LUISA CHIUMENTI



Anna Galluppi, una tra le più note ceramiste italiane, ha esposto recentemente a Roma, nello spazio prestigioso del Museo Crocetti, sulla via Cassia, alcune tra le sue più significative realizzazioni.

Si coglie subito, visitando l?esposizione, la forza di una attenta ricerca di forme essenziali che  permettono all?Artista, nella sua appassionata visione del mondo nella sua complessità storica ed attuale e particolarmente nell?ambito delle tematiche relative al Sacro, di entrare nell?essenza pura delle cose per comunicarle, in modo che si avvicinino, quanto più possibile,  a quella che ?vorrebbe? essere sentita e proclamata come ?Verità? in assoluto.

Il ?mito? ad esempio, come ?metafora della verità profonda? (così  come si legge si legge in  Catalogo), si pone a diretto confronto con lo ?spazio interno ai desideri, ai sogni, alla relazione con il mondo e con il prossimo? configurandosi apertamente  come ?tema conduttore della ricerca plastica della Galluppi?.


E nel ?suo? mito c?è  una ?sintesi  alta della nostra memoria e c?è  la visione più sfaccettata delle nostre identità  e delle nostre condizioni  e dei bisogni esistenziali?.

Anna Galluppi si avvicina al sacro, cercando di accostarsi  all??invisibile? , consapevole, attraverso la sua profonda Fede, che non sia affatto irreale o illusorio, ma sia soltanto da cogliere con la propria spiritualità, in modo da poterne poi dare testimonianza a tutti coloro che si avvicinano alle sue opere, con analoga sensibilità e giusta disponibilità emotiva. 

Ed ecco come le sue opere  sacre siano effettivamente   ?rivelatrici di una spiritualità profonda  che  cozza contro il consumismo  di un?epoca, la nostra, in cui non solo  la comunicazione globale condiziona i popoli, ma anche la spiritualità religiosa  è venuta meno non solo negli artisti, ma addirittura nei credenti ? (cfr. Catalogo cit.).

L?impegno di scultrice si accompagna, nella Galluppi, alla passione per la scenografia che  in realtà ella sente molto bene quale prestigioso sfondo e completamento alla sua stessa produzione di scultrice.


Anche la grafica e la pittura hanno fatto parte del suo repertorio artistico, ma è stata ben presto la scultura in ceramica a manifestarsi come linea di appagamento artistico da cui maggiormente ella si sentì attratta e coinvolta.

Del resto, come viene giustamente sottolineato nel saggio in Catalogo, curato da Gilberto Madioni, ??la parola ?ceramica? viene dal greco ?keramos? che indica l?argilla attraverso la quale si dà vita alle ?terre liberate?che costituiscono un intimo rapporto tra la terra e l?uomo ed un reciproco processo di liberazione è la rappresentazione in scultura  delle sollecitazioni che provengono  dalla ?materialità generante? ( cfr. ? Le mani sul mito?, a cura di Gilberto Magioni. Collana Profili d?Artista ? redazione Betti editrice ? Siena).