LUISA CHIUMENTI


Castelbasso

Come sempre fulcro di attività culturali di grande interesse, il Borgo medievale di Castelbasso, ha accolto, nelle sale del  Palazzo De Sanctis, l?opera di un grande fotografo,  Piergiorgio Branzi.

E? così infatti che l?Associazione Amici per Castelbasso onlus, con il contributo della Fondazione ?Malvina Menegaz per le arti e le culture?,  ha rinnovato  anche per il 2009 l?appuntamento primaverile di  Castelbasso Progetto Cultura  con la grande fotografia.

Nato a Signa nel 1928, Piergiorgio Branzi ha vissuto la sua esperienza artistica percorrendo  interamente quella grande evoluzione della  comunicazione artistica,  che la fotografia ha saputo compiere negli anni in cui tale mezzo di espressione ha forse trovato la via più consona per essere ben compreso ed apprezzato ad un livello qualitativo di alto valore artistico.

Ricordiamo molte altre figure che hanno contribuito a realizzare tutto ciò: da Mario Giacomelli, a Mario De Biasi, ai notissimi Fulvio Roiter e Gianni Berengo Gardin, tutti da  considerare, come Branzi, veri e propri maestri della fotografia italiana del ?900.

Di grande interesse è l?attenzione da posta da Piergiorgio Branzi nei confronti dei ?comportamenti e dei riti immutabili” della borghesia, osservata soprattutto ?in quegli angoli di Parigi dove egli trova una umanità invecchiata, solitaria e che sembra già aver incontrato in tempi remoti, per altre strade, sospesa in una indeterminatezza temporale?.

Mykonos, 1957
Ed è stata soprattutto la ?fotografia di viaggio?, nella sua continua ricerca di un rinnovamento estetico conciliato con la realtà, che ha dato ?il contributo più importante proprio con i suoi zavattiniani pedinamenti della realtà quotidiana?, a dare una sostanza umanamente forte alla sua produzione fotografica, dagli anni?50 in poi, allorché il neorealismo prese la forza di espandersi nel campo dello spettacolo in genere, del cinema, della rappresentazione pittorica e tanto più di quella fotografica, così come è avvenuto per le altre figure di spicco quali Berengo Gardin, Giacomelli, Roiter.

Ed ecco scaturire quella serie di  ritratti in cui i volti sono talmente espressivi, da riuscire ad evidenziare proprio quell? ?instant decisif?,  legato al misterioso arbitrio del caso, pur non disdegnando il nostro artista, di cedere anche all?idea del ?ritratto costruito?, in cui viene realizzato un  ? rapporto più consapevole tra il fotografo e il modello?.

Si possono in tal senso vedere il ?Ritratto della signora Ada T.? e altri ritratti dello stesso tipo,  fino a quelli eseguiti nel 1955 in Lucania, in occasione di un nuovo viaggio nell?Italia meridionale. In essi non ci sono l?esasperazione della scena e tutti quei sentimenti caratteristici di un popolo che proprio allora tentava di riscattarsi da un passato difficile e Branzi cerca appunto di esprimerne una sorta di pur tacito ?urlo ideologico? , sottolineato dal ?trasporto verso l?altro? nel fervore di una ?pietas? certo dovuta alla sua formazione religiosa.

Muro Nero, 1954
Nella ?costruzione ? della sua foto in generale si può notare come egli ponga la figura all?interno di cornici (stipiti, davanzali, riquadri), cercandone l?esatta posizione nei confronti dello spazio con cui entra in relazione, nonché degli altri elementi compositivi, con un vero e proprio metodo costruttivo, studiando rapporti e proporzioni, con un metodo in cui si sente l?indubbia ascendenza da un?eredità rinascimentale, dovuta certamente alle sue origini fiorentine.

Con il medesimo senso rinascimentale delle  armoniose proporzioni, ritroviamo altre significative immagini, che si riferiscono, se così si può dire, a ?ritratti di città? anziché di individui, come la veduta, ad esempio, de la ?Piazza grande? a Burano, la cui  organizzazione spaziale e ?proiezione centrale?, fanno ben ricordare  la famosa immagine della ?Città ideale?.

E anche quando, recatosi in Spagna nel ?56, per dare uno nuovo sbocco professionale alla sua attività artistica, si dedicò alle immagini cittadine, ne realizzò la rappresentazione sempre come se fossero in certo modo ritratti di una certa vita quotidiana, sulla base di un suo concetto, per cui in realtà dovrebbe esistere l?equivalenza ?uno scatto-una storia?.

 

 

Per informazioni:

Associazione Amici per Castelbasso Onlus

Segreteria: Paola Di Paolo

Tel. 0861 508000 ? cell. 3898060366