LUISA CHIUMENTI



Due bozzetti di El Greco, fra i rarissimi posseduti in Italia, estremamente carichi di forza materica, di luce  e di colore,  datati alla fine del ?500 quando l?artista aveva toccato già la soglia dei cinquant?anni ed era nel pieno sviluppo del suo lavoro, conservati per oltre un secolo dalla Galleria Nazionale, sono stati restaurati e restituiti alla collettività nel loro pieno splendore, in un vero e proprio ?culto della conservazione?, affermato sia dal

Presidente della Fondazione ?amico elle Belle Arti?, come ha sottolineato il professor Strinati, che della direttrice Angela Negro, curatrice del bel catalogo, edito da Gangemi.  E? giusto infatti mettere in evidenza come operazioni di questo livello siano veramente da considerare come ?atti d?amore per il patrimonio italiano?, che è opportuno divulgare perché ognuno sia consapevole del proprio dovere di partecipazione attiva a tale patrimonio.
E la direttrice Angela Negro, ha messo in evidenza fra l?altro un particolare legame con la terra d?Abruzzo, ora così terribilmente provata. Mentre si dedicava ad alcune ricerche, per chiarire certi passaggi, ella ha infatti rinvenuto le lettere con cui il professor Hermanin, nel 1908, aveva fortemente caldeggiato l?acquisto di questi due El Greco trovati in Sicilia (molto probabilmente provenienti dalla Spagna) che vennero poi destinati alla Galleria Corsini (unica allora in Roma).

Si susseguirono da allora diversi equivoci sulla attribuzione; lo stesso Hermanin ed altri con lui ritennero subito i due quadri autografi, mentre altri pensavano fossero ?di bottega?. Ora finalmente, attraverso le indagini riflettografiche condotte da Marco Cardinali e Beatrice di Ruggero, in occasione del restauro effettuato nell?inverno 2008-2009 da Laura Ferretti, con la direzione di Angela Negro, si è potuto stabilire che i due bozzetti sono sicuramente autografi.
Essi appaiono condotti con piglio libero e disinvolto, quasi senza traccia di disegno e quindi attribuibili senz?altro alla mano di El Greco. Probabilmente si tratta di bozzetti per quadri più grandi ora al Museu de Artà di Bucarest (?L?Adorazione dei pastori?) e al Museo de Prado (Battesimo di Cristo), ma potrebbero anche far parte di quelle ?memorie di dipinti? , fatti sempre di sua mano, in cui El Greco amava dipingere, per rammentare in piccole opere le sue realizzazioni più grandi.

I due bozzetti erano destinati a quadri facenti parte di un grande retablo, culminante con la Morte della Vergine,  mentre al centro accoglieva un?Annunciazione e tutto attorno, ai vari piani,  presentava i diversi momenti delle Storie di Cristo, fra cui quelle che appaiono nei bozzetti: ?L?adorazione dei pastori? e il ?Battesimo di Gesù?.
Il lavoro, che  ha costituito un?ottima esperienza fra gli specialisti e la Fondazione Paola Droghetti, che l?ha finanziato,   ha avuto inizio con i saggi di pulitura che, al di sotto delle vernici gialle, alterate, hanno dimostrato subito la presenza dei veri colori di El Greco.
E così, a mano a mano è venuta alla luce la tecnica pittorica di El Greco, anche in certi particolari inusuali, come, ad esempio, l?idea di porre ?per memoria? nel bozzetto ?il bigliettino? (privo di iscrizioni), che, nel quadro più grande, avrebbe accolto invece la sua firma. E anche particolarmente si è potuta apprezzare la tecnica particolare con cui egli dipinge prima il rosa chiaro degli incarnati, che poi peraltro illividisce con una patina argentea, per poi stendere del nero attorno, per raggiungere una consistenza più scultorea, su cui la luce compie un suggestivo effetto riverberante. Nel volto della Madonna della Adorazione dei pastori si coglie molto bene quali siano stati i suoi rapporti con la pittura anche italiana specie con Jacopo Bassano, per la libertà di composizione dei particolari, spargendo soltanto colore, senza nessun disegno, con una freschezza straordinaria e al tempo stesso un grande furore creativo.