GIUSEPPE GARBARINO



E? un evento nell?evento, e non potrei definire meglio questa mostra di Federico Pietrella inaugurata venerdì 19 novembre alla galleria d?arte contemporanea  Via Nuova di Firenze. Siamo in pieno fermento Florens 2010 e le iniziative si accavallano, si mescolano; e? quasi difficile seguire tutto quello che avviene, peccato per la pioggia che rende tutto così terribilmente freddo, anche se, inevitabilmente le opere di Pietrella non sono certo da apprezzare alla luce del pieno sole, con quel suo modo assurdo di usare un datario in continua evoluzione, forse è questa la genialità, per ricostruire memorie, ambienti, personaggi.

Come dimenticare quando scolpì sul campo di bocce del Circolo Operaio Paganini di Rovereto quella sequenza di date e numeri riferiti alle scadenze di pagamento di un mutuo, quel peso che ognuno di noi, quotidianamente normali, anche solo simbolicamente ci portiamo dietro per tutta una vita?


Eccoci al timbro, quell?arnese del mestiere di Federico Pietrella, del quale molti si chiederanno in quale mistica relazione si pone l?autore utilizzatore. E? un modo diverso per dipingere, se così si può dire, anzi è quasi un modo per scolpire sulla carta, segmenti a metà tra un diario visivo di quello che accade quotidianamente intorno a noi e i tempi dell?arte che si trasfigura nel cambio data. Come in un viaggio nel quale l?artista ci indica i giorni nel quale si dedica al lavoro.

Pietrella è romano, ma è diventato berlinese d?adozione, forse trovando in quella città il giusto gusto estetico per le sue creazioni. Basta affacciarsi alla finestra e seguire il ritmo del tempo e delle persone per trovare ispirazione.

Con una frase difficile lo potremmo definire  autore di una dialettica visiva tra opere di derivazione astratto-geometrica e opere di matrice figurativo-narrativa. M a cosa vuol dire? Cosa cerca di dirci? E? solo un gioco come facevano i bambini con i timbrini degli animali o come tutti noi abbiamo fatto inconsciamente nel ripetere su un foglio una data?


Rimarremo con il dubbio, intanto Federico Pietrella  è ospite  a Via Nuova arte contemporanea che inaugura la nuova sede con la mostra dal titolo ?Una Storia?. Già il titolo è un  progetto con il quale inizia una nuova stagione espositiva, segna il passaggio dallo spazio precedente alla nuova sede per voler condividere con il pubblico il momento stesso della formazione delle opere esposte mettendole a confronto con lo spazio in cui si inseriscono. A gennaio 2011 partirà un ciclo di esposizioni  personali curate da Lorenzo Bruni, nel quale artisti che hanno esposto nelle collettive del ciclo ?La distanza è una finzione? saranno messi a confronto con artisti inediti.

La mostra di Firenze è costituita da un?installazione con cui una pasticca di acquerello sprigiona il potere del colore su una risma di carta a terra per mezzo della sgocciolatura dell?acqua da una bottiglia ancorata a un cavalletto da macchina fotografica; meccanismo che scandirà la temporalità stessa dell?esposizione. Il tempo e la data è una costante fissa delle opere di Pietrella.


Un grande quadro in bianco e nero, realizzato con la tecnica dei timbri, ha come soggetto un paesaggio urbano: una scena del ku?damm (abbreviazione di Kurfürstendamm, un viale nel centro di Berlino n.d.r), dove il famoso duomo diroccato è una testimonianza del passato recente che convive con nuovi cantieri di  futuri edifici. Queste nuove opere di Federico Pietrella permettono di fare il punto sugli elementi cardine della sua ricerca attorno ?al fare della pittura?.

Anche la parte piena di buchi, come già realizzato ad Assab One di Milano nel 2006, ci accoglie con misteriose stelle al posto delle opere che dovrebbero usare la parete trasformata da semplice supporto, in spazio astratto, quasi una favola che rimanda a quell?immensità del cielo stellato di una notte di mezza estate, anche se siamo ormai in pieno inverno.