LUISA CHIUMENTI



Museo dei Mercati Traianei: gli spazi dei Mercati di Traiano, così suggestivi e aperti sulla romanità tutta, con l’ ampia vista dei Fori, offrono una delle cornici  più indovinate ad accogliere la grandiosa mostra “Ori dalla Romania” ; i preziosi pezzi esposti, ben 140, quasi tutti ancora mai usciti dalla Romania, sono legati proprio al periodo antecedente e successivo alla conquista di Traiano.

Rinvenuti all’interno delle tombe dei condottieri Daci sono pezzi che  davvero stupiscono per la mirabile fattura ed invitano a qualche riflessione sulla reale portata dell’attributo di “barbari” che a quei popoli si lega e che in questa esposizione di oggetti preziosamente lavorati dimostra invece di potersi rapportare ad un alto livello di educazione artistica.

La dominazione di Roma mutò in effetti in modo definitivo e profondo la storia del territorio corrispondente all’attuale Romania, territorio che venne così distinto nelle due Province della Dacia e della Mesia Inferiore. Lo stesso modello urbano della Dacia e della Mesia inferiore era molto vicino a quello delle altre città delle altre province, testimonianza forte della spontanea creazione di quei  “focolai di romanizzazione”, che erano il più capillare  mezzo di integrazione”.

Le guerre fra i Daci e i Romani condotte fra il 101-102 e il 105-106 d. C. portarono poi alla trasformazione di parte  dell’ex regno dacico in provincia romana.  



La conquista del nuovo territorio  fu determinata non solo da scelte  strategiche, ma anche, certamente, da ragioni economiche, stante la grande ricchezza in metalli preziosi presente nel regno dacico.

Attraverso le mappe del territorio e le immagini relative alla urbanizzazione, é interessante notare quanto la mostra mette anche in evidenza,  come nella Mesia Inferiore l’ autorità romana si fosse essa stessa adattata ad una situazione già esistente, al contrario, nella Dacia, i Romani avessero provveduto a  “costruire la Provincia a fundamentis”.

Subito dopo la conquista la nuova provincia fu infatti oggetto di una vasta colonizzazione   e dei costumi romani, si afferma la civiltà romana, introducendo graualmente anche le leggi dello stato romano voluta dall’autorità centrale: un’operazione di vastissima portata, che si accompagnò ad un’opera attenta di pacificazione. Ne sono storica testimonianza le parole di Eutropio:…”ex toto Orbe Romano infinitas eo copias hominum transtulerat ad agros  et urbes calendas”. Fu così che le città romane e quelle di origine ellenistica imposero presto un nuovo stile di vita, espressione di valori superiori e  con l’adozione del modo di vivere e l’introduzione delle leggi romane, si attua la civilizzazione pacifica del territorio.

Ma per entrare ora nel vivo della raffinatezza artigianale dei pezzi presenti in mostra, indice di una vera opulenza e di una grande capacità creativa, seguiamo ora un percorso attraverso i suggestivi spazi dei Mercati Traianei. 



Si può iniziare ad esempio con l’ ammirare  il lavoro attento e minuto con cui é stata realizzata la bella “collana di Hinova”,  del XII secolo a.C., proveniente dal più ricco tesoro protostorico della Romania, per fermarci poi dinanzi agli originali  bracciali spiraliformi di Sarmizegetusa (la capitale della Dacia conquistata da Traiano), realizzati nel II-I secolo a.C. e recuperati di recente dopo il loro trafugamento.

E si può passare poi al bellissimo elmo di Poiana-Coþofeneºti, prodotto dell’arte traco-getica del IV secolo a.C.; al  rhyton d’argento dorato, un contenitore per liquidi che veniva utilizzato  durante le cerimonie religiose, proveniente da Poroina Mare, del III-II secolo a.C.; fino alla bellissima patera, un grande piatto usato nei riti religiosi, e alla coppia di fibule (spille) del tesoro di Pietroasa del V secolo d.C., attribuito alla casa reale ostrogota o visigota e noto come “Gallina con i pulcini d’oro” per la presenza di fibule a forma di aquila.
Di grande interesse sono inoltre le monete, datate alla metà del I secolo a.C., che rappresentano l’unico caso in tutta la produzione numismatica dacica nel quale compare il nome dell’autorità emittente: sono 20 dei numerosi stateri d’oro rinvenuti nella capitale della Dacia, con il nome del re Koson scritto in lettere greche.  



I prestiti sono stati concessi volentieri al nostro Paese, grazie ai profondi rapporti storico-culturali da sempre esistenti fra Italia e Romania, considerato fra l’ altro che soltanto un’altra volta alcuni pezzi uscirono dalla Romania, per una esposizione al Castello di Saint-Germainen Laye in Francia (nel 2000): si trattava di pezzi provenienti dalla Tomba di Apahida, come le due applicazioni a forma di aquila, presenti in mostra.

Nel complesso comunque gli oggetti, aventi diverse destinazioni d’uso, provengono in massima parte dal  Tesoro Nazionale conservato nella Sala degli Ori del Museo Nazionale di Storia di Bucarest e si riferiscono ad un arco temporale compreso fra il XVII sec.a.C. (età del bronzo) ed il V-VI sec. d.C. (periodo bizantino).

Curata daErnst Obeländer-Târnoveaudirettore del Museo Nazionale di storia della Romania e da Lucrezia Ungaro responsabile dei Mercati di Traiano Museo dei Fori Imperiali, la mostra é accompagnata da un bel Catalogo edito da  Silvana Editoriale.

 

 

Per informazioni:

Mercati di Traiano Museo dei Fori Imperiali

Via IV Novembre 94 – 00187 Roma –

Tel. 060608

info@mercatiditraiano.it