LUISA CHIUMENTI



Ancora una mostra molto significativa e interessante a suggellare le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia: “Antica Cartografia d’Italia” : é l’esposizioneospitata presso ilComplesso del Vittoriano,che  vuole proporre una raccolta di circa 200 antiche carte geografiche d’Italia e stampe di battaglie del Risorgimento della “collezione Gianni Brandozzi”,  realizzate dal XV al XX secolo.Curata dall’Unità Tecnica di Missione per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia – Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall’Associazione Culturale Giovane Europa, è stata organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia.Molto importante é stato, nella prima metà dell’800, l’uso pedagogico della cartografia con un accento particolare dato al suo stretto legame con una tradizione risorgimentale non ancora  ben definita. Attraverso la cartografia infatti comincia a prendere maggior forma una vera e propria tradizione nazionale, a cominciare ad esempio dal lavoro compiuto al lombardo Melchiorre Gioia, promotore, fra l’altro, dei primi studi di statistica economica. Ed ecco i “teatri di guerra” , con scene di battaglie e guerre, “destinate ed un pubblico di militari e distribuite, in un secondo tempo, anche tra la popolazione civile”, con intenti propagandistici. La redazione di tali carte prende corpo a mano a mano, assumendo un importante ruolo fra “le attività scientifiche e culturali in grado di trasmettere progettualità politiche ben delineate e precise. La storia d’Italia tra gli anni Quaranta e Sessanta dell’Ottocento è soprattutto storia militare e la carta geografica, pur essendo strumento tecnico, “si presta in quegli anni, a causa del suo peculiare rapporto con la guerra, ad un uso ideologico, diventando ben presto uno dei mezzi di propaganda prediletti dai fautori dell’Unità e dell’Indipendenza nazionale”. Da una Tesi di Laurea dal titolo “Immagine cartografica della nazione italiana nella scuola dell’obbligo.



 

Dal 1860 ai primi del ‘900”, Conservazione dei Beni Culturali – Ravenna – Università di Bologna, 2011, pensiamo di poter trarre una interessante ricerca che mette in luce quanto segue: “Nelle illustrazioni che fanno da cornice alla carta del Cassini del 1790 sono poste in primo piano due personificazioni allegoriche, tra cui l’Italia turrita, ma lo sfondo è costituito dalla Basilica di S. Pietro e dallo stemma araldico del pontefice: un chiaro riferimento alla Roma cristiana, capitale del cattolicesimo. Ogni riferimento alla eternità e universalità di Roma scompare invece nelle carte del periodo francese  e sino all’avvento di Pio IX Roma sarà presentata semplicemente come la capitale dello Stato Pontificio. È con gli anni 50 che torna la simbologia capitolina, perdendo però progressivamente ogni riferimento esplicito al papato.È evidente quindi come la carta geografica abbia assolto ad una funzione importante e positiva nel familiarizzare gli italiani, ben prima dell’unità politica, con una certa immagine della nazione. “Opera non banale di costruzione ideologica, che si avvalse della mitologia e della falsificazione per dare fondamento alla continuità storica, geografica ed etnoculturale della nazione italiana e per questo motivo deve essere messa in parallelo con l’azione svolta dalla letteratura e dalla memorialistica. Ma la cartografia risorgimentale è anche lo specchio di una progressiva presa di coscienza; mentre da una parte contribuisce a forgiare un’identità nazionale, dall’altra ne registra i progressi, in particolare nelle carte militari” (Maria Brandozzi). La rassegna si articola in quattro aree tematiche.Il percorso tra le antiche carte d’Italia dal XV al XIX secolo inizia dalle affascinanti immagini delle prime carte tolemaiche, con un’Italia appena abbozzata, come in un prezioso incunabolo cartografico. Da qui ecco svilupparsi  un graduale approfondimento iconografico che porterà, nel giro di un secolo, ad immagini via via più perfette e rispettose della realtà. 



 

Tra le opere esposte si segnala "La Tabula Peutingeriana", la carta costantiniana realizzata nel IV secolo raffigurante l’itinerario di viaggio all’interno di tutto l’impero romano. Si tratta quindi della più antica carta da viaggio non solo d’Italia ma d’Europa e paesi limitrofi. L’opera esposta è stata stampata in Italia ed è composta da 12 fogli per una lunghezza totale di circa 8 metri. Ma come non segnalare l’importanza delle rappresentazioni dell’Italia di Augusto Sylvanus del 1511 prima carta stampata a due colori in xilografia, opere del cartografo veneziano Coronelli, o l’Italia figurata del Wischer, come pure le rare carte seicentesche dello Scherer che mancano alle principali biblioteche italiane, inclusa la biblioteca Vaticana. Carta simbolo della mostra è comunque quella del “Panorama Italiano” del 1861, voluta da Cavour per festeggiare la nascita del nuovo stato; la carta, molto rara, manca alle principali biblioteche d’Italia. Molto ricco è l’apparato delle carte risorgimentali con esemplari inediti sulla guerra del ’48 a Roma con stampe da dagherrotipi. L’ultima sezione è dedicata all’Italia nelle carte satiriche, una raccolta di carte umoristiche dove vengono rappresentate le tensioni politiche dei vari paesi d’Europa tra ‘800 e ‘900.

 

 

ANTICA CARTOGRAFIA D’ITALIA

Roma. Complesso del Vittoriano

(fino al 4 marzo 2012).

 

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