Testo e Foto di ANGELO LO RIZZO



La Strada del Vino dell?Alto Adige è la più antica d?Italia, inaugurata nel 1964. Si snoda per circa 40 chilometri, toccando sette comuni vinicoli dell?oltreadige e della bassa atesina. Si tratta dei Comuni di Appiano, Caldaro, Termeno, Cortaccia, Magré, Cortina dell?Adige e Salorno. Lungo questa famosa strada si trovano numerose aziende vinicole delle più varie dimensioni, dove ? in ogni stagione dell?anno ? i tanti turisti, in particolare quelli di lingua tedesca, trovano una vasta scelta di vini pregiati. Numerose sono le emozioni che regalano i paesaggi, i vigneti, i profumi ed i vini. Le stesse emozioni che un ristretto numero di giornalisti partecipanti ad un press tour attorno al Lago di Caldaro, hanno potuto vivere in prima persona, attraverso un viaggio emozionante e pieno di sorprese.

     L?area che circonda il Lago di Caldaro vanta un territorio d?eccezione, suddiviso in appezzamenti di dimensioni ridotte. Per questa ragione si è dimostrata opportuna e vincente la scelta delle singole aziende vitivinicole di riunirsi in cooperativa. Una di queste cooperative è la Cantina di Caldaro che conta oggi 442 soci ed un superficie vitata complessiva di 300 ettari.


La cantina, nel corso degli anni, ha raggiunto importanti obiettivi grazie ad una filosofia della qualità che investe tutti i processi produttivi, dalla cura del vigneto alla vinificazione delle uve, alla fase dell?affinamento. Il traguardo che i soci vogliono raggiungere è quello della massima qualità a livello internazionale, con il miglior rapporto qualità/prezzo.

     Fiore all?occhiello della Cantina di Caldaro è il nuovo Weincenter, che si affaccia direttamente sulla Strada del Vino e seduce visitatori e clienti con il suo ambiente accogliente e la sua vasta gamma di prodotti inerenti al vino.

     Un?altra importante Cooperativa è la Erste+Neue che produce ottimi vini bianchi, come il Moscato Giallo, il Pinot Bianco, il Sauvignon Stern e il Gewurztraminer, mentre fra i rossi spiccano Schiava e Merlot e, dulcis in fundo, il vino da dessert Moscato Rosa.

      Ma accanto alle Cooperative operano anche aziende private di tutto rispetto. Citiamo, ad esempio, la tenuta Manincor diretta da Helmuth Zozin, che ci tiene a sottolineare come ?lavorare con la natura significa anche convivere con le sue lune e i suoi umori?. Qui si applica una coltivazione biodinamica che però ? dice Zozin ? funziona solo se viene sorretta da un atteggiamento interiore verso la natura

L?anno 2010 è stato dichiarato dall?ONU ?anno della biodiversità?. E l?azienda Manincor può dire di esserne un modello. Il vigneto è interrotto da gruppi d?alberi e siepi; ogni due filari il terreno viene vangato e seminato con sementi miste di cereali, fiori, trifoglio, colza,ecc. Che assieme al compost, ricavato dalla presenza di animali come le pecore e le galline , fanno sì che le viti abbiano un terreno fertile ideale.


    Gli organizzatori del press tour non potevano certo far mancare una visita al Centro di Sperimentazione Agraria e Forestale , azienda speciale dell?Amministrazione Provinciale di Bolzano che, fra l?altro, gestisce un modello per la viticoltura altoatesina che è il Podere Provinciale Cantina Laimbourg, che si trova a Vadena poco lontano da Caldaro, e dove si producono vini di alta qualità come il Pinot Bianco, il Sauvignon Blanc e Gewurztraminwer e, tra i rossi, il Lagrein, il Pinot Nero e Schiava.

     Ma la Cantina Laimbourg è anche un esempio unico di architettura vinicola, allo stesso tempo tradizionale e moderna. Praticamente una ?cantina nella roccia? realizzata alla fine degli anni ?80 per l?immagazzinamento delle botti e delle bottiglie, scavando all?interno della rossa roccia porfirica dell?adiacente Monte di Mezzo.
Con un investimento modesto e in tempi eccezionalmente brevi, la ?Cantina nella roccia? è diventata un vero e proprio modello, fungendo al tempo stesso da singolare luogo di rappresentanza per la regione vitivinicola Alto Adige e per la Giunta Provinciale.