Italian, Reportages, Turismo
Testo e Foto di TERESA CARRUBBA
Lungo la strada tra le
Oasi di Kharga e di Dakhla
L? ?Altro Egitto?. Un invito a visitare un Egitto insolito, poco conosciuto dal grande turismo. Un Egitto per viaggiatori. L? ?Altro Egitto? è anche la New Valley, che risale a 5000 anni a.C., una vasta area del sud-ovest del Paese, all?estremità del deserto Libico, la cui capitale Kharga è situata nell?omonima Oasi. E proprio il percorso che collega Il Cairo con l?Oasi di Kharga, nel 2009 è stata fregiata del 2° posto tra le 10 strade più spettacolari al mondo, in una classifica effettuata dal sito web del prestigioso network americano Abc. Questo percorso, infatti, costeggia il singolare “Deserto Bianco” costituito da pittoresche formazioni calcaree modellate dal vento. Una ragione in più per esplorare questa zona dell?Egitto.
Del Governatorato della New Valley, fanno parte anche le Oasi di Dakhla e Farafra, piuttosto distanti l?una dall?altra. Tra deserti, palmeti e sorgenti termali, la New Valley rappresenta un interessante amalgama di grande fascino fatto di natura e paesaggio, ma anche di storia e folklore. C?è un progetto di sviluppo di quest?area, iniziato nel lontano 1959, data del primo investimento per l?agricoltura e lo sfruttamento delle potenzialità industriali e minerarie, come le miniere di fosfati di Abu Tartur, che danno lavoro a molti abitanti di Kharga. Le promesse di sviluppo della zona sono tuttora in via di attuazione grazie anche alla ricerca di investitori stranieri che portino i capitali necessari alla costruzione di nuove strutture produttive e turistiche. Probabilmente lo sviluppo è in parte subordinato alla possibilità di acquisire una mentalità turistica europea che sappia elevare gli standard qualitativi delle strutture ricettive della zona e di collegare via aereo la New Valley alle principali città del Paese con voli più frequenti.
L?Oasi di Kharga, citata dallo storico greco Erodoto, in passato godeva di una posizione strategica tra importanti rotte commerciali e l?antica pista carovaniera che la collegava all?Oasi di Daklha. La città di Kharga, l?antica Tebe, appena sfiorata dalla modernità, è praticamente un suq alimentare all?aperto con chioschi che offrono datteri e caschi di banane nane, spiedini o polpettine piccanti; gente socievole anche se ancora relativamente poco avvezza al turismo. Kharga ha accolto migliaia di persone accorse nella zona per trovare lavoro e conserva poche testimonianze del passato che sono da ricercare nel nuovo museo archeologico e nei dintorni. Quella di Kharga, infatti, la più grande Oasi della New Valley, è anche la più ricca di siti archeologici come il Tempio di Hibis, l?unico grande tempio di epoca persiana in Egitto, quello meglio conservato del Deserto Occidentale. Fu ampliato e arricchito da Nectanebo II, dai Tolomei e dai Romani. Costruito da Dario I, della XXVII dinastia, era dedicato al dio di Tebe, Amon.
Particolare della magnifica
necropoli di El-BagawatMa il gioiello di Kharga è sicuramente la spettacolare El-Bagawat, la necropoli cristiana copta più antica dell?Egitto composta da 263 tombe di mattoni crudi, dell?epoca di Nestorio (V secolo). Le tombe sono costituite da una camera a cupola e si allineano ordinate seguendo un assetto urbano vero e proprio. I due mausolei principali, presentano interessanti affreschi raffiguranti l?Esodo e altre scene di argomento biblico, ma molte delle pitture parietali delle tombe sono state danneggiate dagli islamici iconoclasti insediatisi nella zona in epoche successive. Da Kharga ci dirigiamo verso nord-ovest, alla volta di Dakhla. Il percorso ci appare come un paesaggio lunare: un deserto che alterna tratti sassosi a morbide dune di sabbia ocra e ancora a colline che il vento si è divertito a disegnare nelle fogge più curiose. In questa zona, che sembra ferma nel tempo, il paesaggio è mutevole se è vero che ogni anno la sabbia si sposta di 12 metri, sommergendo tronchi di strada o stravolgendo il profilo delle dune.
Il Desert Lodge, albergo ecologico
costruito in fango, nell’Oasi di DakhlaTutto diverso nell?Oasi di Dakhla, a 190 km a ovest di Kharga. Più di 600 sorgenti e laghetti naturali, vasti palmeti in cui sorgono villaggi pittoreschi costruiti con mattoni di fango. L?oasi è abitata da circa 70.000 persone e produce riso, manghi, arance, olive, datteri e albicocche. La città vecchia, abitata sin dalla preistoria, è un labirinto di stradine dalle pareti ricoperte da argilla e i portoni delle case hanno architravi di legno dal disegno elaborato. Vicino, la suggestiva El Qasr, con la sua cittadella fortificata risalente al Medioevo, ormai una vera città fantasma. Il suo fascino trasuda dai vicoli stretti, dagli alti edifici in rovina, dalle porte massicce e dai suoi minareti diroccati, ma ancora in piedi. Grazie all?interessamento di una Università olandese, presto alcuni di questi edifici saranno restaurati.
El Qasr, la cosiddetta città fantasma
nell’oasi di DakhlaPer visitare con comodità le tre Oasi della New Valley : Kharga, Dakhla e Farafra (quest?ultima, in pieno Deserto Bianco), l?ideale sarebbe cambiare alloggio ad ogni spostamento perché le distanze tra l?una e l?altra sono impegnative. Forse varrebbe la pena aspettare l?ultimazione dei campi tendati di Farafra (prossimo) e di Dakhla (in progettazione), dell?operatore ?Desert in Style? visto il risultato del loro Tabuna Camp già attivo a Dush, dove noi abbiamo fatto base per il nostro viaggio in New Valley. ? Con il progetto del Tabuna Camp ho voluto avvicinare il deserto ad un pubblico più vasto? ha dichiarato Giuseppe Boscoscuro, presidente di Desert in Style ?offrendo un comfort ed un servizio di qualità, prima non disponibile nel Western Desert?. Tutto vero. Il campo tendato Tabuna di Dush è uno dei primi Camp di lusso nel deserto egiziano.
Uno scorcio del Tabuna Camp di DushVenti tende di 35 mq. confortevoli ed eleganti, arredate come una camera d?albergo, con mobili costruiti a mano nel tipico stile delle oasi egiziane e una veranda dalla quale si può godere del silenzio del deserto e ammirare tramonti spettacolari. Piatti curatissimi e deliziosi, non solo dal punto di vista gastronomico (cucina tradizionale egiziana elegantemente rivisitata), ma anche riguardo alle bellissime stoviglie in terracotta commissionate ad abili artigiani locali. Anche i prodotti alimentari utilizzati provengono tutti dai vicini allevamenti e coltivazioni. Impeccabile il servizio del personale, disponibile e ospitale.
Una guida locale illustra i graffiti
al Tempio di DushIl campo è circondato dal deserto ed è sovrastato dalle alte dune di sabbia su cui si ergono le rovine del sito archeologico di Kysis ,un tempo crocevia delle piste per il Sudan e per la Valle del Nilo, che conserva il rudere del Tempio di Dush dedicato a Osiride-Serapide e ad Iside, ricordati da iscrizioni delle epoche di Traiano, Domiziano ed Adriano.
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