Di Viviana Tessa

 

Fu Ancel Keys, nutrizionista americano che divise la sua vita tra Minneapolis e Salerno, a intuire che la minore incidenza delle malattie prevalenti nelle società progredite, nella zona del Cilento rispetto a zone economicamente più avanzate come quelle d’America, era dovuta soprattutto alle abitudini alimentari tipicamente mediterranee.

 

Wooden box with autumn harvest farm vegetables and root crops on black kitchen table. Healthy and organic food.Cooked Scampi Prawn at fish market On Ice at fish market in Sydney, New South Wales, Australia.Cooked baked grilled fish, dorado, sea bream with lemon, herbs, vegetables and spices on rustic background. Top view. Copy space.

 

Il concetto della validità della tradizione alimentare mediterranea ha preso consistenza soprattutto negli anni Settanta, quando ci si è resi conto che molte delle malattie come trombosi, arteriosclerosi, infarto, diabete, malattie digestive e obesità sono in gran parte originate da una nutrizione errata e squilibrata. Ma è agli inizi degli anni Ottanta, In Italia, che la spinta a questa riscoperta viene data dall’Istituto Nazionale della Nutrizione con varie campagne di educazione alimentare e di orientamento dei consumi, in collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura e Foreste.

 

 

Gli alimenti della nostra tradizione ci sono ben noti, anche se per un certo periodo ce ne siamo quasi vergognati, presi dalla passione per ciò che è straniero. Ne abbiamo a lungo sottovalutato i vantaggi sul piano del gusto, dei sapori, della salute e del risparmio. Parliamo dell’olio d’oliva, della pasta, del pane, del vino, dei legumi, della frutta (agrumi in particolare) e di tutta la vasta gamma degli ortaggi tra i quali primeggia il pomodoro. Questi prodotti, ben combinati tra loro come sa fare la cucina mediterranea, con l’aggiunta di giuste quantità di prodotti animali (carne, con preferenza per quella bianca, pesce, latte, formaggi uova), assicurano un’alimentazione valida, equilibrata, adatta a qualsiasi età e in grado di ridurre considerevolmente il rischio che insorgano le cosiddette malattie del benessere. Dal 2010 la Dieta Mediterranea è stata riconosciuta dall’UNESCO Patrimonio Culturale Immateriale .

 

 

ORIGINI DELLA DIETA MEDITERRANEA

L’alimentazione degli italiani ha subito radicali cambiamenti negli ultimi decenni, cioè dal passaggio dalle gravi restrizioni della guerra e del dopoguerra a un periodo in cui il reddito pro capite è andato via via crescendo. La conseguenza è stato un aumento indiscriminato dei consumi alimentari, con particolare riferimento ai grassi, alle carni e allo zucchero, che ha innalzato di oltre mille calorie la disponibilità media giornaliera, ha moltiplicato la spesa destinata alla tavola e ha incrementato l’incidenza di certe malattie legate alle scelte alimentari. Alimentarsi correttamente significa ottenere dal cibo energia e sostanze nutritive.

 

 

E’ importante introdurre giornalmente una quantità di energia proporzionata a quella che abitualmente spendiamo, cioè aiuta a mantenere l’equilibrio energetico evitando di ingrassare o, nel caso inverso, di deperire. Questo, quanto all’aspetto quantitativo dell’alimentazione. La qualità è rappresentata dalle sostanze nutritive, suddivisibili in sei categorie: proteine, grassi, carboidrati, vitamine, sali minerali e acqua. L’alimentazione mediterranea, che riguarda in gran parte l’Italia, ma anche altri Paesi bagnati dallo stesso mare come Grecia, Spagna, Francia e Africa settentrionale, risponde pienamente a questi principi e quindi si è cercato di sostenerla e di rivalutarla apprezzandone i numerosi vantaggi nutrizionali, economici e salutari.