LUISA CHIUMENTI


Accadde tra gli isolati,1957

La figura di Filippo Marignoli (1926-1995), artista umbro che ha tuttavia operato in tutto il mondo, da Spoleto, a Roma, New York, Honolulu e Parigi, é stata molto bene approfondita in tutti i dettagli del suo percorso creativo, nella bella mostra allestita nelle sale del Museo Bilotti. L?artista iniziò a dipingere facendo parte del noto Gruppo de ?I sei di Spoleto? (con Giuseppe De Gregorio, Giannetto Orsini,Ugo Rambaldi, Piero Raspi e Bruno Toscano), sul finire degli anni?40,  ma già alla fine degli anni ?50 lo troviamo operativo a Roma, dove si afferma il suo orientamento verso l? informale, in contrasto con quanto si sviluppava allora  in Italia.


Egli stesso di nobili origini, ebbe poi un importante incontro con la  principessa Kapiolani Kawananakoa delle Isole Hawaii, che avrebbe poi sposato (portandolo anche a  vivere  per un periodo ad Honolulu), e che lo avrebbe avvicinato ad un mondo culturale profondamente diverso e comunque stimolante.

nubifragio,1957
Trovandosi a New York nei primi anni ?60 egli viene a contatto con l??Action painting?e con quell?  ?Abstract Expressionism? che proprio in quel periodo erano nel loro più ampio affermarsi e  si inserisce  in quelle stesse tendenze, dando vita alle più interessanti opere del periodo americano appunto, che sono forse tra le meno conosciute e che sono state ora esposte al Bilotti.

E proprio al piano terreno del museo, nella terza sala, sono in mostra le grandi opere, molto materiche, dai colori che vanno dal nero al bianco, ma contemplano tutta la gamma dei marroni e degli ocra; sono le  tele  informali dipinte per la Galleria l?Attico, che fanno parte della collezione del proprietario Bruno Sargentini.

Ecran,1980
Rientrato a Roma, si allontana per un periodo dal dibattito artistico imperante in quel momento, trasferendosi a Parigi nei primi anni ?70 e cominciando ad esporre nella celebre galleria di Denise Renè.

La mostra, curata da Enrico Mascelloni, si avvale di un bel Catalogo, edito da Silvana Editoriale,curato dallo stesso  Mascelloni, con contributi critici di Luca Bradamante, David Gothard, Duccio Marignoli, Fabio Sargentini, Bruno Toscano e Roberto Perez.  

misura,1981
Sono inoltre state organizzate  visite guidate dallo stesso curatore e conversazioni critiche molto interessanti, come quella tenuta dal prof. Strinati, che ha sottolineato, con la consueta chiarezza e passione,  i punti salienti della ?filosofia? del Maestro, in un percorso creativo in realtà piuttosto complesso e articolato, dalla pregnante consistenza materica e il forte cromatismo del periodo di Spoleto e poi di Roma e new York,  alla significativa sintesi finale, della ?Vertigo? conclusiva.

Come dice il curatore, nel suo saggio in Catalogo, ?Vertigo è l?atto pittorico che trasforma lo spazio in un abisso, che costringe lo sguardo a misurarsi con la verticalità assoluta?…?Filippo Marignoli,  nei suoi ultimi lavori che si protraggono per quindici anni, riesce in una ?impresa? molto ambita da ogni artista ?moderno? : inventare qualcosa mai vista prima. E come ogni artista degno di tal nome lo fa senza averlo programmato…?

Per informazioni:

Tel.06 06 08