.

Fra le tante opere di notevole qualità, si segnalano i Rilievi della Battaglia di Actium, mai esposti al pubblico, che figurano lo scontro navale e il posteriore trionfo di Ottavio Augusto su Marco Antonio e Cleopatra, considerati la migliore rappresentazione di navi di guerra dell’antichità; la Musa Urania Loring;  la Dea Roma, proveniente da Italica, che rappresenta la capitale dell’Impero; la scultura di Ganimede, forse portata dall’imperatore Carlo V all’Alhambra; i Rilievi di Osuna; il Dio Mitra da Cabra, che presenta una singolare iconografia; il Rilievo di Carteia, che imita l’Ara Pacis di Roma nonché la Mappa della Battaglia di Munda, uscita per la prima volta dalla Biblioteca del Palazzo Reale di Madrid.

Come spiega Fernando Amores, uno dei curatori dell’evento: “ ‘Il Riscatto dell’Antichità Classica nell’Andalusia’ ci parla della curiosità costante della società verso il mondo romano; delle scoperte e dei suoi scopritori e le sue mentalità”. Infatti, si tratta di una mostra che va oltre l’allestimento di magnifici reperti archeologici per rivelare le avventure  del loro ricupero, suscitando una vera e propria ammirazione verso la civiltà romana e i suoi salvatori.

 

Questa rassegna da il via alla concretizzazione di un grande Progetto Artistico e Archeologico della Fondazione Focus-Abengoa con l’obiettivo di approfondire la vita artistica e sociale nella Betica Romana, che include anche la pubblicazione della trilogia ‘Arte Romana della Betica (2008-2010)’ e l’iniziativa ‘Dalla Terra al Sole’ incentrata sulle prospezioni archeologiche, con tecniche di ultima generazione, in corso a Sanlucar la Mayor, nella provincia di Siviglia., che promettono nuove scoperte per continuare a sorprendere.