TERESA CARRUBBA


Il Tower-bridge di Londra

Un giocattolo-cult, una vera e propria tendenza, Supermag ha sbrigliato la fantasia di bambini e adulti, così come una volta facevano le costruzioni e il meccano. Per quanto il progresso e la tecnologia ci portino avanti persino nei giochi stimolando l?attenzione e la sensibilità informatica, la creatività non potrà mai essere sconfitta. E solo un gioco assolutamente manuale, fatto di pochissimi e semplici elementi, barrette e piccole sfere, può sviluppare l?inventiva personale per costruire qualcosa. Un prodotto dall?aspetto tecnologico ma con un?anima antica, nato da un?idea di Edoardo Tusacciu, presidente della Plastwood, che non ha permesso al successo di liberarlo dalla sua filosofia artigianale. Quella che nasce già in Edoardo bambino il quale, per  smania creativa, si costruiva  i giocattoli da solo, ingegnandosi. Se voleva fabbricarsi un carretto andava dal falegname per le assi, all?officina per i cuscinetti, dal ferramenta per i chiodi. A 14 anni aveva messo su un?officina per biciclette denunciando già il bernoccolo dell?imprenditore. Da adulto apportava modifiche alla sua lambretta e alle macchine per tagliare il sughero nell? azienda dello zio in cui fin dai 18 anni ha lavorato con i due fratelli più grandi e 50 dipendenti. Ma Edoardo Tusacciu non poteva fabbricare tappi di sughero all?infinito. Non mortificando con la monotonia la sua prorompente creatività, la voglia esplosiva di manifestare se stesso. I suoi 400 quadri da pittore autodidatta ne sono un segno, così come la capacità di imprimere il proprio stile in ogni cosa.

L’Empire State Building
di New York

Ma uno che si entusiasma solo a parlare di chjsoni, un piatto gallurese a base di gnocchi fatti in casa che gli preparava la sua mamma, non può nascondere il suo forte legame con le tradizioni, con il passato, con tutto ciò che è intriso di senso umano. E? per questo che persino nella ricerca di un boom nel mondo imprenditoriale, ha scelto un prodotto dall?aspetto tecnologico ma con caratteristiche semplici, così come sono semplici tutte le cose che richiedono manualità e fantasia. Un?operazione importante in un?epoca in cui il giocattolo sta perdendo il ruolo che aveva in passato, educativo e creativo oltre che di divertimento, essendo invece preordinato, automatico, telematico.

Forse è azzardato dire che giochi come il Supermag hanno anche un valore sociale, fatto sta che avvicinano la famiglia, fanno giocare di nuovo bambini e adulti spesso intimoriti da oggetti che non sanno far funzionare e danno agli anziani uno stimolo creativo che forse avevano perso. E con poca fatica visto che barrette e palline, essendo magnetici, si attaccano senza sforzo e per distruggere la costruzione basta un colpetto con la mano. Poi si riparte per una nuova idea.

Non è un caso che sulla scrivania di Edoardo Tusacciu non ci siano né computer né diavolerie tecnologiche ma solo barrette colorate e palline di metallo. Mentre lavora l?inventore del Supermag costruisce cose nuove. Si diverte, crea e propone. Quando pensò di investire tutto su questa scommessa la cosa che più lo attirava era dare la possibilità di creare qualcosa da zero, un gioco modulare che prendesse forma tra le mani.

La torre Eiffel di Parigi
D.- Dal sughero al lego del 2000, ma come le è venuto in mente? 

 

R.- Da vent?anni avevo un?azienda di famiglia per la lavorazione di tappi di sughero. Non mi ci trovavo bene, non era il lavoro adatto a me; ripetitivo, poco apprezzato anche dai produttori di vino, poco remunerativo. Lo spunto per uscirne me l?ha dato un mio dipendente che stava maneggiando una pallina di metallo e delle calamite. Nacque l?idea. L?idea che avrebbe rivoluzionato la mia vita: inventare un gioco che avrebbe permesso a bambini e adulti di costruire quelle loro, di idee.

Un?intuizione semplice, fatta solo di due elementi: una barretta magnetica e una piccola sfera di metallo. Il resto l?avrebbe fatto la creatività di ognuno. Nessuna esitazione, solo entusiasmo. Fin dall?inizio mi era sembrata una trovata vincente e non m?importava di chiudere con un passato in qualche modo sicuro per affrontare le incertezze di un nuovo progetto.

Nel ?98 avevo già creato la società Plastwood  per realizzare prodotti di plastica e legno per l?enologia, tanto per rimanere in tema con i tappi di sughero. Poi il nome è rimasto anche quando mi venne questa idea del giocattolo. Avevo realizzato un prototipo rudimentale di Supermag: pezzetti di tubo di aria compressa con delle calamite all?interno e sfere prese da cuscinetti.  Il mio primo test lo feci con un professore universitario che all?epoca era un mio consulente. Un test casuale, per la verità.  Andai dal professore a Cagliari per chiedergli di inserirmi nello Studio di fattibilità per una domanda di finanziamento. ?Vorrei farle vedere questo gioco che ho intenzione di produrre. Per me è una bomba?. Dissi. Avevo portato con me un mucchio di barrette e sfere e gliele misi sulla scrivania prima di cominciare il mio discorso. Mi lasciava parlare e nel frattempo attaccava e staccava i magneti, costruiva un cubo, una piramide, altro. Alla fine mi disse:? Signor Tusacciu, le cose sono due, o lei mi sta prendendo in giro o lei è pazzo?. ?Sarò anche pazzo? risposi ?ma io oggi ho fatto il mio primo test sul giocattolo e non l?ho fatto con un bambino ma con un professore universitario. E? da mezz?ora che lei senza rendersene conto attacca e stacca quelle barrette creando qualcosa?.

Uno scorpione
D.-Più che un giocattolo lei ha costruito un mercato, forse una tendenza. Erano queste le sue intenzioni?

 

R.-Visto il mio entusiasmo iniziale, forse sì, speravo di creare non un semplice gioco da vendere ma un vero e proprio cult

 

D.- Comunque ha ottenuto un bel successo visto che hanno cercato di imitarlo anche in Cina.

 

R.- Questo mi lusinga, ovviamente, perché chi imita apprezza. E non mi spaventa perché è la qualità del prodotto a vincere. Anche se costa di più. Le aziende che hanno imitato il mio gioco fanno lavorare i pezzi in Cina e per me il mercato cinese è più un?opportunità di successo che un rischio. Infatti le proprietà di un originale da molti viene capita solo dopo aver acquistato l?imitazione perché si rendono conto di non poter raggiungere gli stessi risultati. E questo perché dietro l?imitazione c?è solo lo scopo di imitare per vendere, e non lo studio che ha portato al prodotto originale. Noi, per esempio, abbiamo una barretta tutta di magnete rivestita di plastica, le imitazioni hanno una barretta di plastica con piccoli magneti. C?è un?azienda americana piuttosto importante che ha prodotto un?imitazione scadente; la stessa azienda che nel 2000 aveva deriso il Supermag che io avevo presentato in una fiera espositiva.  Oggi la distribuisce in tutti gli USA. Ora l?originale è presente in tutti i Target, una catena di 1500 negozi in America.



 

D. – La contraffazione di una sua idea è per lei lusinga, sfida o pericolo?

 

R. ?  Se crei un oggetto che viene imitato ti puoi ritenere già soddisfatto

D.- Ma è vero che una delle ragioni sta nel fatto che il Supermag è troppo costoso?

 

R.- La qualità, secondo me, è costosa, ma fa la differenza.

D.- Costruire un giocattolo classico con un vestito moderno denuncia la sua volontà di rimanere ancorato al passato?

 

R.- Sì. La manualità di certi giochi va conservata. Se per produrli oggi si può usare la tecnologia, tanto meglio.


D.- Per i bambini ha pensato al Supermag, e per i genitori cosa sogna?

 

R.- Il Supermag. Può servire a far comunicare di nuovo bambini e adulti. E giocare di nuovo insieme.

La nostra comunicazione iniziale è stata rivolta soprattutto ai bambini, però non abbiamo trascurato l?adulto. Non a caso sulla confezione c?è scritto da 3 a 99 anni.