LUISA CHIUMENTI



Il Comune di Roma, Assessorato alle Attività Produttive al Lavoro e al Litorale, Dipartimento Attività Economico-Produttive, Formazione-Lavoro, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico, Soprintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale, Museo Casina delle Civette hanno allestito una interessante mostra, presso la Casina delle Civette che illustra le decorazioni floreali della bella costruzione liberty,  in tutta la loro raffinatezza di linee e di colori, attraverso lo Studio degli allievi della Scuola d’Arte e dei Mestieri del Comune di Roma “Scienza e Tecnica”.Il progetto “Il paesaggio in trasparenza. Arte e Botanica nella Casina delle Civette” è nato come lavoro interdisciplinare, per l’anno 2011-12, al quale si sono applicati gli allievi dei corsi erboristico-naturalistici, di computer grafica, di web design e di fotografia della Scuola d’Arte e dei Mestieri del Comune di Roma “Scienza e Tecnica”.Partendo dalla constatazione che all’interno, oltre che all’esterno, della Casina delle Civette è una profusione di elementi vegetali, l’idea è stata quella di individuarli, fotografarli e studiarli sotto il profilo botanico-erboristico, in una chiave di lettura nuova per un manufatto artistico quale è appunto la Casina con tutti i suoi contenuti. Lo stile a cui sono riferibili quasi tutti i manufatti della Casina è, infatti, ricollegabile al Liberty o Floreale, che nella linea fitomorfa trovò la sua massima fonte di ispirazione. Pertanto la presenza di fiori e piante è, oltre che nel giardino, su pavimenti, decorazioni in stucco dei soffitti, lampadari, mobili, decorazioni parietali, materiali museali e, soprattutto, nelle splendide vetrate.Hanno partecipato al progetto gli allievi dei corsi sopra citati sotto la guida dei docenti Roberto Carotenuto e Francesca Molè (Fotografia), Giovanni Buccomino (Botanica), Sergio Bellanza (Erboristeria), Maria Brigida Zanini (Computer grafica), Sabina Castellani (Web design) sotto la supervisione del Prof. Roberto Sacco Coordinatore della Scuola. Le schede naturalistico-erboristiche e le foto relative ai fiori, raccolte in album, sono consultabili nella Hall della Casina.



Il progetto è stato curato dalla Dott.ssa Stefania Severi, già docente di storia dell’arte nelle Scuole del Comune di Roma “Arti Ornamentali” e “Nicola Zabaglia”, e direttore artistico della Cooperativa Sociale Apriti Sesamo ONLUS. Fondamentale è stato l’apporto all’iniziativa della Dott.ssa Maria Grazia Massafra Responsabile della Casina. La Casina si presenta come una costruzione estremamente articolata che manifesta le varie fasi di ampliamento. L’elemento fantastico è dominante, così da offrire la sensazione di trovarsi di fronte ad una casa di fate. L’originaria forma a L della Capanna Svizzera si intravede appena, individuabile dal muro a mattoni e pietre. I due successivi ampliamenti presentano il prospetto murario parte ad intonaco parte a mattoni regolari. I piani si alternano e si sovrappongono per la presenza di vari bow-windows, torrette, pinnacoli e balconi. I tetti sono di varia foggia e di vario materiale: in lastre di pietra, in ceramiche policrome a forma di squame, in coperture in rame. I materiali, oltre ai citati, sono anche il travertino, il marmo, il peperino, il legno di scale esterne e balconi. Le ceramiche, oltre che in alcuni tetti, sono anche in una lunetta a rilievo con civette. Gli elementi decorativi vanno dalle lumache alle civette che ornano i capitelli.



Gli elementi floreali, che dominano nell’interno, nell’esterno sono affidati alla vegetazione. Solo alcuni particolari architettonici li inserisce esplicitamente, le inferriate. Le inferriate di una finestra ad arco e di una lunetta di porta archivoltata, entrambe nel piano terreno, sono rese da sottili rami sui quali si attorcono foglie di edera. Le inferriate della lunetta di un portoncino presentano sottili rami di farnia/quercia; qui una delle sbarre-rami è spettato,  a suggerire che la natura ha sempre il sopravvento sui disegni dell’uomo. Grande importanza per la qualificazione dell’edificio è il verde che lo circonda. Dalle foto più antiche si evince che, nel corso dei restauri a cura dell’Architetto Fasolo, alcune pareti erano già ricoperte di rampicanti e pertanto gli operai dovettero certamente procedere con estremo riguardo per salvaguardarli. Difficile è riconoscere le antiche piante, visibili in alcune foto, ma si osserva la presenza di rampicanti a fogliame perenne, di un cipresso e di alberi a fogliame caduco. Questi ultimi dovevano costituire una eccezione, considerando che l’intera Villa Torlonia era caratterizzata da alberi sempre verdi, tanto da essere definita “giardino d’inverno”. Da altre fotografie si può desumere che i rampicanti fossero falso gelsomino ed un glicine bianco. Secondo alcune testimonianze, nel giardino della Casina c’erano rose, ortensie, vasi di azalee, piante di ciliegio, un pergolato d’uva, un salice piangente, un castagno con sotto un gazebo ed alcune palme. Solo le palme sono sopravvissute. La Casina con le sue vetrate, i suoi esuberanti elementi decorativi ed i suoi materiali museali documenta l’importanza e la raffinatezza raggiunta delle arti applicate nella Roma dei primi decenni del Novecento.

 

“Il paesaggio in trasparenza.
Arte e Botanica nella Casina delle Civette”

Musei di Villa Torlonia Casina delle Civette

Via Nomentana n.70 – Roma