Testo e Foto di TERESA CARRUBBA



Il primo impatto è l?eleganza di quell?arco di tende color sabbia che disegna con estrema discrezione il limite del Campo Tendato di Dar Auis, nell?Acacus, in pieno deserto del Sahara Libico. Color sabbia perché si mimetizzino con le dune tutt?intorno, cogliendone persino le sfumature cangianti dall?alba al tramonto. Niente di artistico in questa scelta, ma puro rispetto per l?ambiente. Trenta grandi tende in tela e legno, eleganti e confortevoli, che nulla hanno da invidiare ad una camera di albergo. Due letti, mobilia di stile rustico, bagno attrezzato, con acqua calda e box doccia e una veranda con salottino in giunco nella quale i tuareg che vengono a svegliarti la mattina ti offrono tè o caffè caldi, permettendoti di godere dei colori dell?alba che dipingono di rosa la corona di dune di fronte alle tende. L?attenzione per l?ecologia è totale, non solo per i materiali utilizzati per costruire il campo, ma anche per via del generatore che eroga elettricità e poi si spegne intorno alle 22,30 per il risparmio energetico e per le raccomandazioni sull?uso razionale dell?acqua, peraltro tutta potabile perché deriva da sorgenti fossili.


Il campo ha una grande tenda ristorante in cui si servono piatti europei e locali e una tenda berbera con cuscini e stuoie per passare qualche ora dopo cena a chiacchierare e a degustare il tè preparato per gli ospiti da un Tuareg vestito con abiti da cerimonia, secondo il loro interessantissimo rito, oppure un pane impastato e cotto al momento, sotto la sabbia, e offerto caldo su un vassoio, dopo essere stato spezzettato con le mani.

Ci spiega tutto Silvia Ercoli. E? lei l?anima del Campo Tendato di Dar Auis, una donna volitiva, dinamica, coraggiosa nella sua scelta di vivere gran parte dell?anno qui, assolutamente lontana dal mondo civilizzato, se non fosse per una precaria linea telefonica che le consente ogni tanto la connessione ad Internet con il suo computer. ?A me basta così? ci confida durante il nostro viaggio nel Fezzan ? per qualche comunicazione di lavoro e per tenere vivi i contatti con la famiglia. Tutto il resto che mi interessa è qui, il deserto, i graffiti sulle rocce, i tuareg e le loro bellissime storie?. 

Silvia Ercoli mentre illusta l’arte
rupestre dell’Acacus

Una donna davvero affascinante, Silvia Ercoli. E? lei che nel 2006 ha progettato la ristrutturazione del Campo realizzato su idea del grandissimo sahariano Sergio Scarpa nel 1998 e ha provveduto personalmente ad attrezzarlo di comfort come il bagno in ogni tenda. ?Ho portato gli scaldabagni dall?Egitto? ci confida ? qui non c?è niente!? Una donna di grande esperienza nel settore; è sua pure l?idea del bellissimo campo tendato Tabuna di Dush  nel deserto egiziano, presso l?oasi di Kharga. Ma anche una profonda conoscitrice dei luoghi e delle culture africane, soprattutto del Sahara libico e dell?Acacus di cui ricorda ogni anfratto, ogni dipinto e ogni graffito della preziosa arte rupestre locale che risale ad oltre 10.000 anni fa. Amica dei Tuareg, con cui parla affabilmente e di cui ci racconta storie, curiosità, aneddoti, credenze e riti.

Silvia Ercoli con i Tuareg
CERIMONIA DEL TE? DEI TUAREG

 

Offrire il tè, per i Tuareg, è una delle tante espressioni del loro senso dell?ospitalità, dell?accoglienza, dello stare insieme. In più, per loro, preparare il tè è un vero proprio rito, una cerimonia che richiede persino l?abito giusto. Noi abbiamo assistito tutte le sere alla cerimonia del tè, nella tenda comune del Campo di Dar Auis, in un?atmosfera magica ed inusuale. E? un tè verde cinese, profumato da foglie di menta. Viene fatto bollire tre volte, aggiungendo nuova acqua,  per ottenere tè di concentrazione sempre minore, un rito pieno di significato.  Il tè Tuareg, infatti, viene bevuto tre volte: il primo giro di tè amaro come la morte, il secondo dolce come la vita e del terzo delicato come l?amore.


Al termine di ogni bollitura si aggiunge lo zucchero che viene fatto sciogliere travasando per diverse volte il tè, con incredibile abilità, da una teiera ad un?altra, ben distanti tra loro. La miscela, densa di zucchero, passa da un recipiente all?altro formando visivamente un fluido compatto e senza perdere una goccia. Si riempiono i bicchieri e il contenuto di ogni bicchiere viene più volte travasato e assaggiato. Alla fine si forma una abbondante schiuma. Intanto viene aggiunta acqua alle foglie già utilizzate, solo un pizzico di nuovo tè, qualche foglia di menta ed altro zucchero. Poi ancora acqua, zucchero e tanta menta ed è pronto anche l?ultimo decotto.

Il rito del tè si ripete più volte al giorno, in mezzo al deserto nelle pause sotto il sole oppure la sera dopo cena, sotto il cielo stellato, quando si ha tutto il tempo di ammirare e di degustare in silenzio.

Un Tuareg durante la cerimonia del tè
Organizzazione del viaggio: Dar Sahara Libia, Hotelplan Italia, I Viaggi di Maurizio Levi, Viaggi dell?Elefante e Libyan Airlines.

 

Gli operatori ?Hotelplan? (tel. 02 72 13 61, www.hotelplan.italia.it), ?I Viaggi di Maurizio Levi? (tel. 02 34 93 45 28, www.deserti-viaggilevi.it) e ?Viaggi dell?Elefante? (tel. 06 60 51 30 00, www.viaggidellelefante.it), specialisti sulla Libia,  propongono un viaggio di 8 giorni che facendo base all?albergo Dar Germa e al campo tendato di Dar Auis  tocca tutti i luoghi più salienti del Fezzan, oltre a dedicare mezza giornata di  visita alla capitale Tripoli ed una a Leptis Magna, l?opulenta città romana tra le più ampie e meglio conservate del Mediterraneo, in grado di competere per grandiosità con Roma.


Voli di linea Libyan Airlines da Milano e Roma, trasferimenti e escursioni in fuoristrada con guide di lingua italiana costano da 1.850 euro in pensione completa.   Partenze settimanali fino a fine aprile 2010.