Il rapporto tra un uomo e il suo animale: antidoto contro solitudine e malattie

 

Di Gianmarco Attiani

 

Risale alla fine del Settecento il primo esperimento di quella che oggi chiamiamo pet therapy (letteralmente: terapia con l’animale prediletto), quando in una clinica di York, in Gran Bretagna, i malati di mente venivano abituati all’autocontrollo prendendosi cura degli animali domestici. Lo stesso sistema fu adottato nel 1867 a Bielefeld in Germania, per curare l’epilessia, e negli anni Venti in Francia e in U.S.A, per sollevare i reduci della prima guerra mondiale debilitati da sindromi ansiose e depressive. Ma fu la Croce Rossa Americana a mettere a punto il primo vero programma organizzato di pet therapy, nel 1944 in un centro di convalescenza a Pauling, vicino a New York, che accoglieva i soldati dell’aeronautica militare. Da allora, soprattutto nei paesi anglosassoni, la pet therapy è stata valorizzata in molti settori della medicina arrivando poi, con il solito doveroso ritardo, anche in Italia.

 

Little cowgirl holding her horse and scratching it under the jawOld man sitting on bench with his pets and looking in skyPortrait of an old woman holding black dog ZwergschnauzerAnimal lovers. Beautiful Siberian cat as a home pet. Kids playing with cat.Pet therapy concept - furry cute jack russell dog thinking - web banner with copy spaceAfter a heavy snowfall, the fabulous beauty of the morning winter old park in Europe attracts the townspeople with their pets to trek along the roads and paths among the beautiful white trees

 

 

Nelle sue varie specialità tra cui l’equitazione terapeutica o Ippoterapia, la quale sfrutta la tesi che una passeggiata a cavallo, a parità di movimento, è sempre più stimolante e quindi più salutare di una gita in bicicletta e la Delfinoterapia,  che deve i suoi benefici soprattutto alla godibilità del contatto con un animale così docile e socievole come il delfino. La pet therapy si basa sul princi­pio che gli animali stimolano la socializzazione essendo in grado di su­perare le barriere della comunicazione. E se ciò è sicuramente positivo per una persona sana, è stato provato che può dare enormi vantaggi anche nella cura della depressione o di importanti malattie organiche. Il rapporto tra un uomo e il suo animale è rassicurante e rilassante, soprattutto per la mancanza di competitività e per il senso di compagnia e serenità che esso può dare, e ciò normalizza la produzione di adrenalina e di altri “ormoni dello stress” con il risultato di una minore pressione arteriosa, un ritmo cardiaco e respiratorio più lento, un migliore tono muscolare.

 

Dunque, un ottimo complemento nella terapia degli stati depressivi, ma anche di problemi cardiocircolatori e dell’apparato locomotorio. Il  meccanismo si gioca tutto sull’emozione positiva che può nascere dal rapporto con un animale. Anzi, quanto maggiore è il legame emozionale, tanto più evidenti sono i risultati. Il ricercatore Herbert Benson, della Harvard University (USA) ha provato l’esistenza di un rapporto tra emozione e rilassamento il quale conduce, oltre tutto, a una riduzione del 75% dell’ insonnia e del 34 % delle sindromi dolorose, con conseguente diminuzione dell’uso dei farmaci.

 

Recente, poi, è la scoperta che le endorfine, molecole che il cervello produce in seguito a un’emozione, aumentano le difese immunitarie scongiurando o almeno attenuando il pericolo di infezioni. Altro aspetto molto importante è quello ludico che spesso si instaura nel rapporto uomo-animale; il divertimento e quindi il ridere, e ormai è scientificamente provato quanto ridere faccia bene alla salute. Ma non bisogna trascurare neanche il fatto che un animale, per esempio un cane, obbliga quotidianamente a una o più passeggiate ed è ben nota l’importanza di un’attività fisica moderata nella prevenzione delle malattie cardiocircolatorie e addirittura nel recupero dopo un infarto. Ovviamente, in questi casi la scelta deve cadere su un animale adatto: un cane non troppo vivace, per evitare di dovergli correre dietro.

 

 

Una persona che ha delle preoccupazioni, passeggiando da sola tende a pensarci, ma se è impegnata a seguire il suo cane, le dimentica. Se poi, durante le sue uscite con il cane conosce altri animali e i loro proprietari, ecco ampliarsi gli interessi e le amicizie: un valido sistema per mantenere o riacquistare un buono stato di salute mentale e fisica. E’ questo il meccanismo attraverso cui il rapporto partecipato tra uomo e animale determina un’importante stimolazione psicologica che condiziona positivamente non solo il comportamento sociale e di relazione, ma addirittura alcuni aspetti del  carattere e certi processi cognitivi.

 

 

Questo è estremamente importante soprattutto per gli anziani i quali spesso sentono il graduale svuotamento del proprio ruolo nella vita perché nessuno ha più bisogno di loro. Al contrario, un animale può dipendere da una persona non più giovane e in cambio lo rassicura sul suo valore e sulle sue capacità ancora integre. Nelle case di cura e di riposo per anziani, gli animali fungono da intermediari sociali, spingendo i pazienti a relazionarsi tra loro e con il personale. Tanto più che da una ricerca statistica è emerso che la solitudine e la tristezza di molti anziani ricoverati in ospedale o trasferiti in casa di riposo dipendono spesso dal trauma di dover lasciare l’animale cui sono molto affezionati.