Testo di ANNA MARIA ARNESANO e Foto di GIULIO BADINI



Le prime immagini che vengono in mente pensando all?Argentina sono quelle di un gaucho solitario a cavallo nella pampa sconfinata, oppure di due ballerini avvinghiati in un tango sensuale. Troppo riduttivo per un paese all?ottavo posto per estensione al mondo e grande oltre nove volte l?Italia, dove trovano posto le più alte vette del continente americano con enormi ghiacciai e, al tempo stesso, le coste meridionali bagnate da ben tre diversi oceani (Atlantico, Antartico e Pacifico), popolate da pinguini, leoni marini e balene, fino ad Ushuaia, nella Terra del Fuoco, la città più meridionale del pianeta. Non c?è l?argento, che i conquistadores spagnoli sognavano di trovare ed a cui si deve il nome, ma per quanto riguarda ambiente, clima e natura si tratta certamente della nazione sudamericana più varia, oltre a possedere la terra più fertile, quella dove pascolano i celebri manzi esportati in tutto il mondo.

Prendiamo solo ad esempio le estreme regioni del nord-ovest, il Norte al confine con Cile e Bolivia e vasto quanto l?Italia, dove l?altitudine spazia dai 300 metri della pianura ai 3-4 mila della Puna, il grande altopiano ai piedi della Cordigliera Saltegna, fino agli oltre 6 mila delle vette andine. 


Il paesaggio si presenta decisamente vario: si va dalle oasi di lussureggiante vegetazione, con piantagioni di canna da zucchero, vigneti, uliveti e agrumeti attorno alle principali città come Salta e Jujuy, situate ai piedi del rilievo andino, ai deserti aridi spazzati da venti gelidi e bruciati dal sole dell?altopiano della Puna de Atacama, solcato da profondi canyon in un paesaggio lunare punteggiato da possenti cardon,  gli ieratici cactus a colonna, enormi distese di sale fossile, retaggio di antichi bacini d?alta quota, e laghi popolati  da colonie di fenicotteri rosa. Dove rari abitanti mestizos, che vivono in bianchi pueblos fuori dal tempo e dal mondo, sopravvivono allevando capre, pecore, lama, guanachi e vigogne. Eppure questa terra all?apparenza inospitale è la patria, a partire fin dalla lontana preistoria, dell?antica civiltà precolombiana dei Calchaquies, sottomessa prima dagli Incas e poi dagli Spagnoli, come attestano ancora i resti di numerosi pucaràs, città fortificate.  Perché nelle profonde vallate che scendono, incidendoli, da montagne e altopiani andini, i corsi d?acqua consentono da sempre un modesto sviluppo di agricoltura e di allevamento del bestiame. L?allevamento di lama e alpaca, animali d?alta quota per eccellenza, dove l?ossigeno si fa raro, costituisce proprio un retaggio dell?antica civiltà locale. Il tutto sempre sotto un cielo blu cobalto, raramente macchiato da qualche nuvola.  Un terra dura e difficile, ma anche intrigante e dispensatrice di profonde emozioni, a torto ignorata dal turismo, con tutto il calore della squisita ospitalità argentina.


Un possibile itinerario nell?Argentina settentrionale parte dalla cosmopolitica Buenos Aires, la bella capitale sul Rio della Plata dove si concentra quasi la metà della popolazione; la visita parte dalla Casa Rosada, affacciata sulla celeberrima Plaza de Mayo, cuore della metropoli, e continua con i principali quartieri: il barrio artistico di San Telmo, ricco di case coloniali con patios, chiese barocche, negozi di antiquariato e locali alternativi, gli eleganti e residenziali Palermo e il vittoriano Retiro, fino al popolare Boca con le case in lamiera dai vivaci color pastello. Mendoza, capoluogo delle Ande centrali ad ovest, è un?elegante cittadina interamente ricostruita dopo il terremoto del 1861 al centro di una regione di alta produzione vinicola. Il parco di Ishigualasto, più noto come Valle della Luna, composto da formazioni rocciose modellate in maniera curiosa, offre in un suggestivo ambiente uno spaccato su tutte le ere geologiche degli ultimi 250 milioni di anni. Da non perdere anche il vicino parco di Talampaya, patrimonio Unesco, un impressionante canyon modellato dagli agenti atmosferici in forme bizzarre.


Si raggiunge quindi il grande nord andino, toccando anche i 5.000 m di altitudine, disseminato di graziosi villaggi indios come Quilmes, dove si trovano le rovine di una fortezza precolombiana ? tra le meglio conservate del paese ? risalente al 1000 che riuscì a resistere all?invasione degli Incas ma non a quella degli Spagnoli. Cafayate sorge al centro di un?area vitivinicola impiantata da emigranti piemontesi; da non perdere la visita alla Quebrada de las Conchas, gigantesco canyon scavato in arenarie rosse e disseminato di cactus, calanchi,  piramidi di terra e caverne. Salta, la più bella città in stile coloniale del paese, con pregevoli palazzi settecenteschi e chiese barocche, si apre al centro di fertili vallate. Ci si inoltra quindi  nella spettacolare Quebrada de Humahuaca, una stretta vallata punteggiata di pittoreschi pueblos tipicamente andini con le case imbiancate a calce e le chiesine di fango con campanili e tetti di legno di cactus. Tilcara infine offre i resti di una fortezza precolombiana, con ampia vista sull?intera vallata.

 

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