GIUSEPPE GARBARINO



Una parola d?ordine (difficile) per tutti: ?destagionalizzazione?.

 

 

Momenti di grande fermento attraversano in modo trasversale le stanze della politica fiorentina. Tutti si aspettano grandi risposte alle necessità di una città come Firenze che soffre terribilmente di un malore  fisiologico che assomiglia alla classica crisi del ?settimo anno?, ma gli anni sono molti di più dei canonici sette anni del matrimonio e  Firenze non soffre per matrimoni mal assortiti, ma di assurda immobilità.

Il nuovo sindaco Matteo Renzi è sotto una lente di ingrandimento, osservato e studiato, molti si attendono grandi iniziative, idee nuove, sinergie propositive e soprattutto una politica del fare.

L?Associazione Albergatori e Assindustria settore Turismo, vivono delle iniziative della città e in questi anni hanno visto un sempre maggior declino delle presenze turistiche in città. La parola d?ordine è  ?destagionalizzare?, un progetto emerso chiaramente anche nella campagna elettorale di Giovanni Galli e dall?incontro con il Ministro del Turismo Michela Brambilla.

Forse alcuni degli aspetti di rinascita della città erano più vicini alle idee del candidato Pdl, ma sia Galli che Renzi hanno comunque capito che per Firenze servono idee e iniziative di forte impatto, tutto sta a realizzarle.


E? infatti innegabile che una delle maggiori entrate economiche di Firenze sia dovuta al risultato turistico. Se la crisi mondiale aggredisce questo comparto una città come Firenze ne soffre subito e con lei tutte le attività, dal settore artigianale a quello di lusso.

Cosa chiedere al sindaco Matteo Renzi?  Una parola d?ordine che diventi sinonimo di rinascita. La città ha bisogno di pulizia ed accoglienza, per avere dei risultati deve essere trasformata in  un grande salotto dove in ogni periodo dell?anno il visitatore sia al centro delle attività culturali.

Un grande passo sarebbe quello ci concentrare le forze sull?accoglienza del turismo congressuale che ha purtroppo visto una flessione negativa, dovuta, secondo la voce di numerosi esperti, alla concorrenza di altre località non italiane. Concorrenza che viene dalla Spagna prima di tutto e a seguire i paesi dell?est europeo, oggi quasi più avanti di noi in fatto di accoglienza e qualità.

Grandi eventi congressuali sono stati infatti persi per la mancanza di strutture adeguate e di risposte veloci sull?utilizzo di quelle che vengono definite dimore storiche, spesso di proprietà pubblica e che potrebbero diventare trainanti per lo sviluppo del turismo nei periodi morti dell?anno.

Giovanni Galli e il sindaco di Firenze Matteo Renzi
Sono necessarie scelte importanti e soprattutto coraggiose.

Firenze non deve vivere solo della luce e dei fasti del passato, ma trovare una sua ideale integrazione con tutto il sistema della promozione turistica.

Le esperienze degli anni passati si sono in parte dimostrate vincenti, ma la squadra di Renzi saprà essere all?altezza delle domande sempre più pressanti da parte degli operatori del settore turistico? Non si tratta di trovare il modo di aiutare economicamente un settore da sempre abituato autonomamente a rimboccarsi le maniche, ma di indicare la strada per ritrovare il mercato che per una serie di lunghi  motivi è stato perso.

Forse si tratta di avere il coraggio di fare quello che viene applicato all?estero e di sdoganare quell?aspetto di museo sotto vetro, intoccabile e inamovibile,  e per questo forse oggi più vicino al declino senza ritorno che a momenti di grande dinamismo.

il Ministro del Turismo Michela Brambilla
Qualcuno parla sottovoce di un coordinamento tecnico e promozionale attuato dal Comune di Firenze, ma sono voci che lasciano il tempo che trovano e all?orizzonte, nonostante le buone intenzioni, non si vede niente di nuovo e nemmeno la campagna elettorale dei due principali contendenti ha dato indicazioni chiare su cose fare nei prossimi anni per la città e il suo rilancio.

E? un dato di fatto che le iniziative di sviluppo a Firenze, vedi Convention Bureau, hanno dimostrato una gestione fallimentare del concetto associativo, lasciando molti dei soci a bocca asciutta e senza grandi risultati. Questo è quello che viene temuto dagli albergatori e dagli altri operatori del settore turistico, un?altra scatola vuota e nessuna iniziativa che rimetta sul mercato la città.


Forse è troppo presto e per Matteo Renzi i problemi del post insediamento sono stati subito altri, anche se molti si aspettavano un qualche intervento o idea immediata da tirare fuori del cilindro e sbaragliare la concorrenza oltre che sul campo elettorale anche su quello decisionale.