Testo di Mariella Morosi

 

L’INIZIATIVA E STATA DELLA  CITTA’ DEL GUSTO DEL GAMBERO ROSSO E DEL CONSORZIO VINI DEL SANNIO SULLA TERRAZZA CON VISTA SUL GOLFO DELL’HOTEL ROYAL CONTINENTAL

 

Il benvenuto alla primavera a Napoli, la città del Sole, è stato dato, brindando con Falanghina Dop. L’evento, sulla terrazza con vista sul Golfo dell’Hotel Royal Continental di Via Partenope.  è stato organizzato dal Consorzio Tutela Vini del Sannio e dalla Città del Gusto del Gambero Rosso di Napoli sul  gioioso tema di “Benvenuta Primavera”. Sono state degustate 30 tra le migliori etichette di questo nobile vino, famoso fin dall’antichità tra quelli della fiorente viticoltura campana e citato anche da Orazio e da Varrone con il nome di Falerno. Il miglioramento delle tecniche di coltivazione e l’impegno dei produttori e del Consorzio sulla via della massima qualità hanno reso  la Falanghina l’orgoglio del Sannio e uno dei vini più apprezzati anche nei mercati internazionali.. Al ristorante Ten –al decimo piano del Royal Continental, erano in tanti a dare il benvenuto agli ospiti venuti a brindare alla primavera: la direttrice della Città del Gusto,  Serena Maggiulli, che con il wine-expert Marco Sabellico faceva gli onori di casa,  Libero Rillo del Sannio Consorzio Tutela Vini e la famiglia Naldi proprietaria dell’hotel. Protagonista della serata è stata anche la cucina campana, con i suoi profumi ed i suoi sapori intensi di terra e di mare, interpretata da tre chef che si sono impegnati ciascuno in un piatto. Il resident chef Mario Falco ha preparato sia l’antipasto, il Polpo al profumo di alloro e le Code di Gamberi,  che il primo piatto forte: il Millefoglie di Pesce azzurro con favette e guanciale su giardinetto fiorito.

 

 

 

 

 

Lo chef e titolare del ristorante Locanda della Luna di San Giorgio del Sannio, Daniele Luongo,  ha offerto un Raviolone ripieno di patate e provola affumicata su crema di pomodoro ed erbette di campo ed, infine, Giovanni Pastore della Città del Gusto di Napoli,  una Seppiolina alla griglia su crema di topinambur, insalatina riccia, limone della Costiera candito e piselli. Impegnatissimi i sommelier a servire ai tavoli una  selezione delle tante etichette di Falanghina, abbinandole ai diversi piatti.  Insieme al dessert, sempre ad opera di Mario Falco, una Mousse al torrone con cialda croccante, sono stati serviti passiti dallo stesso vitigno. La festa in terrazza ha avuto un seguito in 15 enoteche campane selezionate dal Gambero Rosso, impegnate a organizzare degustazioni per il pubblico. La Falanghina, che spicca tra le oltre cento tipologie autoctone della Campania, trova la sua espressione ottimale nel Sannio, dove si produce l’83% delle uve atte a produzioni di vini Dop e Igp. Il disciplinare comprende le produzioni di quattro sottozone: Guardia Sanframondi, Sant’Agata dei Goti, Solopaca e Taburno. Il Consorzio conta circa 400 soci tra viticoltori, vinificatori e imbottigliatori, conquistando il primo posto nel comparto regionale con oltre un milione di bottiglie. I numeri del vigneto Sannio fanno comprendere come la vite sia il segno forte  della sua identità culturale Gli ettari vitati sono 10.000,  3 le denominazioni di origine e una indicazione geografica per oltre 60 tipologie di vini, frutto di vitigni –oltre alla Falanghina- come l’Aglianico, il Piedirosso, il Sommarello, il Coda di Volpe, la Malvasia, il Fiano, l’Olivella, il San Bartolomeo, il Moscato di Baselice e molti altri.

 

 

 

 

 

Per Marco Sabellico il successo della Falanghina è destinato a crescere. “Sarà presto protagonista – ha detto- di un grande revival tra i grandi bianchi italiani. Prevedo infatti una vera e propria riscoperta di questo  vitigno di grande versatilità,  che può essere vinificato in vari modi e che ha  la sua  origine proprio nel Sannio”. Attivissima, a Napoli, la Città del Gusto. Dal comprensorio della Città della Scienza, ancora prima dell’incendio,  aveva trasferito la sua sede nell’Interporto di Nola. “Ci era sembrato giusto e utile –ha detto la sua direttrice  Serena Maggiulli- trasferirci in questo importante distretto industriale  per coniugare la nostra attività di formazione con la migliore imprenditoria del Cento-Sud. Oltre alla formazione siamo specializzati nella comunicazione del cibo e del vino per ogni target e per ogni età, con dei format itineranti sul territorio, come questo”. Ma come i napoletani seguono l’evoluzione dell’enogastronomia, sono ancorati alla mitica cucina del Vesuvio o guardano all’innovazione? “La via è nel mezzo – dice ancora Serena Maggiulli-  perché sempre l’innovazione ha dietro di sé la grande solidità di sapori e di tradizioni.