Di Teresa carrubba

E’ una delle festività ebraiche di istituzione biblica, gioiosa, ma estremamente impegnativa per le rigidissime prescrizioni esposte in vari passi dell’Esodo e tuttora minuziosamente seguite. A partire dal divieto assoluto, non solo di consumare pane lievitato, in ricordo della precipitosa fuga dall’Egitto che impedì agli ebrei di aspettare che il pane potesse lievitare a dovere, ma di averne in qualsiasi angolo della casa, fosse anche sotto forma di briciola.

Da qui, l’usanza, estesa oggi anche ad altri popoli, delle tradizionali pulizie di Pasqua. Nelle settimane precedenti la festività, infatti, ogni famiglia ebraica è impegnata in scrupolose pulizie a fondo finalizzate soprattutto, (ma ovviamente con vantaggi più generali) a eliminare dalla casa ogni traccia di pane o altro cibo lievitato. In ordine a questa prescrizione, anche gli utensili della cucina che verranno usati per preparare il tradizionale pranzo di Pasqua e persino le stoviglie non devono essere mai venuti a contatto con cibi lievitati di nessun genere.

 

A questo proposto esistono alcune regole per assicurarsi che il materiale da cucina possa essere utilizzato tranquillamente. In caso contrario, potrebbe essere il momento di acquistare nuovi utensili e riservarli solo a questa occasione annuale. A questo punto ci si chiede se, per quanto forte sia il sentimento religioso, si possa in qualche modo “barare”. La risposta ci viene dall’alto delle prescrizioni bibliche.